Meta obbligatoria per chi ama immergersi nella storia che l’ha resa la Città Eterna, Roma è anche sinonimo di buona tavola. Ecco le cinque osterie dove gustare la cucina tipica romana.
Le Trattorie
Roma è ancora oggi considerata una delle più belle città del mondo. Meta obbligatoria per chi ama immergersi nella storia che l’ha resa la Città Eterna, per i palazzi rinascimentali e le chiese barocche, per le passeggiate tra i vicoli, le piccole vie dai nomi originali e dal sapore antico. Chi non ha sognato di girarla in Vespa come la “principessa” Audrey Hepburn scortata dal bel Gregory Peck o sentirsi come la bella Julia Roberts che nel film “Mangia, Prega, Ama” vive la città attraverso i suoi piatti in una continua profusione di gusti annaffiati da vino rosso della casa. Si perché Roma è anche sinonimo di buona tavola, di piatti contadini e abbondanti, golosi e piacioni, come l’amatriciana, la carbonara, la cacio e pepe, i rigatoni con la pajata, la trippa, la coratella d’abbacchio, i carciofi alla romana e alla giudia, la coda alla vaccinara, i saltimbocca, il maritozzo e la grattachecca.Queste sono sole cinque osterie dove gustare la cucina tipica romana tradizionale.
1. Armando al Pantheon
Armando al Pantheon. Nel 1961 Armando Gargioli rileva un vecchio ristorante, un po’ démodé e in crisi d’identità, e lo trasforma in una “bottiglieria con cucina” a cui diede il nome di “Armando al Pantheon”. Negli anni settanta ad Armando si affiancano i figli: il primogenito Claudio, studente universitario che si mette in cucina e ruba i trucchi del mestiere al padre, e il giovane Fabrizio, a cui viene affidata la sala e la scelta dei vini. Una gestione famigliare che continua fino a oggi dove è subentrata Fabiana, figlia di Claudio, sommelier professionista e responsabile della cantina di oltre 400 etichette; Flavio, figlio di Fabrizio, responsabile degli ordini e delle prenotazioni; Mario, responsabile della sala, da oltre 10 anni punto di riferimento per molti clienti e per tutta la famiglia.
Il locale, piccolo ma molto accogliente, si trova accanto a uno dei monumenti più famosi della Capitale, il Pantheon, ma, oltre a essere frequentato da personaggi della cultura e dello spettacolo, è molto amato dai romani. Oggi questa insegna rimane l’emblema della cucina romana pura supportata dalla selezione di materie prime di qualità.
Dalle bruschette alla coratella d’abbacchio, dagli spaghetti all’amatriciana alle fettuccine con le rigaglie di pollo, dal pollo ai peperoni al bollito alla picchiapo’, dalla zuppa inglese alla famosa Ottobrata, una crostata con frutta caramellata nel mosto.
Da qualche anno Chiara, figlia di Claudio, e Giulia, figlia di Fabrizio, gestiscono “Casa Armando” , un appartamento rivolto a tutti coloro che desiderano trascorrere le loro vacanze romane a due passi dal cuore di Roma.
Armando al Pantheon
Salita dei Crescenzi, 31 - Roma
Telefono: +39 06 6880 3034
Aperto dal lunedì al venerdì pranzo e cena, sabato solo a pranzo.
2. Sora Lella
Sora Lella. All’inizio la trattoria era a Campo de Fiori ma dal 1959 si è spostata sull’isola Tiberina, all’interno di una torre medievale a ridosso del Ponte Fabricio. Di proprietà della mitica Sora Lella - il cui vero nome era Elena Fabrizi Trabalza, attrice e sorella di Aldo Fabrizi - passata poi al figlio Aldo Trabalza e, successivamente, ai quattro nipoti Renato, Mauro, Elena e Simone. Propone i piatti tipici della cucina romana, recuperando e talvolta rivisitando le ricette tradizionali utilizzando solo eccellenze del territorio, come i salumi di Bernabei a Marino. “Quest’anno facciamo 60 anni di attività. I miei ricordi di cucina vanno a quando ho incominciato a lavorare con i miei genitori qui all'isola Tiberina. Roma era ancora dei romani e c'erano meno esigenze, meno stravaganze. La nostra è una cucina di territorio, regionale ma negli ultimi anni è stata alleggerita sempre nel rispetto della nostra grande tradizione” racconta Renato Trabalza figlio di Aldo, chef della trattoria con una spiccata passione per il gelato.
In carta rimangono i grandi classici della tradizione – su tutte Carbonara e Cacio e Pepe - e le ricette storiche come i Tonarelli alla cuccagna, una sorta di carbonara molto arricchita che conta in totale, per la sua realizzazione, ben 18 ingredienti. Il nome lo ha coniato direttamente la Sora Lella, dicendo: «Ma sti tonarelli so’ ‘na cuccagna». Materie prime eccellenti.
Il locale ha conservato l’atmosfera tipica delle trattorie romane degli anni 60, con il rifacimento dell’intera cucina, modernizzata, e il ripristino di una vetrata, in onere e in ricordo di papà Aldo.
Sora Lella
Via di Ponte Quattro capi, 16 - Roma
Telefono: +39 06 686 1601
Aperto pranzo e cena, chiuso la domenica
3. Trattoria Lilli
Trattoria Lilli. A pochi passi da Castel Sant’ Angelo e dalla ben più chiassosa Piazza Navona, in una via “sotto il Lungotevere” che non tutti i taxisti conoscono, pur essendo in pieno centro storico, c’è questa trattoria semi nascosta nata nel 1964 dove è stato avvistato Carlo Verdone che chiaccherava amabilmente con il suo amico Antonello Venditti. Il locale, un’unica stanza, è ampio e arredato come “un tempo”: sedie di legno scuro, tovaglie bianche, vecchie stampe alle pareti e mattoni a vista (in estate c’è anche un piccolo dehors esterno molto tranquillo). Ad Angelino e Loredana sono subentrati i figli Patrizia, in sala, e Silvio, in cucina, che ancora oggi propongono la cucina della tradizione romanesca. Pochi piatti ma cucinati a dovere, senza tanti fronzoli, abbondanti e golosi. L’atmosfera casalinga e accogliente si trasferisce anche sui piatti, pochi ma buoni: qualche antipasto, come il “misto” con lonza, olive e pasticcio di patate, quattro primi della tradizione – bucatini all’ amatriciana, per cui molti tornano, spaghetti alla carbonara, tagliolini cacio e pepe e rigatoni alla gricia, piacioni e saporiti – a cui si aggiungono gnocchi caserecci al ragù e fettuccine alle rigaglie di pollo. Per i secondi fornara con patate, polpette fritte con pasticcio di patate al pomodoro, coratella d’abbacchio, trippa e magro di vitello con carciofi in tegame e qualche contorno come cicoria ripassata o all’agro e insalata. Tra i dolci consigliamo pesche al vino in estate e la torta di cioccolato con panna homemade. Inutile dire che è soprattutto frequentato da clienti assidui e abituali.
Trattoria Lilli
Via Tor di Nona, 23 - Roma
Tel. +39 06 06 686 1916
Chiuso domenica sera, lunedì tutto il giorno
4. Felice a Testaccio
Felice al Testaccio. Testaccio è uno dei quartieri più dinamici della capitale: dall'anima popolare e operaia si è reinventato come nuovo polo di attrazione per la movida e la vita notturna romana. Qui Guido fondò un’osteria “come quelle di una volta, dove trovavi da bere, ma il cibo lo portavi tu!” ma nel 1936 è il figlio Felice Trivelloni che porta il locale alla ribalta proponendo una cucina popolare e tradizionale. Si dice che Felice era solito avere modi burberi e che mandasse via i clienti che non gli andavano a genio per far posto alla gente del quartiere e ai lavoratori di strada. La sua fama ha superato i confini e oggi il ristorante, gestito dal figlio Franco che, insieme alla famiglia, ha rifatto il locale in chiave moderna ma ha mantenuto la qualità dei piatti, ha lunghe code in attesa del proprio turno (non è possibile prenotare!). La cacio e pepe, cremosa e piacevole, è il piatto più richiesto, sarà perché viene completato al tavolo o perché effettivamente è di una bontà unica, ma non sfigurano gli altri primi della tradizione, amatriciana e carbonara in primis. I secondi vanno dal polpettone al forno con purea di patate al saltimbocca alla romana, dalla gallina lessa alle alici fritte, dalle puntarelle alla verdura di stagione ripassata. Tra i dolci il tiramisù al cucchiaio. Interessanti le proposte del giorno. Felice a Testaccio è un’istituzione, è storia, è dei romani de Roma.
Da un paio di anni ha aperto anche a Milano (via del Torchio, 4) dove propone la cucina tradizionale romana.
Felice a Testaccio
Via Mastro Giorgio, 29 - Roma
Telefono +39 06.5746800
Sempre aperto pranzo e cena
5. Da Enzo al 29
Da Enzo al 29. Trattoria autentica e genuina a Trastevere, uno dei quartieri più famosi e belli della città. Qui potrete mangiare la vera cucina tradizionale romana, quella semplice, di qualità, fatta con pochi ingredienti, gustosa, nutriente e abbondante. Una cucina che è il frutto delle ricchezze gastronomiche provenienti dai territori circostanti da cui attingono molte delle materie prime con cui vengono cucinati i piatti: ricotta di latte di pecora degli allevamenti del Lazio, guanciale IGP di Amatrice, pecorino DOP dell'Agro Romano e uova biologiche San Bartolomeo. Pochi tavoli, spazi limitati e menu ridotto. A far da padrona i grandi classici tra cui i fritti, tra fiori di zucca, crocchetta di patate e baccalà con cuore di mozzarella, e, naturalmente, i primi, rigatoni all’amatriciana, carbonara, gricia, al sugo di coda e tonnarelli fatti in casa cacio e pepe. Tra i secondi trippa alla romana, polpette al sugo, coda alla vaccinara e abbacchio a scottadito e infine i dolci tra cui merita una nota di merito il tiramisù di Enzo, la mousse e il gelato di pistacchio fatto in casa. Integrano il menu le proposte del sulla lavagna, il vino della casa e il pane fatto da loro con lievito madre. Purtroppo non si può prenotare ma vale la pena attendere.
Da Enzo al 29
Via dei Vascellari, 29 - Roma
Telefono +39 06 581 2260
Aperto pranzo e cena, chiuso la domenica