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Massimo Bottura all’Alma per il nuovo Anno Accademico: lectio magistralis e 16 anni di crescita per la Scuola

di:
Chiara Marando
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alma apertura 2019

Cerimonia di apertura di Alma – La Scuola Internazionale di Cucina Italiana all’Auditorium Paganini di Parma: 700 ospiti, progetti, novità e la lectio magistralis tenuta dallo chef dell’Osteria Francescana Massimo Bottura.

La Notizia

Oltre 400 studenti tra aspiranti cuochi, pasticceri, bakery chef, sommelier, maître e manager della ristorazione hanno iniziato il loro percorso nel mondo di Alma, La Scuola Internazionale di Cucina Italiana in occasione dell’apertura ufficiale del XVI Anno Accademico, svoltosi martedì 8 ottobre nel suggestivo contesto dell’Auditorium Paganini di Parma. Una distesa di occhi pieni di speranze, energia, voglia di mettersi in gioco e curiosità, capace di trasmettere l’emozione di un sogno che diventa realtà. Insieme a loro numerosi ospiti, per un totale di 700 persone pronte a vivere questo appuntamento, a scoprire le novità del nuovo corso accademico e conoscere i progetti del domani.


Perché Alma non è più solo Scuola di Cucina, ma anche Scuola dell’Ospitalità Italiana, un centro di riferimento per la formazione nei diversi campi dell’accoglienza e della gestione d’impresa.

Ad aprire la giornata, il Presidente di Alma Enzo Malanca, che ha ripercorso brevemente la crescita della Scuola dalla sua apertura nel 2004 fino ad oggi, soffermandosi sui risultati raggiunti: “ALMA negli ultimi dodici mesi ha affrontato un processo di espansione su più fronti. Internamente, quasi 1200 nuovi studenti hanno frequentato la Scuola nell’ultimo anno – il 19,4% dei quali provenienti dal resto del mondo – andando ad aggiungersi agli oltre 10000 degli anni precedenti e riuscendo a trovare un’occupazione entro sei mesi dal diploma nel 93% dei casi”.


Oltre alla profonda e solida esperienza di alta formazione, ALMA supporta i propri studenti all’entrata nel mondo del lavoro, offrendo occasioni di contatto con le realtà più significative del settore”, così ha iniziato il suo intervento il Direttore Generale Andrea Sinigaglia. Da qui la presentazione del progetto di collaborazione che lega Alma con Deloitte attraverso l’Italian Cuisine Market Monitor.

Questo progetto vuole essere il punto di partenza per la costituzione di un osservatorio continuativo incentrato sul settore del foodservice italiano a livello globale, con specifico riferimento al ruolo della cucina e della ristorazione italiana nel mondo”.


Tra le altre novità, il progetto editoriale firmato ALMA, “Terra di Pane”, un libro che nasce dal lavoro corale portato avanti da artigiani, tecnici e panificatori professionisti che hanno raccontato un viaggio del gusto lungo tutta l’Italia attraverso 90 tipologie differenti di pane. Si tratta di un volume che vuole essere uno strumento teorico e pratico per conoscere più da vicino, e comprendere, la storia di un alimento principe della tavola dell’uomo occidentale.

Ma l’evento di apertura dell’Anno Accademico di Alma è da sempre anche e soprattutto una occasione per parlare agli studenti di oggi e domani, per raccontare cosa significa entrare a far parte di una grande famiglia. Perché “famiglia” è il termine giusto, quello che racchiude l’essenza di questa realtà.


Aspetti che solo chi vive quotidianamente il lavoro in classe, e le problematiche dei ragazzi, può conoscere. Ecco quindi che la parola sulla proposta didattica è andata a Matteo Berti, Direttore Didattico: “Da quest’anno, il piano dei Corsi si innoverà ulteriormente per essere ancora più efficace nel rispondere alle richieste del mercato del lavoro, partendo ovviamente dalla sostenibilità, una causa che supportiamo fin dall’inizio. Abbiamo da poco inaugurato un nuovo spazio scolastico che abbatte le barriere fra sala e cucina, permettendo ai cuochi di occuparsi anche del servizio dei piatti”.

A chiudere un pomeriggio di emozioni e progettualità è stato un ospite d’eccezione, colui che ha fatto della spinta creativa, della visione oltre i limiti, della cucina come eccellenza mondiale il suo marchio di fabbrica: Massimo Bottura, chef tristellato due volte sul tetto del mondo nei 50Best. La sua lectio magistralis è partita dai ricordi d’infanzia per toccare spunti istintivi, collegamenti mentali tra passato e futuro, sottolineando la necessità di ritrovare le radici da cui ognuno di noi proviene per poter andare avanti con pensiero critico ma senza nostalgia.


“La mia passione per la cucina è nata osservando da sotto il tavolo mia nonna fare i tortellini - ha iniziato Massimo Bottura - Lo stupore misto a curiosità che avevo negli occhi non è mai svanito, anzi si è rafforzato. È stato il motore della rivoluzione con cui siamo stati in grado di cambiare questo mondo. Bisogna sempre tenere a mente chi siamo e da dove veniamo, per questo il primo consiglio che mi sento di dare a questi ragazzi è celebrare il passato in modo autentico. Creare qualcosa di nuovo sarà sempre un omaggio a ciò che ci ha preceduto, il nostro lavoro è proiettare il meglio del passato nel futuro, filtrato da un pensiero critico e mai nostalgico. Il cibo non è fatto solo dalla qualità degli ingredienti, ma anche dalla qualità delle idee”.

Idee alimentate da sogni e stupore per l’imprevedibile, sono questi i punti su cui Bottura ha puntato l’attenzione. Nel farlo ecco emergere l’emozione di chi non ha ancora smesso di sognare e desidera trasmettere queste sensazioni come fossero linfa vitale.

Lasciate sempre una finestra aperta alla poesia, uno spazio aperto all’inaspettato, perché l’ispirazione può arrivare da ovunque in qualunque momento – continua - Abbiate il coraggio di credere in un sogno, mettendoci passione, impegno e immaginazione. A volte la bellezza fa male, perché richiede sacrifici e duro lavoro, ma trasformare il brutto in bello dà dignità ai nostri sforzi e sacrifici.”

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