Lo chef inglese guarda al sud-est asiatico, dopo la chiusura della sua catena di ristoranti nel Regno Unito.
La Notizia
Dopo la rovinosa caduta della scorsa primavera, Jamie Oliver ci riprova. Lo chef inglese dello star system, con programmi televisivi ad alto gradimento e pagine social infarcite di follower, ha infatti annunciato che aprirà una nuova catena di ristoranti nel sud-est asiatico. L’espansione internazionale arriva a pochi mesi di distanza dal collasso della catena di ristornati nel Regno Unito, tra cui anche Jamie’s Italian che ha chiuso per sempre i battenti. Solo lo scorso maggio, Oliver si era dichiarato «profondamente addolorato» per la chiusura dei ristoranti che aveva portato alla perdita complessiva di circa mille posti di lavoro in meno di due anni. Ora il Gruppo ha pianificato di aprire 19 nuovi locali sotto l’insegna di Jamie Oliver Kitchen e di cambiare nome a due attualmente ancora attivi con il brand Jamie’s Italian, che si trovano a Bali e a Bangkok. Giovedì scorso, Oliver ha detto ai media: «Negli ultimi 20 anni ho viaggiato in giro per il mondo per scoprire nuove eccitanti combinazioni di sapori, accogliendo le influenze delle diverse cucine lungo la strada. I nuovi ristoranti presenteranno queste ispirazioni e serviranno alcuni dei miei piatti preferiti».Nel gennaio 2018, Oliver aveva dichiarato di aver immesso nella società 13 milioni di sterline, dopo aver chiuso 12 ristoranti per bancarotta, con un debito di circa 75 milioni, ma questo non era bastato a far riprendere la compagnia, che l’anno prima aveva perso 20 milioni; mentre nel 2016 faceva ancora registrare un attivo di 700mila sterline. Nel complesso gli analisti affermano che il gruppo di Oliver si è dovuto scontrare con alcuni dei problemi comuni a tutte le grandi industrie del settore, come la crescita dei salari minimi dei lavoratori, gli alti costi d’affitto delle sedi e la crescita del settore da asporto che ha cambiato le abitudini dei consumatori.
Infatti, i ristoranti di Jamie Oliver, tra cui Jamie’s Italian, Barbecoa and Fifteen Cornwall (anche se questa catena non sembra essere interessata dalla crisi), non sono gli unici ad aver risentito delle difficoltà economiche. Anche Gourmet Burger Kitchen, Bryon Burger, Carluccio’s, Prezzo e Strada hanno dovuto chiudere alcuni locali di recente. I dati raccolti nel quarto trimestre da Market Growth Monitor e AlixPartners dicono che il numero dei ristoranti nel Regno Unito è crollato del 2.8% in un anno. Questo si traduce in un totale di 768 chiusure nette in 12 mesi, circa 15 a settimana. In generale, il settore ha fatto registrare il segno meno per il quinto trimestre consecutivo. Se si tiene in considerazione che tra il 2013-18 la ristorazione era cresciuta più del 15%, si capisce quanto sia importante l’inversione di tendenza e il cambiamento delle abitudini dei consumatori nel Regno Unito, che escono di meno la sera e si fanno portare a casa la cena dei servizi di delivering.