Aritmetica delle stelle: chi sono gli chef che la Michelin premia di più nel mondo. Il podio è tutto francese, ma c’è anche qualche italiano.
Gli Chef
La prima a mettere insieme 6 stelle Michelin in due diversi ristoranti fu Eugénie Brazier negli anni ’30. Oggi che la cucina è globale, il conto ha spesso due cifre.![](/upload/multimedia/1-FULLSIZE-2430-4928016-1553684044320.jpg)
Un riconoscimento che va non meno alle capacità imprenditoriali e al fiuto da talent scout, che alla creatività degli chef, ormai organizzati in vere e proprie holding incentrate su un brand, che viene declinato in format diversi e replicabili.
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Fino al 2018, anno della sua scomparsa, lo chef più stellato del mondo è stato Joël Robuchon, arrivato a quota 32 stelle Michelin disseminate fra gli Stati Uniti, la Thailandia e l’Europa (erano 31 in ultimo). Ma l’incertezza sul futuro del suo impero alligna.
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La donna chef più stellata del mondo è stata invece fino al 2019 Carme Ruscalleda: poteva contare su 7 macaron, ma dopo la chiusura del tristellato Sant Pau di Sant Pol de Mar ne conta 4, 2 al Moments del Mandarin di Barcellona e 2 al Sant Pau di Tokyo.
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Oggi a detenere il record è un altro francese, Alain Ducasse, formatosi con Michel Guérard, Gaston Lenôtre e Roger Vergé, che attualmente vanta 20 stelle: 3 al Louis XV di Monaco, al Plaza Athénée di Parigi e al londinese Alain Ducasse at the Dorchester; 2 a Le Meurice di Parigi, al Beige Alain Ducasse di Tokyo e ad Alain Ducasse at the Morpheus di Macao; 1 per Benoît, a Parigi e a Tokyo, la Bastide de Moustiers, l’Hostellerie de l’Abbaye de la Celle e Rech by Alain Ducasse a Hong Kong. Il suo gruppo copre 72 location, da Las Vegas a Tokyo, fra cui 36 ristoranti, per un esercito di 2000 collaboratori. Ma lo chef francese è anche noto per un altro record: è stato il primo a detenere tre volte tre stelle in diverse città (Monaco, Parigi, Londra). “Le stelle Michelin hanno un impatto incredibile sul business dei ristoranti. A prescindere dalle critiche, rimane un punto di riferimento e probabilmente la più seria e credibile guida al mondo”, commenta.
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C’è poi Pierre Gagnaire, che detiene attualmente 15 stelle (3 nel ristorante parigino che porta il suo nome e alla Lecture Room di Londra, 2 alla Grande Maison di Bordeaux, al Pierre Gagnaire di Tokyo e al Pierre del Mandarin di Hong Kong, 1 al Gaya di Parigi, a Le Comptoir de Pierre Gagnaire di Shangai, al Pierre Gagnaire di Seul).
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Martin Berasategui vanta un altro record, quello dello chef con più stelle in un unico paese, per la precisione 10: 3 presso il ristorante che porta il suo nome a Lasarte, altrettante a Lasarte, Barcellona, 2 a M.B., Tenerife, 1 a Oria, Barcellona, e l’ultima a Eme Be Garrote, San Sebastian.
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Ben piazzato anche Gordon Ramsay con le sue 8 stelle (ma in passato erano 16): 3 al ristorante omonimo di Londra, 1 ciascuna al Pétrus e al Murano, sempre a Londra, 2 a Le Pressoir d’Argent di Bordeaux, 1 al Trianon di Versailles.
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Parimerito arriva Anne-Sophie Pic, nuova donna chef più stellata del mondo: detiene 3 stelle alla Maison Pic di Valenza, 2 alla Dame de Pic di Londra, altre 2 al ristorante che porta il suo nome a Losanna e 1 alla Dame de Pic di Parigi.
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In Italia invece lo chef più stellato di sempre è Enrico Bartolini con i suoi 8 macaron: 3 al Mudec di Milano, 2 al Glam di Venezia, 1 al Casual di Bergamo, alla Locanda del Sant’Uffizio nell’Astigiano e alla Trattoria dell’Andana in Maremma.
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Thomas Keller si ferma a 7: 3 stelle a Per Se di New York, altre 3 a The French Laundry di Yountville e una al Bouchon, nella stessa città.
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Come Umberto Bombana, che alle 3 di 8 ½ a Hong Kong ne somma una nell’omonimo ristorante di Macao, 2 a Shangai e un’ultima all’Octavium, sempre a Hong Kong.
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Stessa cifra per Yoshihiro Murata con 3 stelle a Kikunoi Honten di Kyoto, 2 a Kikunoi Roan e Kikunoi Akasaka, rispettivamente a Kyoto e Tokyo.
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Heston Blumenthal conta 6 stelle: 3 al Fat Duck, 2 da Dinner e 1 da Hind’s Head, a Bray e a Londra.
Infine ne hanno 5: Bjorn Frantzén (3 da Frantzén e 2 da Zen, rispettivamente a Stoccolma e Singapore), Eneko Atxa (3 da Azurmendi, 1 ciascuna da Enekjo Bilbao ed Eneko Larrabetzu), Paco Perez (2 al Miramar e all’Enoteca, 1 al 5 di Berlino), Massimiliano Alajmo (Calandre, Montecchia e Quadri) e i Cerea (Da Vittorio a Brusaporto, Shangai e St.Moritz).