Il Parmigiano reggiano e il Manchego sono tra i prodotti stoccati nei magazzini di enoteche e di negozi di specialità alimentari, mentre è a rischio anche la catena di approvvigionamento dei vini
La Notizia
I prossimi beni di lusso negli Stati Uniti saranno i vini e i formaggi europei, più in particolare francesi e italiani. Tutta colpa dell’escalation delle tariffe doganali volute dall’Amministrazione Trump che rischiano di cambiare per sempre la geografia commerciale americana e creare danni all’economie europee. La minaccia reiterata di inserire nuovi prodotti nella black list ha spinto alcuni fornitori di prodotti enogastronomici a stoccare nei magazzini vini e formaggi pregiati, provenienti dall’Unione Europea, per fronteggiare l’impennata dei prezzi, riferisce il New York Post. Ristoranti, enoteche e negozi di specialità alimentari hanno accumulato articoli importati e stanno anche riconsiderando il tipo di prodotti da avere in vendita, in risposta all'aumento delle tasse del 25% su alcuni beni di consumo europei, già introdotta lo scorso ottobre.«Abbiamo iniziato a lavorare con i distributori per assicurarci scorte di formaggi a lunga durata, come il Parmigiano Reggiano e il Manchego», ha dichiarato sempre al Post il Dirigente di un negozio di formaggi di Manhattan. Altri fornitori invece stanno prendendo in considerazione la possibilità di scambiare formaggi, vino e olio extra vergine d'oliva dell’Ue con prodotti americani. Una sorta di baratto commerciale di vaste proporzioni, per evitare i costi elevati delle tariffe e il conseguente aumento dei prezzi al dettaglio per i consumatori. La paura è che l’Amministrazione americana, che a novembre sarà impegnata nel rinnovo del mandato, per ragioni elettorali possa far aumentare le tariffe doganali fino al 100% sui prodotti francesi, un mercato che vale 2,4 miliardi di dollari.
Le tariffe minacciate di recente sullo champagne francese, le borse e gli altri articoli di lusso “Made in France” - a parte quelle già introdotte sulle merci dell'UE imposte in Autunno per ritorsione sui sussidi aerei all’Airbus - saranno ora al centro dei colloqui tra il Presidente Macron e il Presidente Trump. «Lavorerò insieme a Trump su un buon accordo per evitare l'escalation delle tariffe», ha twittato il francese, riferendosi però ad un possibile accordo commerciale tra Francia e Usa che non porrebbe l’Unione Europea al sicuro da nuove ritorsioni doganali. In Italia si guarda con attenzione soprattutto ai dazi che potrebbero colpire l’industria del vino, in quanto gli Stati Uniti sono il principale mercato estero in valore assoluto.
Una guerra commerciale di questo tipo potrebbe avere un impatto duraturo, modificando sensibilmente i consumi interni negli Stati Uniti e danneggiando in maniera irreparabile il sistema vino del Bel Paese. Se il prezzo delle bottiglie italiane dovesse aumentare troppo nella percezione dei consumatori statunitensi, questi ultimi potrebbero rivolgersi al solo mercato interno. «In caso di dazi duraturi le preferenze dei consumatori cambierebbero, perché gli americani sarebbero costretti a rivolgersi ai vini della Napa Valley e di altre zone agricole, che comunque già si stanno facendo notare per la crescita qualitativa dei prodotti», ha detto sempre al Post Chris Czerwinski, Direttore della politica internazionale per la società di ricerca sugli investimenti ACG Analytics. «Inoltre, se le tariffe dovessero prolungarsi, si perderebbero le relazioni con i produttori europei e la catena di approvvigionamento potrebbe essere compromessa per sempre».