Il pesce di lago nell’Invention Test mette fuori gioco Vincenzo che è il primo a dover lasciare la cucina di Masterchef. In esterna le comande delle cucine di due veri ristoranti creano non pochi indugi ed esitazioni. Il pressure Test, con i piatti del Don Alfonso 1890 di Sant’Agata sui due Golfi, decreta il secondo eliminato: Giulia.
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“Bentornati a Masterchef, siete rimasti in nove, questo vuol dire che siete abbondantemente nella top ten. Congratulazioni”. Così, come ogni giovedì, i giudici accolgono gli aspiranti al nono titolo di Masterchef Italiano. Nella Mystery Box, la prima prova, come sempre, questa volta ci sono delle certezze da rivoluzionare. Sotto la Mystery è tutto bianco, ci sono cinque tipi di farina e di latte, ma tutto tranne che tradizionali. Farina di farro e latte di farro, farina di soia e latte d soia, farina di riso e latte di riso, farina di cocco e latte di cocco e farina di canapa e latte di canapa. “Vedete la nostra cultura ci porta a pensare che non ci sia niente di meglio che il latte vaccino e la farina di grano, ma la natura ci regala mille modi per leggere la realtà“, dice Barbieri. Gli sfidanti devono scegliere una di queste accoppiate e stravolgere la realtà. Inoltre per evitare “che tutti facciano delle semplici besciamelle vegetali”, cosa tanto temuta da Barbieri, i concorrenti devono estrarre a sorte da un barattolo la tecnica di cottura protagonista del piatto. Le alternative sono tre: al forno a vapore, sautè e bollitura. Estratte le tecniche di cottura da ogni concorrente e scelta l’accoppiata latte-farina, i nove aspiranti chef hanno due minuti per fare la spesa e iniziare a cucinare. In quarantacinque minuti i cuochi amatoriali devono curare al meglio ogni dettaglio per sperare di passare all’assaggio. Tra qualche incertezza, qualche cambiamento di ricetta in corsa e alcuni consigli degli chef trascorrono i quarantacinque minuti ed è tempo di decretare i tre piatti migliori. I migliori risultano: Antonio con “Pollo al curry e cocco”; Luciano con “Zuppa di cocco e frutti di mare” e Davide con “Amore”. “Tutti e tre hanno veramente sconfinato”, sono le parole di Locatelli. “Tutti e tre a un livello eccezionale”, prosegue Barbieri, ma il migliore è solo uno: Davide. Il triestino, papà a tempo pieno, ora si reca nella Master Room per scoprire il suo vantaggio nell’Invention Test.“Per questo Invention Test dovrete approfondire la conoscenza di una cucina poco raccontata, che, però, un giovanissimo chef nostro ospite ha portato ad alti livelli, la cucina di lago. Diamo il benvenuto a Davide Caranchini, una stella Michelin con il suo ristorante Materia a Cernobbio”, dicono Barbieri e Cannavacciuolo.
Chef Caranchini ha portato tre delle sue creazioni che presenta in ordine crescente di difficoltà: trota in carpione; salmerino, pepe sansho e testina di vitello e pesce gatto in crosta d’argilla con riso in cagnone e vermut. Davide ha la fortuna di assaggiare i tre piatti, carpire alcuni consigli e decidere il piatto per sé e quello da assegnare agli altri.
Le scelte di Davide sembrano dettate più dal cuore che dalla strategia e, infatti, assegna il salmerino, di difficoltà intermedia a sé, a Vincenzo e a Marisa che sono tutti vicini di postazione e possono un po’ spiare l’uno dall’altro.
Nonostante ci sia un’ora di tempo le difficoltà in quest’Invention Test non sono poche ed emergono già dalla pulitura e sfilettatura del pesce. ”Vedo un sacco di errori che denotano una scarsissima attenzione a quello che ho detto e a quello che avete visto là”, è il commento di Chef Caranchini. “Il panico porta ad altro panico”, prosegue.
“5, 4, 3, 2, 1, su le mani, il tempo è finito”. È arrivato il momento degli assaggi. Un piatto è senza dubbio il migliore ed è quello di Giulia che sarà il capitano della sua squadra in esterna.
“Adesso veniamo ai missili che Davide ha sparato”, dice Locatelli. I piatti peggiori sono quelli di Luciano, Vincenzo e Francesca. Nonostante la scelta di cuore di Davide per avvantaggiare Vincenzo, il suo “padre” televisivo, per un errore procedurale, è proprio lui a dover lasciare per sempre la cucina di Masterchef.
“Benvenuti siamo nel cuore di Brera nel punto in cui le due anime di Milano si incontrano e si fondono. Da una parte l’anima del centro storico con la sua eleganza senza tempo, dall’altra la nuova Milano quella che grazie all’architettura e al design ultra moderno è una vera proiezione dell’Italia del futuro”, dice Barbieri accogliendo gli aspiranti chef per la prova in esterna. Le squadre dovranno prendere il posto delle brigate di due ristoranti Santa Virginia e Da i Gemelli che fanno della cucina italiana il proprio manifesto del gusto che ogni giorno hanno clienti da tutta Italia e da tutto il mondo. Per la prima volta i concorrenti si dovranno confrontare con le comande, impresa sicuramente non facile. Giulia, vincitrice dell’Invention Test sceglie il menu blu, a base di pesce, del ristorante “Da i gemelli” e come membri della sua brigata: Davide, Marisa e Francesca. La squadra rossa, con il menu di carne, è composta invece da Maria Teresa, Antonio, Luciano e Nicolò che viene designato all’unanimità capo brigata. Le squadre incontrano le brigate dei ristoranti che spiegano nel dettaglio il menu che dovranno realizzare. I concorrenti hanno un’ora per organizzare tutta la linea prima dell'arrivo dei clienti e due ore per concludere il servizio. Il “terrore” delle comande e la non confidenza con la cucina dei ristoranti creano diverse occasioni di panico e confusione. Mentre in cucina sono ancora alle prese con la linea, nei due ristoranti i primi clienti cominciano ad arrivare. I due capitani e le loro brigate dimostrano difficoltà nell’incalzare il ritmo di una vera cucina di ristorante. Ecco le prime comande e le esitazioni non sono poche. Chef Locatelli chiama le comande al “Da i Gemelli” e chef Cannavacciuolo al “Santa Virginia”. Completato il servizio delle prime portate è tempo per Chef Barbieri, che con un monopattino elettrico si sposta tra i due ristoranti, di raccogliere le prime impressioni.
Malgrado il tempo scorra e le squadre dovrebbero ormai aver capito come muoversi gli errori non si fermano. “Giulia qualche comanda la devi chiamare anche tu”, esorta Locatelli. “Dai, dai, come on, come on”, anche Cannavacciuolo si cimenta nell’inglese per esortare le brigate. A questo punto Giulia, capitano della squadra blu, ha ancora qualche incertezza nel dirigere i compagni mentre Nicolò sembra aver preso in mano le redini della situazione. Il servizio è finito, gli ospiti devono esprimere i loro voti. I commensali hanno due possibilità: se il menu ha soddisfatto le aspettative possono decidere di pagare il conto altrimenti possono tranquillamente andarsene.
I blu e i rossi rientrano nell’arena di Masterchef, il dado è tratto. La squadra vincente verrà svelata da un milanese doc, il primo dei Milanesi, Beppe Sala. L’esterna è stata un vero testa a testa, con quindici voti contro diciotto, è la brigata Rossa a vincere. Ora Marisa, Francesca, Giulia e Davide dovranno sfidarsi al Pressure Test.
Il tema del Pressure Test è l’importanza della comunicazione in cucina. A coppie, Giulia con Davide e Marisa con Francesca dovranno sfidarsi. “Coppie unite dal destino, come una madre con suo figlio, un nonno con suo nipote, come quelle persone che con gesti e parole tramandano la tradizione di generazione in generazione, proprio come fanno i membri della famiglia che sto per presentarvi. Diamo il benvenuto ad Alfonso Iaccarino e suo figlio Ernesto, due stelle Michelin con il ristorante Don Alfonso 1890 di Sant’Agata sui due Golfi”, dice Barbieri. La famiglia Iaccarino è la sola ad aver aperto ristoranti in tutti continenti del globo. “Alfonso da più di mezzo secolo detta le regole della cucina mediterranea in tutto il mondo”, afferma Locatelli.
La comunicazione in cucina è tutto per tramandare le ricette, ma anche per spiegare a un altro cuoco come realizzare i piatti nella maniera giusta. Solo un membro delle due coppie potrà ascoltare e assaggiare la ricetta della famiglia Iaccarino che dovrà essere riprodotta. Francesca e Davide vanno nella Master Room per scoprire la ricetta del “Il Vesuvio di rigatoni“. Saranno loro a iniziare a cucinare e poi, come in ogni staffetta che si rispetti, dovranno passare il testimone all’altro concorrente che concluderà il piatto dopo aver ricevuto pochissime indicazioni e senza poter richiedere ulteriori suggerimenti.
Partono i quarantacinque minuti, trascorso metà del tempo in un minuto e mezzo chi stava cucinando deve spiegare al suo compagno come portare a termine la ricetta. “Davide e Francesca muti, non potete neanche gesticolare”, ammonisce Cannavacciuolo. È il momento degli assaggi. Davide e Giulia presentano il loro piatto “A me sembra il Colosseo non il Vesuvio”, dice Barbieri. ” Qui invece il Vesuvio ha eruttato, c’è la lava”, afferma Cannavacciuolo quando è il momento di assaggiare il piatto di Marisa e Francesca. “Dovevate rifare il Vesuvio, ma abbiamo visto tutto tranne che il vulcano che regna sopra Napoli, ma un piatto si salva e l’altro no”. Marisa e Francesca sono salve.
Davide e Giulia devono confrontarsi in un testa a testa per scoprire chi dei due si salverà. I due concorrenti devono replicare un piatto di Don Alfonso in maniera impeccabile, chi farà più errori andrà a casa. Il piatto da riprodurre è lo “Spaghetto alla mediterranea con sgombro in carpione”. Non ricevono alcun suggerimento dagli Iaccarino su come realizzare il piatto, devono solo affidarsi ai propri sensi e al proprio palato dopo averlo assaggiato. La spesa è già fatta, hanno un cestino con gli ingredienti necessari per prepararlo, tra gli ingredienti, però, c’è anche qualche intruso che potrebbe indurli in errore.
Trenta minuti per la realizzazione. La tensione si taglia col coltello. È tempo degli assaggi. Entrambi hanno usato qualche ingrediente intruso che, però non ha rovinato gli equilibri del piatto. “Siete stati tutti e due bravi, ma una persona si è avvicinata meno all’idea della cucina stellata di Don Alfonso, per cui a lasciare per sempre la cucina di Masterchef sei tu Giulia”, sentenzia Barbieri. Davide è salvo e sale in balconata.
“Spero che oggi abbiate capito tutti quanti che in cucina come nella vita c'è bisogno di un grande cuore. Tanto grande da contenere almeno due cose, la passione sconfinata e il coraggio di seguirla. Si può essere bravi, padroneggiare grandi tecniche, ma ci si deve immergere anima e corpo in quello che si fa. Chi non si sporca e non soffre non arriva alla fine. Io riesco da qui sotto a vedere il cuore di Davide che pompa a mille a partire dalla prossima volta voglio sentire anche il tuo Nicolò. Buonanotte”, così Barbieri congeda i concorrenti. A giovedì prossimo.