Pasticceria

Quanto lavorano i pastry chef? La verità su orari e turni nei ristoranti

di:
Claudia Bartoli
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copertina pastry chef jungsik

Com’è il lavoro da pastry chef? Una giovane donna che dal paese d’origine è arrivata in America per realizzare il “sogno americano” racconta la sua giornata tipo: ora prepara dolci di alto livello per un lussuoso locale di Manhattan.

La notizia

Yoonjung Oh è un’executive pastry chef e lavora nella cucina del noto ristorante newyorkese Jungsik. È arrivata negli Stati Uniti poco più che adolescente dalla Corea, per poi raggiungere a New York il fratello e iniziare la sua carriera nel mondo dei dolci.


Una volta atterrata negli Usa, ha frequentato il Culinary Institute of America nello stato di New York per specializzarsi in pasticceria. Sin da piccola amava preparare torte, ma non si sarebbe mai aspettata di arrivare a realizzare dessert del calibro di quelli serviti nei migliori ristoranti Michelin. Invece, così è stato. Dopo qualche esperienza in altri locali, cinque anni fa ha cominciato la sua avventura nel ristorante coreano Jungsik, in cui lo scorso luglio è stata promossa Executive pastry chef. La vetta del successo, però, non ha ridotto la sua mole di impegno.

@Britney Nguyen



La pasticcera coreana arriva al ristorante alle 13.30 e resta a lavorare con ritmi serrati fino alle 23, nei giorni meno affollati, o fino all’una di notte nel weekend (“quando torno a casa sto quasi sempre morendo di fame”). Ogni giorno, perché il locale cambia menu stagionalmente e ai clienti vengono serviti pre-dessert, dessert e piccola pasticceria, che chiude la sequenza con macaron e kumquat candito.


Inoltre, alcune torte vanno preparate giorno per giorno e la chef deve pensare e studiare decorazioni e dettagli nei minimi particolari; è il caso del gelato a forma di carota ripieno di crumble di torta di carote, che deve essere assemblato, congelato, immerso nel cioccolato e ricoperto di glassa.


Sono qui perché voglio essere qui, ha senso”, dice. “Ma quando rimango a casa, cerco di non pensare mai al lavoro. Per quanto mi piaccia, sto pensando di tornare in Corea. L'anno prossimo o tra due o tre anni, non so cosa farò”

 Fonte: businessinsider.com

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