Come il Coronavirus sta cambiato le nostre abitudini. Incrementi del 90% per le consegne di spese a domicilio e contatti cresciuti del 1000% nelle piattaforme web. L’allungamento dei tempi d’attesa come risultato inevitabile.
La Notizia
L’imprevista esperienza legata all’emergenza coronavirus e la successiva quarantena sta continuando a modificare le nostre abitudini alimentari anche in fatto di spesa. Si è infatti passati dall’ingiustificato assalto ai supermercati nei primi giorni, nonostante le continue rassicurazioni relative alla disponibilità di scorte di prodotti, per poi virare sulla spesa “virtuale”, quella con consegna a domicilio. L’obbligo di uscire solo in casi di reale necessità ha di fatto mutato il carrello, fisico, degli italiani in un altro, digitale, per poter fare approvvigionamento di beni alimentari evitando continui contatti in strada ed al supermercato.Se quindi da un lato si è registrata una forzata informatizzazione, dettata dalle necessità, anche da parte di chi aveva poca dimestichezza con gli strumenti digitali, dall’altra si è inevitabilmente verificata una enorme criticità legata ai troppi accessi ai portali di spesa online, che hanno letteralmente mandato in tilt i sistemi di consegna, che ad oggi fanno registrare tempi di attesa di almeno 10 giorni per vedersi recapitare la merce a casa propria.
La dilatazione dei tempi di consegna è iniziata naturalmente nelle prime città investite dal coronavirus e dalla diffusione incontrollata dei contagi: Milano, Bergamo e Brescia ma tutta la Lombardia in generale quindi, dove catene come Coop ed Esselunga, nonostante la moltitudine di punti vendita regolarmente aperti ed il flusso costante di rifornimento delle merci, hanno visto crescere le richieste di spesa a domicilio del 90% con oltre 1.000 utenti giornalieri, ma soprattutto con un tempo medio d’attesa che ha ben presto superato i 10 giorni per giungere in queste ore alle 2 settimane nel resto del territorio nazionale.
In altri casi, come quello di Supermercato24, gli ordini sono rapidamente triplicati nei primi giorni, i contatti cresciuti del 1000%(!) con tempi di consegna di quasi una settimana per il market place specializzato nelle consegne a domicilio che opera con tutte le maggiori catene di distribuzione. “Stiamo gestendo al meglio l'enorme mole di richieste di questi giorni, ma sono prevedibili disagi e ritardi, anche per le giuste misure di precauzione in atto nei punti vendita che allungano i tempi di esecuzione”, ha dichiarato un portavoce. I prodotti di base e di prima necessità continuano ad essere privilegiati dai clienti.
La crescita del delivery non ha riguardato solo le catene di supermercati ma anche le piccole botteghe e tutte le altre insegne (pasticcerie, pizzerie, ristoranti) che continuano a lavorare a serranda chiusa per consegnare, solitamente nel quartiere di riferimento, varie tipologie di preparazioni. L’ultimo fenomeno “evolutivo” riguarda invece i distributori di prodotti di qualità, quali ad esempio Longino e HQF, che hanno attivato un servizio dedicato al consumatore finale, per poter acquistare a prezzi standard, di solito riservati ai ristoratori, varie eccellenze presenti nei loro cataloghi.