Chef

Mauro Colagreco: “Il virus ci ha mostrato che non ci sono confini, siamo tutti uguali, tutti esseri umani”

di:
Marco Colognese
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colagreco

è molto più potente delle linee di confine e delle divisioni che ci indicano le mappe geopolitiche.”

La Notizia

Mauro Colagreco, chef del miglior ristorante del mondo secondo i 50 Best Restaurants con il suo Mirazur a Mentone, continua a condividere i suoi pensieri nel pieno della crisi del Coronavirus. Questo grande cuoco parla di unità dalla Francia, passando per l'Argentina, per arrivare in tutto il mondo e dichiara: “Stiamo attraversando un momento molto complesso e particolarmente difficile per tutti. Uno shake-up sociale planetario che ci mostra insieme con una velocità senza precedenti i nostri punti deboli insieme a quelli di forza e che fa appello più che mai alla nostra capacità di sintesi e risposta. Si tratta di un momento unico per uscire dall'inerzia e ideare nuovi contributi. Quali sono le nostre capacità di navigazione in questi tempi? È la domanda più urgente che la realtà di oggi ci pone. Alla base della filosofia di Mirazur ci sono valori sui quali abbiamo lavorato e che riteniamo essenziali per il nostro agire quotidiano, per far crescere ed evolvere la nostra cucina e tutto il gruppo di persone che con noi collabora. Ma soprattutto si tratta di valori che oggi riteniamo possano dimostrarsi rilevanti per affrontare momenti di crisi di queste dimensioni. Il virus ci ha mostrato che non ci sono confini, che su questa terra condividiamo un destino comune. L'idea che "siamo tutti uno" è molto più potente delle linee di confine e delle divisioni che ci indicano le mappe geopolitiche. È un appello a connettersi a livello dell’intera umanità e a comprendere diversità e differenze come un’opportunità per arricchirci con i diversi contributi di ciascuno. La solidarietà e la possibilità di condividere informazioni e conoscenze, sullo stesso piano, ampliano le nostre probabilità di evoluzione e nei casi più critici la nostra reale capacità di sopravvivenza. Così autonomia, vicinanza, e legami all’interno della nostra comunità diventano fondamentali. La domanda sull’origine dei nostri alimenti, da dove essi provengano, su chi ci garantisce come siano prodotti, come si muova il nostro approvvigionamento…


La valorizzazione dei produttori locali, di coloro che lavorano con le risorse del luogo e che fanno della sovranità alimentare e della cura della terra la loro bandiera, è di primaria importanza. È il momento di rafforzare queste reti all'interno delle nostre comunità, ovunque ci troviamo. Ringraziamo, supportiamo, scegliamo di consumare responsabilmente e collaboriamo con loro, così potremo garantire la continuità di questo settore primario nella produzione alimentare, e saremo più preparati a rispondere alle situazioni di crisi, oltre a godere della bellezza di prodotti freschi, sani e pieni di qualità nutrizionali per il nostro corpo e il nostro spirito. È un’occasione speciale per riflettere profondamente sulla società che stiamo costruendo, uno shock che ci porta dei messaggi dal futuro se avremo la necessaria apertura mentale e il coraggio di ascoltarli. Ciò che deve finire con il Covid-19 sono l'ossessione narcisistica e le gerarchie. In questo mondo globalizzato, i pericoli stessi si globalizzano e con la stessa velocità colpiscono tutti allo stesso modo, sia che proveniamo dal terzo mondo o dai paesi più industrializzati.


Prendersi cura l'uno dell'altro prendendosi cura delle nostre risorse materiali, umane e spirituali rafforzando la nostra capacità di reagire sembra essere il filo di Arianna da seguire per ripercorrere a ritroso il labirinto e ritrovarci nella felicità di condividere amorevolmente il nostro destino comune su questa Terra."


(fonte 7canibales)

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