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Wolfgang Puck: “I dipendenti? Chiedono aumenti di 30.000€, è un salasso”

di:
Claudia Bartoli
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copertina wolfgang puck

Chef, imprenditore e personaggio noto nel settore ristorativo con numerosi locali dislocati in tutto il mondo, Wolfgang Puck rivela le difficoltà che sta affrontando per tenersi stretti i dipendenti.

La notizia

Lo chef-imprenditore Wolfgang Puck, proprietario di un gruppo di ristoranti di lusso e svariati locali pop, ha rilasciato un’intervista a Yahoo Finance su inflazione e crisi della ristorazione di livello, affermando che “alcune cose, nell’ultimo periodo, sono andate fuori controllo”.

@Michelle and Chris Gerard



Il costo medio per il cibo nei nostri ristoranti è aumentato del 15%, il che è semplicemente troppo”, commenta, aggiungendo che persino i prezzi per comperare le attrezzature da cucina sono cresciuti vertiginosamente. “Ho comprato l’altro giorno 12 taglieri spendendo $ 1.500, e poi una settimana dopo, per realizzare lo stesso acquisto, ho dovuto sborsare $ 2.000”.

@James Farrel



Ma non è solo Wolfgang Puck a parlare con preoccupazione della situazione attuale che si registra negli Stati Uniti. Secondo l’Indice dei prezzi al consumo (CPI) del Bureau of Labor Statistics (BLS) dello scorso settembre, il costo complessivo del cibo è aumentato dell’11,2% rispetto allo scorso anno. Le problematiche, però, non riguardano solamente l’aumento dei prezzi, ma anche e soprattutto la forza lavoro. Secondo lo chef tenersi il personale è diventata un’impresa e trovare nuovi impiegati non è per niente semplice. Nonostante il livello occupazionale nel settore ospitalità sia attualmente salito, il tasso è ancora molto inferiore rispetto alla media del periodo pre-pandemico.


L’imprenditore si trova a dover fare i conti con carenza di personale e costi vertiginosi degli stipendi in quasi tutto il mondo, dato che i suoi locali sono sparsi praticamente ovunque tra New York, Singapore e Budapest. “È davvero difficile, è un fenomeno mondiale,” dice Puck. “Da Spago a Budapest, per esempio, è altrettanto complicato reclutare personale che a New York o a Los Angeles; grazie a Dio, abbiamo un buon nome e paghiamo bene, quindi ci teniamo stretti i dipendenti, ma è diventato più costoso.”


Infine arriva lo sfogo: “Un sommelier, che lavora in uno dei miei ristoranti percependo uno stipendio di 100.000 dollari l’anno, mi ha detto di aver ricevuto un offerta in un altro locale per 30 mila dollari in più e allora ho deciso di darglieli io per farlo rimanere. Formare un’altra persona mi sarebbe costato di più”.

Fonte: finance.yahoo.com

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