Nelle decisioni prese per affrontare la fase 2 il Governo federale tedesco si “dimentica” del settore della ristorazione
La Notizia
Nessuna decisione sulle riaperture di ristoranti, bar e pub è stata presa dal Governo Federale tedesco nei vari incontri susseguitesi in questi giorni. Non solo non è stata presa alcuna decisione in merito, ma il tema non compariva nemmeno all’ordine del giorno, nonostante il settore dell’ospitalità sia uno dei più colpiti dalla crisi economica provocata dal covid-19. Secondo la cancelliera Merkel, infatti, è difficile mantenere o controllare le restrizioni al contatto nei ristoranti e prevedere ora un piano di riapertura rovinerebbe i sacrifici fatti fin qui. Dello stesso parere è il primo ministro bavarese Markus Soder per cui è fondamentale prevenire situazioni incontrollate dato che finora la gente ha seguito rigorosamente le restrizioni imposte. “Capisco che la gente vuole andare al ristorante o nelle birrerie. Qui, tuttavia, è difficile indossare una mascherina specialmente se si sta sorseggiando un bicchiere di vino o un’ottima birra fredda”, dice Soder. Il primo ministro bavarese, allo stesso tempo, spinge perché l’imposta sul valore aggiunto per ristoranti e hotel venga abbassata al 7%. Ma cosa farsene di una tale misura se non si hanno entrate?La maggiore delusione per le non decisioni e la mancanza di considerazione del settore ristorativo che versa in crisi drammatiche è stata quella del DEHOGA, l’associazione di ristorazione. “Non abbiamo una tabella di marcia e quindi nessuna prospettiva per le nostre aziende”, afferma Lars Schwarz, presidente dell’associazione alberghiera e di ristorazione nel Meclemburgo-Pomerania. “Eravamo pronti a riaprire gradualmente i ristoranti a partire dal 20 Aprile seguendo condizioni molto rigorose. Ora il divieto di contatto comprese le chiusure dei ristoranti si sono protratte almeno fino a inizio di Maggio e non si ha nessuna indicazione di come proseguirà”, continua Schwarz. La situazione per la ristorazione, teutonica e non solo, è davvero allarmante e secondo un’indagine della DEHOGA nove imprese su dieci nel settore alberghiero e della ristorazione del nord-est hanno già fatto domanda di aiuto d'urgenza. Sempre secondo Schwarz è giusto che si ricerchino e diano regole uniformi per tutto il Paese, tuttavia, a suo avviso, bisognerebbe considerare anche caso per caso e le differenze tra uno Stato e l’altro sia in quanto a esigenze, sia per quanto riguarda il tasso di contagio da coronavirus. “Abbiamo il minor numero di persone contagiate nel Meclemburgo-Pomerania occidentale e siamo visitati da numerosi ospiti dato che siamo un’area turistica. Le distanze di sicurezza richieste tra gli ospiti potrebbero essere mantenute in molti stabilimenti”, conclude Schwarz.
Impedire la diffusione del contagio è sicuramente l’obiettivo principale, ma non si può prescindere dal sistema economico che è quello che regge gli Stati. Si spera che nei prossimi accordi stato-federali la Merkel e i primi ministri discutano tra i primi punti all’ordine del giorno il da farsi con il settore dell’ospitalità, linfa vitale per l’economia di molti Stati.