Attualità enogastronomica

Difesa del lavoro dipendente e sospensione degli affitti a lungo termine: le richieste della ristorazione inglese per non soccombere

di:
Massimiliano Bianconcini
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ristoranti inglesi covi19

A causa dell’agenda poco chiara del Governo inglese riguardo la riapertura, la ristorazione inglese chiede aiuto con richieste di proroga del programma di difesa del lavoro dipendentete e la sospensione degli affitti a lungo termine.

La Notizia

La Gran Bretagna è tra i paesi più colpiti in Europa dalla pandemia da covid-19. Una vera tragedia per un Paese che al momento risulta avere circa 150mila casi accertati con un tasso di mortalità tra i più alti in Europa.


Mentre Johnson è accusato di non rispondere in maniera efficace sotto il profilo sanitario alla pandemia in atto, la scusa dei ritardi sarebbe stata causata dalla Brexit, dicono fonti ufficiali vicine al Primo Ministro Inglese, un altro fronte di polemiche che sta per abbattersi sul Governo. Le prospettive, infatti, di una rapida riapertura del settore della ristorazione e dell'ospitalità non sono ottimistiche. Il ministro Michael Gove ha confermato che ristoranti, pub e bar saranno le ultime aziende a veder allentate le misure introdotte per la lotta contro il virus covid-19. Un po’ come in Italia del resto.

Per i vertici dei settori dell’ospitalità e della ristorazione, invece, l’agenda del Governo dovrebbe essere completamente ribaltata. Tali settori dovrebbero deve essere tra i primi a vedere allentate le restrizioni, introdotte con ritardo lo scorso 23 marzo; e comunque prima del settore alberghiero. Contrariamente ad un soggiorno in un hotel, è soprattutto la convivialità e la possibilità di stare in compagnia che gli ospiti apprezzano quando si recano in un ristorante.


«Vogliamo assicurarci che la vita economica e la vita sociale della nazione possano tornare ad essere quello che erano un tempo. Ma se anche saranno eliminate alcune restrizioni, le aziende e le istituzioni dovranno comunque cambiare e adattarsi alle nuove norme del distanziamento sociale, almeno fino a quando non ci sarà un vaccino. È quanto abbiamo appreso dal comportamento di questo nuovo virus», ha affermato Gove. Come a dire che se non ci saranno novità nella gestione di covid-19, le nuove norme sono necessarie per la sicurezza di tutti anche se danneggiano un settore fiorente e fondamentale come quello della ristorazione e dell’ospitalità.


UKHospitality, l'Associazione che unisce e rappresenta i proprietari di ristoranti, pub e bar, ha scritto al Dipartimento per gli Alloggi, i Comuni e il Governo Locale chiedendo una proroga immediata della moratoria di sei mesi sugli sfratti. Ciò significa che, qualora venisse accolta la richiesta, i proprietari degli immobili non potranno sfrattare le aziende, che hanno sospeso il pagamento dell’affitto, né fare causa per la restituzione della merce per pagare eventuali debiti; a condizione che gli effetti a medio termine della crisi non siano sufficientemente chiari.


UKHospitality continua inoltre a esercitare pressioni sul Governo d’oltre Manica, perché adotti misure che sostengano il settore nel breve periodo. Tra le richieste ci sono: un'ulteriore proroga del programma di difesa del lavoro dipendente, una sorta di cassa integrazione italiana, ma anche la sospensione degli affitti a lungo termine, per proteggere le aziende dai maggiori costi fissi. «Per il momento, il blocco completo è previsto fino al 7 maggio 2020, quando il Governo rivedrà le misure di contenimento di covid-19», ha dichiarato il ministro degli Esteri Dominic Raab, che rappresenta il Primo Ministro Boris Johnson. Ma le prospettive per la riapertura completa non sono confortanti, ipotizzando addirittura luglio o agosto 2020.

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