Attualità enogastronomica

Riapertura dei ristoranti in Puglia: la metà vorrebbe ripartire nel 2021 anziché a giugno

di:
Sveva Valeria Castegnaro
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Il 45,8% dei ristoratori dal Gargano al Salento vorrebbe ripartire nel 2021 con concreti aiuti da parte del Governo.

La Notizia

Non solo le proteste distanziate e ordinate dei ristoratori milanesi preoccupati o meglio terrorizzati dalla disastrosa situazione  del settore dell’ospitalità e ripagati con multe di 400 euro per il mancato distanziamento sociale, come si dice oltre al danno la beffa. Ora a farsi sentire sono anche i ristoratori della Puglia. Secondo un sondaggio promosso dal consorzio “La Puglia è servita” l’83% degli esercenti teme che non ci siano clienti a sufficienza per reggere i costi della riapertura dei locali prevista per il 1° di Giugno. "In Puglia è emerso un mondo della ristorazione spaccato, ma tutti sono d'accordo su un punto: subiranno molti danni per il taglio dei posti a sedere. I ristoratori del nostro Consorzio basano la loro attività sul convivio, che va ben oltre del semplice cibo", commenta, la direttrice del Consorzio, Vittoria Cisonno.  Il 45,8% dei ristoratori pugliesi sembra essere pessimista e vorrebbe ripartire nel 2021 con un serio piano di fondi pubblici. Il 41,7%, che invece si rivela più ottimista, vorrebbe provare a ripartire a inizio Giugno. Il 29,2% degli operatori si è già organizzato fornendosi dei Dip e sta formando lo staff per affrontare quella che sarà la nuova realtà dell’”andare al ristorante”.


Oltre alle opinioni e alle speranze personali è dato certo che 1 ristoratore su 8 subirà un danno per la riduzione dei posti a sedere e 1 su 5 non potrà applicare il distanziamento richiesto dalle misure anti contagio. Beppe Schino presidente del Consorzio “La Puglia è servita” sottolinea che “Il 20,8% dei ristoratori indica, come unica possibilità la cassa integrazione fino a fine anno”.  Una richiesta, questa, che sembra distanziarsi molto dalle intenzioni del Governo che, secondo indiscrezioni, vorrebbe prevedere la cassa integrazione solo fino ad Ottobre.  Oltre all’”espediente” della cassa integrazione il 37,5% dei ristoratori chiede l’accesso rapido a strumenti di liquidità finanziaria e il 29,2% la cancellazione di imposte e di tasse per tutto il 2020. La condizione per il mondo della ristorazione sia pugliese che italiana e di tutto il mondo è davvero tragica, su questo non c’è dubbio. La speranza più viva è che i ristoratori possano ripartire il prima possibile con un forte e concreto sostegno da parte delle Istituzioni, sia per loro che per le molte persone che  hanno molta voglia di tornare a sedersi ad un tavolo di  ristorante.

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