Tra le preoccupazioni per garantire la sicurezza del personale, dei clienti e i problemi di logistica Chris Galvin riparte sperando di riuscire a superare la caduta libera causata dal covid-19.
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“Abbiamo preso la decisione di chiudere prima che ci venisse detto di proteggere i nostri clienti e il nostro personale. È stato davvero difficile per noi come azienda", dice, riferendosi al lockdown imposto dal coronavirus, lo chef stellato Chris Galvin, che con suo fratello Jeff possiede sette ristoranti nella regione dell’Essex e a Londra. “Ho temuto di dover lasciare a casa tutto il mio staff”, prosegue. Nonostante la sua lunga carriera in cui ha subito quattro recessioni e una stretta creditizia, chef Galvin non ha mai visto nulla di così economicamente impattante come il covid-19. “Anche la recessione dal 1989 al 1990 non è stata nulla del genere, siamo sempre riusciti a lavorare", afferma.Prima che tutto avesse ancora inizio chef Chris Galvin si era recato per lavoro in India e la prima pulce gli era saltata all’orecchio. “La gente ci chiedeva se avessimo sentito parlare di ciò che stava per succedere. Ci dissero di metterci le mascherine, ci imploravano. Non sapevamo di cosa stessero parlando, ma a marzo siamo precipitati in caduta libera. Mi sono seduto con mio fratello e i direttori generali, ci siamo guardati l'un l'altro e ci siamo detti 'non possiamo farlo'. All'inizio abbiamo pensato che avremmo dovuto chiudere per due settimane, non avremmo mai immaginato che si trattasse di tre mesi". Nonostante la fase più acuta del virus sembri essere alle spalle, chef Galvin è ancora molto preoccupato soprattutto per quanto riguarda la gestione del suo team e della logistica dato che le misure di distanziamento sociale richiedono, inevitabilmente, un minor numero di persone concentrate nello stesso luogo sia che siano dipendenti, sia che siano clienti. “La sicurezza è fondamentale. Abbiamo predisposto una stazione di sanificazione quando le persone entrano e puliamo regolarmente i bagni. Dobbiamo pensare al modo in cui riorganizzare i tavoli e al modo in cui cercare di mantenere il flusso di clienti. Indosseremo mascherine e due cappelli quando saremo in cucina. Abbiamo un sacco di costi in arrivo e nessun vantaggio”, puntualizza. Galvin è molto preoccupato di non riuscire a mantenere in attività tutto il suo team dato che molto probabilmente i fatturati settimanali potrebbero dimezzarsi a meno che le misure di allontanamento sociale non vengano allentate. “Abbiamo 70 membri del personale e combatteremo duramente per mantenere ogni singola persona con il supporto dei congedi”.
Nonostante tutte queste preoccupazioni chef Galvin non è del tutto negativo ed è sicuro che rispettando e garantendo le misure sanitarie preventive la gente avrà voglia di uscire e così si mette in prima linea per rassicurare quelli che saranno i suoi commensali. "Ho esaminato i sondaggi e il 60-70% delle persone vuole sapere di essere sicuro prima di andare al ristorante. Sarò il primo a garantire la sicurezza del mio staff e dei miei commensali”, conclude.