La recensione è un’arma a doppio taglio in mano ai clienti non facile da contrastare. «È molto fastidioso quando le persone scrivono cose che non sono vere», dice la cuoca Pip Lacey.
La Notizia
Se l'industria della ristorazione inglese ha imparato qualcosa, da quando il Premier ha autorizzato la riapertura il 4 luglio scorso, è che alla gente piace mangiare fuori. Un trend evidente anche in Italia, a giudicare dal fatto che pizzerie, taverne, trattorie, così come la ristorazione più sofisticata, stanno avendo un buon riscontro. Non come il periodo pre covid, ma nemmeno come era stato ipotizzato dagli analisti durante il lockdown. Eppure, nonostante questo resta anche evidente che le cattive abitudini dei clienti, come le mancate presentazioni e le false recensioni online, sono dure a morire e si riscontrano dappertutto. Anche nella algida Albione.È quanto accaduto a Hicce la scorsa settimana, il locale della chef Pip Lacey e di Gordy McIntyre, co-proprietario della struttura e socio in affari della cuoca, a cui proprio non è andata giù una recensione su TripAdvisor che sosteneva che le misure anti-covid del locale non erano all'altezza. La cosa ha fatto molto arrabbiare, perché prima ancora di riaprire i due, il 17 giugno 2020, avevano lanciato Hicce Market: un'offerta da asporto la cui sede era esterna, proprio sotto il ristorante a Coal's Drop Yard. Un’operazione che ha visto crescere i fatturati, aiutati dal programma “Eat Out to Help Out”. Ora, non era possibile avere un buon successo ed essere premiati nelle operazioni da asporto se non fossero stati garantiti standard elevati della sicurezza.
«È molto fastidioso quando le persone dicono cose non vere come accaduto nel fine settimana - ha dichiarato la cuoca sui social, lasciandosi andare ad uno sfogo personale -. Non solo si sono fissati standard elevati in materia di sicurezza e igiene, facendo tutto secondo le regole, ma abbiamo speso un sacco di soldi in prodotti per il personale, perché non vogliamo che nessuno si ammali e vogliamo fare le cose correttamente. Ribadiamo tutto il tempo di igienizzarsi le mani. Per tutti noi è quasi diventata una seconda natura». Per questo la recensione l'ha lasciata molto dubbiosa.
«Se le persone quando vengono da noi ci dicono cosa non va bene, noi possiamo intervenire anche in corsa e magari migliorare il servizio; o capire dove siamo manchevoli. Se si lascia una recensione, è troppo tardi per noi per fare qualcosa; ma anche per capire dove e come abbiamo sbagliato», ha aggiunto Gordy McIntyre. Purtroppo, le recensioni sono un’arma a doppio taglio. Se da una parte possono aumentare il passaparola e procurare nuovi clienti; alle volte possono rovinare la reputazione di un locale.
Magari un conto più alto del previsto o una piccola incomprensione in sala sono la molla che fa scattare recensioni per niente veritiere, che poi hanno ripercussioni profonde sull’attività. Sono recensioni punitive che spesso non hanno attinenza con i fatti narrati e che sono frutto della maleducazione dei clienti, che non tengono conto del lavoro e dell’impegno economico che c’è dietro un’impresa ristorativa. Al momento però non ci sono modi efficaci per contrastarle, perché il dubbio che effettivamente qualcosa non vada nel locale recensito purtroppo lo lasciano.