Mirco Carati e Antonella De Sanctis, proprietari di Vagh in Ufèzzì in centro a Bologna, hanno trasformato il loro ristorante in un locale con menu a tempo: 18 euro per un’ora, 26 per due ore in cui gustare bis e tris di piatti emiliano-romagnoli
La Notizia
In questo periodo di incertezza, di preoccupazione generale e di coprifuoco che danneggia il settore dell’ospitalità c’è chi non si arrende, non abbandona la voglia di fare, l’inventiva e la creatività che proprio in questi momenti possono essere ciò che fa la differenza e far superare i problemi o, quantomeno limitare i danni. Mirco Carati e Antonella De Sanctis hanno così dato vita alla prima osteria a tempo. Vagh in Ufèzzì, il loro ristorante nel pieno centro di Bologna, non è certo un fast food o un “all you can eat”, ma un locale tipico in cui si mangiano piatti emiliano-romagnoli e non solo. I due proprietari per superare le limitazioni imposte dal Coronavirus, come i posti calmierati e distanziati, hanno, così, deciso di lasciarsi ispirare all’antica tradizione bolognese. Come, infatti, racconta Francesco Guccini nel suo ultimo libro autobiografico alla fine della seconda Guerra Mondiale in via del Pratello aprì “Il Ghitton”: un locale in cui la cuoca serviva solo pasta e fagioli e si pagava a tempo. “Dieci minuti di pasta e fagioli grazie!”. Ogni commensale appena entrava doveva specificare per quanti minuti avrebbe voluto mangiare e la ciotola sarebbe stata riempita di conseguenza.“Volevamo dare un valore al tempo trascorso a tavola, che nella contingenza degli ultimi mesi è diventato molto prezioso per chiunque si trovi a gestire un locale di dimensioni ridotte come il nostro. Possiamo ospitare al massimo 12 persone. La permanenza al tavolo, dunque, va regolata con più rigore, senza per questo inficiare l’esperienza e la nostra cucina. Abbiamo deciso di provare una strada senza dubbio originale che consentirà a più persone con lo stesso budget e la stessa qualità di cenare da noi, prenotando una fascia oraria e consumando a volontà in quel lasso di tempo”, spiegano Mirco e Antonella.
A Vagh in Ufèzzì ora si paga il conto in funzione del tempo che si trascorre a tavola: c’è il turno di un’ora a 18 euro vini esclusi o quello da due ore a 26 euro. Durante il tempo trascorso al ristorante il commensale può mangiare a volontà con bis e tris. Scaduto il tempo ad avvisare il cliente che è ora di rincasare c'è il suono di una vecchia campana, qualora l’orologio posto sul tavolo non dovesse essere sufficiente.
Il periodo è sicuramente incerto e critico, ma si spera veramente che l’inventiva di questi due “originali” ristoratori bolognesi venga premiata e possa essere fonte di ispirazione per chi si trova nella loro stessa situazione.