Attualità enogastronomica

I nuovi contagi da Covid-19 non sono causati dal settore della ristorazione, uno studio lo conferma

di:
Massimiliano Bianconcini
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contagi ristoranti spagna

Ancora una studio rivela che i ristoranti non sarebbero la causa delle nuove infezioni da Covid-19. I risultati sono stati ottenuti incrociando i dati di un’App per le prenotazioni con quelli del Ministero della salute durante il periodo natalizio.

La Notizia

Da una recente analisi condotta in Spagna, sembrerebbe che le cause dell’aumento delle infezioni da covid-19 tra i giovani non vadano imputate ai ristoranti. A rivelarlo sono gli analisti dell’app di prenotazione online “El Tenedor”, che hanno incrociato i numeri forniti dalla app con i dati del Ministero della Salute, dai quali risulta che la crescita principale dei contagi è avvenuta tra i giovani tra i 15 ei 27 anni, fascia di età che rappresenta solo il 10% dei clienti dei ristoranti, come derivato dall'analisi effettuata sui dati della App e dalle informazioni ricavate dai clienti associati a “Hostelería de Madrid” e “Gremi de Restauració de Barcelona”. A sostegno di questa tesi c’è il fatto che nel periodo natalizio questi locali hanno ridotto la loro attività.


Infatti, lo studio ha analizzato i dati di contagio offerti dal Ministero della Salute durante la prima settimana del 2021 (dal 4 al 10 gennaio), in cui si è assistito ad un'accelerazione della diffusione del virus che ha portato a 736 casi ogni 100 mila abitanti. Facendo entrare la Spagna nel pieno della terza ondata. Secondo l'analisi di questi dati, queste infezioni dovrebbero corrispondere ai contatti prodotti durante le ultime due settimane del 2020 (21 dicembre - 3 gennaio), in coincidenza appunto con il Natale. Un periodo in cui i ristoranti di Madrid hanno ridotto la loro attività del 22%, rispetto all'andamento settimanale di novembre 2020 (dati ottenuti attraverso l'evoluzione delle prenotazioni di ristoranti nella stessa app “El Tenedor”). I numeri sembrerebbero indicare che gli incontri in queste due settimane si sono trasferiti alla sfera privata, ossia in famiglia, dove con tutta probabilità si sono verificati i nuovi contagi.


D'altronde, secondo il Ministero della Salute, ad ottobre (quando la maggior parte dei ristoranti erano ancora aperti) solo il 3,5% dei casi rilevati aveva avuto origine nel settore dell'ospitalità. Cifre in sintonia con quelle di altri paesi europei. Questi numeri sono accompagnati dalla percezione che i clienti hanno in generale dei ristoranti come spazi sicuri. Secondo un altro studio, condotto a dicembre da “El Tenedor”, l'83% dei commensali afferma di sentirsi sicuro andando a pranzo o a cena in un ristorante e afferma che, se le circostanze lo consentono, continueranno a farlo durante quest'anno con una media di che oscilla tra 1 e 2 volte la settimana. Nonostante ciò, negli ultimi giorni sono state molte le regioni autonome che hanno scelto di chiudere le attività ristorative o di limitarne ulteriormente la capacità e gli orari, con una casistica diversificata che va dalla chiusura totale a Valencia o in Castilla - La Mancha alla zona più permissiva di Madrid.


I ristoratori continuano giustamente a difendere la sicurezza dei loro locali e vorrebbero continuare a lavorare, come spiega Juan José Blardony, direttore generale di Hostelería Madrid, che dice: «le restrizioni o la chiusura del settore dell'ospitalità non sono la soluzione alla pandemia, poiché è stato dimostrato che non riduce il numero di infezioni e, d'altra parte, affonda l'economia. Il settore dell'ospitalità è al sicuro. Dobbiamo vivere i restanti mesi con questa pandemia senza fare più danni al tessuto imprenditoriale». Una posizione netta e condivisa anche in Italia, dove il blocco decretato dal vario cromatismo delle regioni, sta suscitando malumori nella categoria dei ristoratori. C’è però da dire che il settore dell’accoglienza è fatto anche di pub, birrerie, bar e cocktail bar, locali che non sono entrati nello studio di “El Tenedor” e dove è più difficile tenere i giovani e i giovanissimi distanziati tra loro. Sarebbe dunque difficile fare distinzioni e consentire l’apertura ai soli ristoranti, la cui sicurezza è intuitiva, al di là di ogni ragionevole studio.

Fonte: 7 Canìbales

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