Sfogo a cuore aperto dello chef stellato svizzero Denis Martin che chiede chiarezza e risposte, soffermandosi su quali siano realmente le differenze per i ristoranti di hotel che possono rimanere aperti a differenza degli altri in questo periodo di pandemia.
La Notizia
Continua la situazione di grave disagio e difficoltà vissuta dal mondo della ristorazione, una situazione a livello globale che vede uniti settore ristorativo e dell’accoglienza in una richiesta di aiuto e sostegno.Questa volta l’appello arriva dallo chef stellato Denis Martin, il cui ristorante si trova a Vevey, nel Canton Vaud, sulla sponda nord del Lago di Ginevra. Come molti suoi colleghi, anche Martin dichiara tutto il disagio e l’esasperazione che la condizione attuale comporta, soprattutto per quanto riguarda la quasi totale impossibilità di programmare il lavoro, l’organizzazione e la ripartenza dei ristoranti e della brigata.
Ed è questo ulteriore blocco, questa mancanza di chiarezza e prospettiva che impedisce di guardare al futuro, che blocca qualsiasi progettualità e spinta positiva agli chef che desiderano riaccendere i fuochi delle loro cucine e accogliere nuovamente la clientela con un ritorno, per quanto possibile, alla normalità.
Nel suo sfogo a cuore aperto, lo chef Denis Martin si sofferma sulla differenza, per lui incomprensibile, relativa alle possibilità che differenziano ristoranti e hotel in questo periodo di pandemia.
"Sono una persona ottimista per natura, lo sono stato nel corso di tutta questa crisi, ma oggi vorrei sapere perché ristoranti e hotel hanno un trattamento diverso. Perché i ristoranti all’interno degli hotel possono servire i pasti, mentre per gli altri è vietato?
Facciamo esattamente lo stesso lavoro, con la stessa configurazione, distanza tra i tavoli, tracciabilità del cliente, gli standard sono rispettati come nel settore alberghiero. Avevamo pianificato tutto e tutti eravamo motivati (ristoratori, personale del ristorante, i nostri fornitori) per un'apertura a marzo. Avevamo già molte prenotazioni. In virtù di ciò, le previsioni che indicano la chiusura ancora fino all’estate stanno diventando moralmente ed economicamente insostenibili.
Non è una battaglia tra hotel e ristorazione, ma ora dobbiamo spiegarci. Il Consiglio Federale deve darci una risposta chiara e precisa sulla reale data di apertura dei ristoranti, questo è il minimo per dimostrarci rispetto. Chiediamo solo di lavorare, di mettere in pratica la nostra passione, di portare avanti i nostri sogni, di poter trasmettere le nostre conoscenze alle giovani generazioni."