Immersi nella bellezza di un territorio puro, come se fosse un luogo lontano da tutto, dove il lusso inusuale dell’ospitalità si chiama Adler Lodge Ritten, e le altre strutture della famiglia Sanoner dove il contesto naturale sono le Dolomiti.
La Storia
Arrivare sull’Altopiano del Renon regala di per sé un’emozione insolita, come se fosse un luogo lontano da tutto. Eppure, bastano una decina di minuti di funivia da Bolzano godendo di una vista che definire spettacolare è un eufemismo. Allo stesso modo, sempre dal capoluogo altoatesino, basta poco meno di mezz’ora in macchina. L’Adler Lodge Ritten, aperto poco più di un anno e mezzo fa, è letteralmente immerso nella bellezza. È inusuale in tutto, questo posto. Perché non è un albergo qualunque e soprattutto l’affermarlo non è cosa scontata, infatti ci si ritrova in un’atmosfera differente. Parte di un gruppo di strutture esclusive della famiglia Sanoner, a 1200 metri di altezza e con le Dolomiti a fare da contesto naturale, è il secondo Lodge del gruppo.Il progetto è di Andreas e Klaus Senoner in collaborazione con l’architetto Hugo Demetz e lo studio G22 Projects, con un’architettura ispirata a Clemens Holzmeister, famoso professionista austriaco che nel 1926 aveva progettato l’ala principale dell’Adler di Ortisei. Le strutture sono tutte in legno di abete rosso e larice non trattato, i pavimenti invece sono in caldo rovere e ogni dettaglio risponde ai requisiti di architettura eco-compatibile e certificata con gli altissimi standard di KlimaHaus Nature. Ci racconta la direttrice Alexandra Mayr: “L’idea è nata dopo un viaggio dei signori Sanoner in Africa, dove hanno scoperto l’idea del lodge e hanno pensato di portarla qui in Alto Adige: un hotel un po’ decentrato e diffuso, un edificio principale e vari chalet. È un luogo davvero bello da dirigere, perché è relativamente piccolo con le sue 42 unità tra suite, chalet e suite panoramiche. La nostra idea è la leggerezza e questo è un po’ il tema portante che gli Adler vorrebbero trasmettere agli ospiti”. In effetti la struttura stessa è parte del paesaggio e le auto spariscono immediatamente nell’invisibile garage interrato. Così, al fine di ridurre al massimo l’impatto sulla natura, sia per il corpo centrale sia per gli chalet, è stato utilizzato legno dipinto di nero. Il corpo centrale (o Main Lodge) è un magnifico esempio di spazio, con soffitti altissimi ed enormi open space.
Al piano terra si trova l’area wellness con SPA, infinity pool, bagno turco e sala relax oltre all’area fitness. Al primo ci sono la reception e la zona lounge con uno splendido camino centrale. All’ultimo piano, infine, il ristorante con la sua grande cucina a vista e le vetrate anche sul soffitto per vedere il cielo. Non manca neppure un’area benessere nel bosco con sauna finlandese, biosauna aromatica e una saletta relax che si interseca con i tronchi degli alberi. Lo stile di questo Lodge è decisamente improntato all’eclettismo, mescolando con armonia artigianato locale, arredi classici e dettagli in stile alpino insieme all’arte africana e dei nativi d’America.
Un’intelligente peculiarità che distingue Adler Ritten, legata all’idea di leggerezza, al di là del personale di servizio composto da persone quasi tutte giovanissime e allo stesso tempo capaci di grande professionalità con un tono estremamente informale, è l’idea della formula all inclusive, che molto semplicemente nel prezzo del soggiorno include gli antipatici extra che si ritrovano in conto alla fine ed esclude scontrini, firme e altre burocratiche formalità: soltanto i vini premium (la cantina è comunque abbondantemente fornita di ottime etichette completamente gratuite) e i trattamenti nella SPA sono esclusi.
I Piatti
Vale davvero la pena soffermarsi sulla cucina, ben lontana da quella che si può immaginare come d’albergo, si tratti anche di strutture a cinque stelle. Merito di Hannes Pignater, arrivato qui dalla struttura gemella Adler Lodge Alpe all’Alpe di Siusi. Classe 1982, cresce a Prato Isarco e inizia a fare apprendistato dopo le scuole medie a Cornaiano al Marklhof per poi spostarsi sul Lago di Caldaro e successivamente in Svizzera in un paio di strutture, tra cui una stellata.Partecipa alla coppa del mondo di cucina in Lussemburgo e diventa il primo italiano a vincere il Campionato Mondiale dei Mestieri (la cucina è tra questi): “è stato difficilissimo trovare un posto di lavoro dopo aver vinto, incredibile. Così mi sono ritrovato per la prima volta chef responsabile all’Ansitz zum Steimbock a Villandro. Però lì non ce la facevo più, così con quella che è ora la mia ex moglie e abbiamo preso in gestione la piccola Gasthof anni ’70 dei suoi genitori. Una low budget con 45 euro per la mezza pensione. Però è stato interessante, perché lì facevamo due o tre piatti ma ho imparato a fare costine e stinchi buoni, a gestire i tagli minori perché non mi potevo permettere altro. Una cucina semplice sul serio, insomma.”
Poi Hannes si separa e va in Val Gardena al Welponer per stare vicino al figlio. La sua nuova ragazza, che lavorava all’Adler all’Alpe di Siusi, lo mette in contatto con i Sanoner e lì parte l’avventura che lo porta qui a Renon. “Il mio stile? Lo definirei alpino-mediterraneo; in particolare la parte alpina ultimamente è più presente, perché lavoro con i contadini e mi interesso delle tradizioni, quelle vere di una volta, quando esisteva lo scambio e per ogni valle si sapeva quale fosse il suo prodotto. Ma se il legame con la montagna è fortissimo, voglio comunque restare aperto a tutto il mondo. Ad esempio, mi piace tantissimo lo yuzu e non rinuncio a utilizzarlo”. “Quando immagino i nuovi piatti mi metto nei panni dell’ospite e penso che guardando fuori da questa vetrata vedo boschi e montagne, di certo non mi vengono in mente astici, aragoste o ostriche, perché le trovi in tutto il mondo”.
Del resto, tutte le strutture degli Adler hanno messo a punto un progetto di valorizzazione di specialità e ingredienti delle produzioni locali delle aree in cui sono presenti, dando vita a una collaborazione con molte aziende agricole che privilegiano tecniche naturali di coltivazione e buone pratiche di allevamento, condividendo con Adler l’attenzione agli ecosistemi, alla conservazione della biodiversità e alla tutela dei paesaggi. Tutto questo non è soltanto una bella operazione di facciata, perché si traduce in una notevole attenzione alla qualità in cucina e in piatti concepiti in modo originale e di grande gusto.
Nel caso di Hannes Pignater, l’eleganza va di pari passo con una tecnica che gli consente di gestire una media di novanta coperti a sera (con l’albergo a regime) con idee decisamente interessanti e ben calibrate: “Penso che l’obiettivo primario sia semplicemente quello di soddisfare l’ospite.”
Allora vale la pena iniziare con la morbida tartare di manzo biologico con verdure, servita alla giusta temperatura, oppure con la delicatezza della ceviche di salmerino alpino con cipollotto, mela, sedano verde e caviale di salmerino per proseguire con i tortelli ripieni di crauti, carne salmistrata e senape.
Buonissimo il risotto al prezzemolo con caprino fresco biologico, Schüttelbrot e fiori di montagna. Notevoli i tagliolini al nero di cocco con salsa di formaggio affumicato e jus di ginepro.
Tra i secondi, imperdibile la sella di camoscio con pak choi, crossney e radice di prezzemolo. Si chiude in interessante leggerezza con “Liquirizia” gel di aceto di lamponi, crumble alla liquirizia, gelato di frutti rossi e chantilly al cioccolato bianco.
Indirizzo
ADLER Spa Resorts & Lodges . ItaliaT. +39 0471 775 001 .
Mail info@adler-resorts.com
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