Un malore in montagna, così se n’è andato Ilija Pejic, anima nobile del Tarvisiano
La Notizia
L’ultima volta che ho visto Ilija è stato nel luglio del 2020, un anno orribile, con il suo strascico di quella tragedia che allora pensavamo di aver ormai superato. Ero conciato per le feste dopo una lunga camminata in montagna nei dintorni di Tarvisio, dov’ero arrivato la sera prima per l’edizione estiva di Ein Prosit, manifestazione che l’ha sempre visto in prima linea con il suo bel ristorante al Golf Club e con il suo impegno.“Ti volevo solo salutare” e invece lui mi ha fatto accomodare e servito un risotto, notevole, che aveva preparato per i miei vicini di tavolo con i quali poi è nata una piacevolissima conversazione. Era così, Ilija, una persona sorridente con un amore viscerale per il suo lavoro e per quel luogo che aveva fatto diventare una tappa ambita per gli amanti del pesce in mezzo alle montagne ai confini tra tre stati.
Un bravo cuoco, ma prima ancora un uomo per bene, innamorato della terra in cui aveva scelto di vivere e lavorare e delle sue montagne, dove il destino l’ha costretto a terminare davvero troppo presto un percorso che sapeva dar senso come pochi all’idea di accoglienza. “Ti preparo qualcosa, non te ne puoi andare così”. Anche lui avrebbe dovuto restare.
Foto di Andrea Moretti