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Il giardino in cima a un grattacielo è diventato uno dei ristoranti più esclusivi di New York: Le Pavillon di Daniel Boulud

di:
Sveva Valeria Castegnaro
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pavillon daniel boulud copertina

Le Pavillon celebra la cucina francese in un ristorante-giardino allestito su uno dei grattacieli più suggestivi di New York. Al timone lo chef Daniel Boulud, pronto a stupire la Grande Mela con i migliori piatti d’Oltralpe.

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Una scintillante area bar, impreziosita da una schiera di ornamenti in vetro soffiato che sembrano veneziani (ma sono stati realizzati a Portland, in Oregon) conduce all’accogliente da pranzo allestita con divanetti e sedie dai toni caldi.




I tavoli sono rivestiti di lino, Isay Weinfeld è il designer: questa è l’atmosfera in cui ci si immerge quando si giunge a Le Pavillon, il nuovo ristorante di Daniel Boulud sulla torre One Vanderbilt vicino al Grand Central Terminal a New York.




Inaugurato lo scorso 19 maggio, in concomitanza con le riaperture dei ristoranti nella Grande Mela, Le Pavillon vuole essere un omaggio alla cucina francese negli Stati Uniti proprio nel momento in cui i più ritengono che la cucina raffinata non possa sopravvivere in un mondo che non vuole più mangiare in quel modo.




Le Pavillon, 11.000 metri quadrati di superficie, è uno dei ristoranti più grandi dello chef Boulud, proprietario dello stellato Daniel nell'Upper East Side dal 1993. “Le Pavillon sarà un’altra vittoria da festeggiare”, ha dichiarato lo chef.




Mr. Boulud e i suoi due executive chef, Michael Balboni e William Nacev, hanno pensato al menu del ristorante focalizzandosi sui vegetali e sul pesce; solo tre piatti prevedono carne o pollame. "Ho sempre mangiato piatti di verdure, quindi questa è una conseguenza naturale", ha detto Boulud.




Il menu di tre portate a prezzo fisso del ristorante ($ 125) si concentra su verdure e frutti di mare, tra cui Oysters "Vanderbilt" - zuppa di ostriche in crosta di nocciole e prezzemolo – un omaggio al Grand Central Oyster Bar e al magnate delle ferrovie Cornelius Vanderbilt, che ha costruito il Grand Central Terminal.




Un altro piatto, Moules Billi Bi, rende omaggio a una pietanza che Boulud aveva assaggiato appena approdato Oltreoceano nel ristorante tradizionale Lutèce di New York City. "Quando sono arrivato a New York City nel 1982, uno dei primi ristoranti in cui ho provato ad andare è stato Lutèce. Volevo cenarci per il mio 28esimo compleanno nel marzo del 1983, ma hanno rifiutato la mia prenotazione. Non avevano spazio per me perché non ero famoso, ero solo un piccolo chef al Westbury Hotel".


Boulud alla fine si assicurò una prenotazione cinque settimane dopo, e il primo piatto che lo chef André Soltner gli servì fu un Billi Bi, una zuppa cremosa di cozze con patate, porri e prezzemolo. "Mi è sempre rimasto in mente, quindi ho deciso di inserire nel menu un Billi Bi in memoria di André Soltner e del ristorante Lutèce", ha confidato Boulud.



Tra le proposte di pesce ci sono anche la Sogliola di Dover alla griglia, l'Aragosta del Maine al forno e il Branzino nero alla griglia. Oltre al cibo, l'arredamento della sala da pranzo da 120 posti è una vera e propria attrazione. I suoi ulivi alti 20 piedi e la vegetazione lussureggiante danno la sensazione di trovarsi in una gigantesca oasi verdeggiante.



I più attenti, poi, non potranno esimersi dal giudicare decisamente azzeccata la scelta de “Le Pavillon” come nome del ristorante: Le Pavillon Français, infatti, era il ristorante del padiglione francese all’Esposizione Universale del 1939. Nel 1941 il manager Henri Soulé trasferì Le Pavillon a Midtown Manhattan continuando a celebrare la cucina francese negli Stati Uniti.


"Volevo che il nome fosse un riferimento a New York City e alla Francia. Ho sempre ammirato la cucina classica francese e il nome rende omaggio al periodo della cucina francese in America che ha influenzato i ristoranti di tutto il Paese", ha dichiarato Boulud.

Fonte: forbes.com

Foto: Crediti Le Pavillon

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