Aveva già fatto scalpore per aver eliminato qualsiasi tipologia di carne dal menu. Oggi, però, Dominique Crenn si è decisa a reintrodurla con un occhio di riguardo per il benessere del pianeta: all’Atelier Crenn sta per arrivare il pollo “sintetico” coltivato nei laboratori di Upside Foods.
La Notizia
Fino a ieri era un tabù universale: per i grandi chef le “carni non carni”, chiamiamole così, rappresentavano alimenti poco stimolanti, ancora lontani e in ogni caso troppo processati. Meglio mangiare meno carne, ma sostenibile ed eccellente. A registrare le convergenze, da Cristina Bowerman a Mauro Uliassi, un ottimo speciale del Gambero Rosso diretto da Massimiliano Tonelli. Ma ogni tabù è fatto per essere infranto e a questo giro ci ha pensato Dominique Crenn, che già aveva fatto scalpore per aver eliminato qualsiasi tipo di carne dal suo menu.![](/upload/multimedia/Dominique-Crenn_2023-05-03_17-00-43.jpg)
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Era il 2019, quindi tempi meno sospetti dei nostri, quando a Bay Area si persero le tracce di manzi e polli, anatre, maiali e selvaggina, ottimamente rimpiazzati da pesci e vegetali. Una decisione audace, che intendeva venire incontro ai “bisogni del pianeta” più che ai desideri della clientela, considerata l’impronta di carbonio devastante degli allevamenti. La seconda svolta è arrivata in questi giorni con la firma in calce a una partnership con la compagnia Upside Foods, produttrice di carne coltivata, artificiale o sintetica che dir si voglia.
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L’azienda, con sede a Berkeley, è attiva nel ramo dal 2015: nei suoi stabilimenti la carne non è il risultato di allevamento e macellazione, ma della moltiplicazione pacifica di cellule animali. Il compito di Dominique sarà quello di fornire consulenza e sviluppare ricette. Alla fine della fiera il tristellato Atelier Crenn servirà anche un piatto di pollo artificiale, scevro da dilemmi morali che funestino la degustazione.
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A questo fine, tuttavia, è necessario attendere l’autorizzazione ufficiale della Food & Drug Administration e del U.S. Department od Agriculture, che già stanno esaminando il caso da qualche anno. L’aspettativa è che arrivi nel giro di pochi mesi, in modo che il prodotto possa essere messo sul mercato. Al momento solo Singapore ha già dato semaforo verde.
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“Non la vedo come una carne alternativa per vegetariani e vegani”, spiega Crenn, che nella sua dieta personale non è vegetariana. “Si tratta di pollo ed è delizioso. La gente dovrebbe domandarsi da dove arrivi il suo cibo, come sia creato e che impatto abbia sul pianeta. Upside Foods sta coltivando vera carne da vere cellule, aiutando a costruire un sistema alimentare nuovo e completo”.
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Gli auspici dell’azienda, invece, sono quelli di conquistare una fetta di ristorazione e di mercato, facendosi conoscere dai consumatori abituali di carne. “La gente che arriva nel ristorante di Dominique è in maggioranza carnivora. Capisce il gusto della carne, ama il gusto della carne ed è profondamente consapevole del fatto che la carne deve diventare più sostenibile. Una volta che ha visto l’opportunità di fronte a sé sul piatto, ha iniziato ad assaggiare e ha riconosciuto l’esperienza, penso che possano aprirsi possibilità incredibili”, conclude fiducioso il Ceo Uma Valeti.
Fonte: www.fastcompany.com
Foto: Crediti Upside Foods