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Alalunga, dalla barca al ristorante: la sfida di due pescatori trentenni

di:
Sveva Valeria Castegnaro
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copertina alalunga ristorante

Sono le specie povere a finire nei piatti di Alalunga, il ristorante di due giovani pescatori che hanno tentato la via della ristorazione a Savona. Dalla barca alla terraferma, il loro sogno in divenire.

La storia

In un periodo dove il mantra sembra essere lo zero spreco e la riscoperta di ingredienti “ancestrali”, Davide Busca e Mauro Mantero possono dirsi precursori di questa filosofia nel mondo ittico. I due amici e soci, infatti, con le loro idee e il loro format -concretizzatosi nel maggio 2022 sotto l’insegna del ristorante Alalunga a Savona- sono veri garanti del “pescaturismo” in Italia. Alalunga (un pesce povero parente del tonno) è il nome della loro barca, da cui tutto è partito.


"Studiavo da ingegnere edile, il mio socio e amico era impiegato nella ditta edile di famiglia. Andavamo a pescare per divertimento, lo abbiamo fatto diventare un lavoro. Siamo partiti da zero, senza soldi, solo con le nostre idee che abbiamo proposto alle banche. Dopo tanti rifiuti Coldiretti ha creduto nel nostro progetto e ci ha fatto da garante", racconta Davide, che è anche delegato regionale dei giovani di Coldiretti.  Qualche anno fa, infatti, dall’essere “semplicemente” pescatori i due amici hanno iniziato a vendere dal loro peschereccio cartocci di pesce fritto e panini.


I primi tempi non sono stati facili; in poche settimane, infatti, si sono visti recapitare una sessantina di esposti dei residenti e dei ristoratori vicini che si lamentavano dei fumi e della concorrenza ritenuta sleale. Con la loro tenacia e la passione che li contraddistingue, però, Davide e Mauro sono riusciti a colmare il vuoto normativo scrivendo assieme ad ASL, Sanità Marittima, Regione e Autorità Portuale le regole per vendere dalla barca fritture e panini con il pescato fresco. Allora, quando Alalunga era “solo” il nome del loro peschereccio, come ora, che è diventato un ristorante, il credo dei due giovani pescatori e imprenditori è “il menu lo decide il mare”.



Nel locale sulla darsena di Savona, rilevato dopo il Covid, Busca e Mantero propongono dai calamari alla rana pescatrice, passando per naselli, acciughe, palamite, lanzardo tombarello e via dicendo. “Hanno poco appeal nel nome, ma sono pesci buoni. Pesci che in realtà hanno tutte le qualità organolettiche di quelli più famosi. Ci piace valorizzare e far scoprire a chi ci viene a trovare quelli che sono considerati pesci poveri. Proponiamo il pescato in una forma più elaborata, mantenendo, però, intatta la sua semplicità e autenticità", spiega Davide, che punta a mettere il fritto misto anche sui tavoli del ristorante. E proprio perché, come già detto, il menu lo decide il mare, può capitare di arrivare ad Alalunga e trovare un cartello con su scritto: "Il mare di questi giorni non ci ha permesso di avere abbastanza pescato per il servizio di oggi, dunque siamo costretti a rimanere chiusi".


La cucina semplice, ma consapevole di Alalunga è guidata dallo chef Agostino Russo assieme ad una brigata di sei giovani under 30. Nonostante il successo, i sogni di Davide e Mauro sono ben lungi dall’essere esauriti e la prossima sfida è già sul tavolo: far ottenere l’IGP sulla salatura delle acciughe. “Bisogna sempre pensare in grande”.


Fonte: repubblica.it

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Foto: @Alalunga

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