Dopo 32 anni di carriera come chef e ristoratore di successo, David McMillan decide di abbandonare il grembiule per pensare alla famiglia e a sé stesso: “Ora non ho più preoccupazioni”.
La notizia
Da fiero anticonformista qual è, il noto chef chef David McMillan ha recentemente (e repentinamente) deciso di appendere il suo grembiule al chiodo, abbandonando i fornelli e ritirandosi nella sua fattoria a St-Armand per vivere a contatto con la natura dopo ben 32 anni di carriera nel mondo della ristorazione. Co-fondatore e, fino a poco tempo fa, co-proprietario di Joe Beef, Le Vin Papillon, Liverpool House, McKiernan e Vinette, in passato aveva già dichiarato che si sarebbe ritirato quando avrebbe compiuto 50 anni; poi, però, è arrivato il Covid-19 a ribaltare le carte in tavola.“Ho lavorato per molti chef che avrebbero voluto ritirarsi alla mia età, esattamente come me… C’è tanta infelicità nel settore della ristorazione. Stavo preparando il mio congedo, quando è arrivata la pandemia e sono stato risucchiato. È stato uno shock. Come tutti gli altri colleghi ho risentito del collasso finanziario. La mia carriera è stata fantastica, ma ero arrivato a sbattere la testa contro il muro per cercare di capire cosa potevo vendere online o preparare per il delivery, una realtà al di fuori delle mie competenze. Avevo 1.000 tarli in testa. Una preoccupazione per la lavastoviglie, una per l'elettricista, una per il vino, una per i dipendenti… Ora non ho più preoccupazioni. Ero arrabbiato tutto il tempo: ho deciso che non potevo più vivere così”, confida McMillan.
Non riusciva più a stare a contatto con le persone, era diventato irascibile: “Ero deluso e stanco. Quando mi svegliavo la mattina non mi piaceva più andare al lavoro, mentre prima non vedevo l'ora di stare in cucina. Mi svegliavo nel cuore della notte con i sudori freddi, non avevo pace. Quando ho lasciato i ristoranti un mese fa, due settimane dopo sono stato pervaso dall’euforia innocente che avevo quando ero al liceo. La mia più grande preoccupazione quando mi sono svegliato stamattina è stata preparare il pranzo di mia figlia per la scuola". Ora oltre a prendersi cura della fattoria e delle sue figlie, lo chef vuole pensare anche a se stesso. “Mi piacerebbe lavorare come infermiere al pronto soccorso per rendermi utile. Sono pronto a farlo gratis, ho bisogno di sentirmi realizzato e non di essere il capo".
Nonostante la svolta decisiva nella sua carriera e nella sua vita, McMillan non esclude che questa possa essere solo una parentesi e di poter tornare a cucinare; sicuramente, però, con ritmi e modalità ben diversi da quelli che hanno caratterizzato la sua vita fino ad oggi. “Forse questo è un intervallo. Forse ho solo bisogno di 36 mesi di pausa. Forse un giorno aprirò un ristorante da 12 posti alla fattoria… Una parte del mio cervello pensa di avere ancora 16 anni e di potercela fare, ma la realtà è che oggi anche quando cucino per cinque o sei persone alla fattoria, mi fa male la schiena, mi fanno male le ginocchia, mi fanno male le caviglie”.
Con un po’ di malinconia, ma anche sollievo, ammette: “Passavo 12 ore al giorno in una stanza senza finestre, piastrellata di bianco, con fornelli in acciaio inossidabile e sei fuochi. Allontanarsi dal settore della ristorazione, a volte, sembra come allontanarsi dal carcere".
Fonte: montrealgazette.com
Foto di Copertina: Crediti Dave Sidaway