La cucina del futuro nel profondo Sud italiano. Con un unico irriverente menu, Mr. Brown, Giuseppe Iannotti conquista la seconda stella Michelin.
Giuseppe Iannotti e la seconda stella del Kresios
“Seconda stella a destra, questo è il cammino. E poi dritto fino al mattino. Poi la strada la trovi da te, porta all'isola che non c'è”. Con queste parole si apre il brano di Edoardo Bennato L’isola che non c’è, un testo dove l’artista napoletano indica il percorso da seguire per approdare su quest’isola meravigliosa. La nostra razionalità porta a pensare che un luogo simile non possa esistere nella realtà, ma c’è chi, pur essendo molto razionale, ha trovato la sua “isola che non c’è”, ed è incantevole. Stiamo parlando dello chef Giuseppe Iannotti e del suo ristorante Kresios, che martedì 23 novembre hanno conquistato la seconda stella Michelin (la prima era arrivata nel 2013, ndr).Un premio inaspettato, ma neanche troppo per chi lo segue da anni e sa che Iannotti è uno che ha sempre pensato e agito fuori dal coro in Campania, una regione ricca di tradizione culinaria popolare. Un autentico outsider che ha saputo realizzare da buon ingegnere, a Telese Terme, Krèsios, diventato punto di riferimento per la gastronomia d’eccellenza campana.
Istrionico, creativo, intelligente, entusiasta, infaticabile, ma anche puntiglioso, meticoloso, a tratti maniacale, cerebrale e istintivo, Giuseppe Iannotti è un vulcano di idee e progetti, instancabile, mai fermo, mai sazio. Iannotti è il risultato di un insieme di fattori determinanti, che vanno dal luogo in cui vive e opera, il Sannio, alla famiglia -in primis la mamma Elvira, vera ispiratrice di passione culinaria, e poi il papà Raffaele, che coltiva la terra attorno al Krèsios, assieme al figlio Roberto.
Un nucleo forte, quello familiare, legato al territorio, che col tempo si è allargato fino a comprendere tutti coloro che lavorano dentro e fuori il ristorante. Iannotti lo chiama formicaio, perché ogni singola formichina è lì per dare un contributo, per lavorare in sintonia con le altre, dal sous chef Eugenio Vitagliano alla pastry chef Annamaria Corrado, fino ad Alfredo Buonanno, sommelier e maître, ma anche amico e prova d’assaggio come tutti gli altri ragazzi di brigata, di sala e di cucina.
“Chi ci conosce sa che non ci siamo mai fermati, nemmeno nei momenti più difficili, non ci siamo mai spaventati. Piuttosto abbiamo proseguito a testa bassa, con coscienza di avere delle responsabilità, e abbiamo continuato a fare quello che sappiamo, a creare nuove strade e a inventare soluzioni. È questa la forza del Kresios: intraprendere percorsi inesplorati e creare nuove vie, quando quelle conosciute e confortanti si sono chiuse. È la forza di un gruppo che per me è la mia famiglia. Abbiamo sdoganato un metodo: finalmente in Italia si può fare un solo percorso di degustazione, il nostro è al buio” commenta Iannotti, visibilmente emozionato e orgoglioso di questo premio.
Iannotti uno e trino, perché in ogni suo piatto c’è il legame con il territorio, l’uso di materie prime d’eccellenza selezionate in ogni luogo del mondo e l’avanguardia che dà vita a una cucina ricercata, che guarda avanti e che al contempo è saldamente radicata in ciò che la tradizione ha da offrire. Una cucina fatta di genialità, incarnata in piatti semplici e audaci, che va di pari passo con ricerca, sperimentazione, viaggi, studio, ideazione e costruzione di progetti. Un esempio su tutti è il IannottiLAB, la piattaforma virtuale di conoscenza, scambio e sviluppo gastro-scientifico creata nel 2018 per arrivare a gettare le basi di una nuova filosofia di cucina e di una nuova “classe scientifica”.
Non stupisce, quindi, che la Rossa abbia premiato questo ex “enfant prodige” che guarda al futuro riprendendo la storia della sua terra per una cucina d’avanguardia audace e geniale. Ecco una breve intervista allo chef Giuseppe Iannotti su questo nuovo, felice traguardo.
Essere premiato con due stelle Michelin è un bel traguardo per chi, come te, ha sempre investito nella cucina e nel fare squadra in una terra che non è la Costiera Amalfitana. Cosa ti spinge ad andare avanti ogni giorno e a credere in quello che fai?
Semplicemente non potrei fare altro: Krèsios è il mio mondo, popolato di persone straordinarie con cui porto avanti un progetto non semplice, certo, ma che alla fine ripaga di tutto, che dà soddisfazioni e che ci permette di creare e di portare avanti un concetto di ristorazione personale, frutto di testa, studio e impegno. Per noi non potrebbe esistere luogo migliore di quello che abbiamo costruito, anno dopo anno, mattoncino dopo mattoncino…
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Quale è stata la tua prima reazione quando lo hai saputo e cosa hai pensato?
Panico, perché non potevo condividere la notizia con il mio team…
14 prenotazioni in meno di un'ora da quando ti hanno consegnato le due stelle: una casualità? Cosa ha cambiato questo premio?
Non credo cambierà nulla, la nostra strada è stata tracciata da tempo, questa è solo una conferma che il sentiero è quello giusto.
Cosa significa fare il cuoco oggi?
Significa fare anche l’imprenditore, il datore di lavoro coscienzioso, il ricercatore, lo studioso, il lettore, il curioso, il viaggiatore…
Pastina al formaggino-Crediti Marco Varoli
<br />Fare avanguardia in Campania, cosa comporta?
Spesso ti trovi a fare i conti con una tradizione gastronomica centenaria, meravigliosa ma a tratti ingombrante. Significa guardare al passato con rispetto, ma senza temere il futuro e le proprie aspirazioni.
A chi ti ispiri quando crei un piatto nuovo?
Dipende! Può essere una materia prima, così come un sentimento provato durante un viaggio, un colore o il ricordo di un gusto, un nuovo “giocattolo” del laboratorio o la frase di uno dei miei ragazzi…
Alfredo Buonanno
Raccontaci la tua squadra
È difficile raccontarla in poche parole, ma ci provo… sono coraggiosi, seri, pazzi, appassionati, determinati, cocciuti, entusiasti, tenaci e bellissimi: sono i miei ragazzi, la mia famiglia. Eugenio Vitagliano, Simone Granata, Antonio Giaquinto, Annamaria Corrado, Stefano Corleto, Alessandro D’Alessandro, in cucina; in sala Alfredo Buonanno, Gabriele Rapuano, Elisa Camellini: le formiche del Krèsios.
Che consiglio dai a un giovane, in dubbio se intraprendere o meno un percorso professionale nel mondo della gastronomia?
Se non sei disposto a pedalare, lascia perdere.
A chi dedichi questo premio?
Alla mia famiglia, vale a dire al Krèsios. E poi naturalmente a Bob Noto, sarebbe molto felice del suo “hijo de puta” preferito.
E domani?
Oggi è già domani!
Tramezzino di rane- Crediti Marco Varoli
Litchi e violetta-Crediti Marco Varoli
Indirizzo
Kresios
Via San Giovanni 59 82037 – Telese Terme (Bn)
Tel. +39 0824 9407 23
Mail info@kresios.com
Sito web
Fare avanguardia in Campania, cosa comporta?
Spesso ti trovi a fare i conti con una tradizione gastronomica centenaria, meravigliosa ma a tratti ingombrante. Significa guardare al passato con rispetto, ma senza temere il futuro e le proprie aspirazioni.
A chi ti ispiri quando crei un piatto nuovo?
Dipende! Può essere una materia prima, così come un sentimento provato durante un viaggio, un colore o il ricordo di un gusto, un nuovo “giocattolo” del laboratorio o la frase di uno dei miei ragazzi…
Raccontaci la tua squadra
È difficile raccontarla in poche parole, ma ci provo… sono coraggiosi, seri, pazzi, appassionati, determinati, cocciuti, entusiasti, tenaci e bellissimi: sono i miei ragazzi, la mia famiglia. Eugenio Vitagliano, Simone Granata, Antonio Giaquinto, Annamaria Corrado, Stefano Corleto, Alessandro D’Alessandro, in cucina; in sala Alfredo Buonanno, Gabriele Rapuano, Elisa Camellini: le formiche del Krèsios.
Che consiglio dai a un giovane, in dubbio se intraprendere o meno un percorso professionale nel mondo della gastronomia?
Se non sei disposto a pedalare, lascia perdere.
A chi dedichi questo premio?
Alla mia famiglia, vale a dire al Krèsios. E poi naturalmente a Bob Noto, sarebbe molto felice del suo “hijo de puta” preferito.
E domani?
Oggi è già domani!
Indirizzo
Kresios
Via San Giovanni 59 82037 – Telese Terme (Bn)
Tel. +39 0824 9407 23
Mail info@kresios.com
Sito web