La cucina portoghese si fa strada nel mondo dell'alta gastronomia aggiudicandosi il Grand Prix con il suo esponente di spicco, il bistellato José Avillez
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José Avillez trionfa in Francia: è il miglior cuoco del mondo per l’Académie Internationale de la Gastronomie
La notizia è di quelle sorprendenti. Almeno per chi mastica quotidianamente la cucina internazionale e vede in un colpo solo modificarsi la geografia delle tavole che contano a livello continentale e non solo. José Avillez, cuoco bistellato del ristorante Belcanto a Lisbona, in questi giorni ha ricevuto il prestigioso Grand Prix de l’Art de la Cuisine e per far capire bene la portata dell’avvenimento, basti pensare che nel corso degli anni, a partire dal 1990, quando il premio è stato istituito in Francia, ad aggiudicarselo sono stati Alain Ducasse, Ferran Adrià, Massimo Bottura, Grant Achatz, Joan Roca, Alex Atala e René Redzepi, Enrico Crippa, ovvero i giganti della grande cucina dell’ultimo trentennio.
Il riconoscimento ogni anno viene assegnato a un cuoco di fama che si distingue nella valorizzazione dei prodotti regionali e al tempo stesso dimostra indiscusso talento e creatività. E in questo José Avillez non è certo secondo a nessuno. Nel corso degli anni ha saputo trascinare la cucina portoghese fuori dai suoi confini, mostrandone le potenzialità, promuovendola in giro per il mondo e raccontandone la qualità oltre che la storia, se vogliamo poco conosciuta ai più. Tutto questo reinventandola e rendendola più accessibile pur nell’ambito del fine dining.
Perché se è vero che il suo ristorante di punta è il bistellato Belcanto (Avillez è stato il primo cuoco portoghese ad aggiudicarsi due macarons) che risulta forse un po’ impegnativo, l’universo gastronomico del simpatico cuoco originario di Cascais è piuttosto variegato e mette in fila diversi locali, quasi tutti a Lisbona. Dal Minibar per un agile degustazione da dopoteatro al Cantinho de Avillez, vera e propria versione di tapas in chiave lusitana, dalla Pizzaria Lisboa al gigantesco Barrio de Avillez, un contenitore di diverse cucine tradizionali dove non manca però anche una Cantina peruviana e l’ormai già mitico Beco, il cabaret gourmet che funziona come uno speakeasy e dove degustando piatti prelibati si assiste a uno spettacolo dai toni bohemienne, assolutamente unico nel suo genere.
Va detto però che lo spirito imprenditoriale di Avillez non ha preso il sopravvento serializzando le esperienze o la cucina: ogni indirizzo riserva sempre qualità e contenuti tutt’altro che banali. “Abbiamo lavorato moltissimo” ricorda il cuoco, “per promuovere la gastronomia portoghese e questo premio è in qualche modo il risultato di tutto quello in cui ci siamo impegnati nel corso egli anni. E poi è un grande onore essere accostato a una serie di colleghi che sono sempre stati riferimenti importantissimi nella mia carriera”. Che sia il passo definitivo che apre le porte a un possibile tristellato in Portogallo da parte della Michelin? Sarebbe il primo di sempre e, oltretutto, più che meritato.