Abbiamo intervistato Andrea Petrini, uno dei maggiori influencer e talent scout della gastronomia a livello planetario, per farci raccontare cos’è Gelinaz.
L'Intervista
Intervista ad Andrea Petrini
Per capire cos’è la grande macchina di Gelinaz, abbiamo raggiunto telefonicamente il suo demiurgo, Andrea Petrini, che nonostante il grande fermento dei preparativi, si è generosamente prestato a raccontarcelo.
Andrea Petrini, incluso tra i 13 Gods of Food dal New York Times, starmaker, influencer, nasce come giornalista gastronomico negli anni 90, ed è oggi considerato un generatore di talenti e creatore di eventi. Uomo di cultura, istrione, è anche colui a cui si deve l’ideazione di Gelinaz.
“Era il 2005. In quel periodo andavo spesso a S. Vincenzo a trovare l’amico Fulvio Pierangelini, che era all’epoca super richiesto per show cooking e convegni di cucina. Lui proprio non voleva saperne di esibirsi anche per paura di essere copiato, così io cercai di aiutarlo: trascorsi una notte a pensarci su e il giorno dopo me ne venni fuori con un’idea un po’ pazza. Gli dissi: “Vai a San Sebastian con alcuni cuochi, tu fai la tua ricetta, e gli altri cuochi la replicano, in una sorta di remix. Come una jam session in cui si interpreta uno standard jazz”. A Fulvio l’idea piacque. Radunammo una rosa di chef, tra cui Andoni Luis Aduriz, Massimo Bottura, Davide Scabin e Petter Nilsson, a interpretare le capesante farcite alla mortadella. Ecco com’è nato Gelinaz”.
E il nome da cosa è venuto fuori?
“Gelin-az, come Pieran-Gelini, come il nome del gruppo dei Gorillaz, una sorta di collettivo di musicisti il cui unico elemento fisso è il cantante Damon Albarn, come Pierangelini appunto. La prima edizione fu chiamata Gelinaz plays Fulvio Pierangelini, come a dire che una band di cuochi interpretava (plays, in inglese) uno standard di Pierangelini”.
L’evento si è poi ripetuto?
“Sì, abbiamo replicato altre edizioni, con un’interruzione dal 2008 al 2013, anno in cui a Ghent, in Belgio, si sono uniti nuovi elementi alla band, del calibro di Mauro Colagreco, Eneko Atxa, Inaki Aizpitarte, Rodolfo Guzman e Virgilio Martinez. Lo standard da interpretare qui era un piatto della cucina francese, un timballo con pollo, maiale e verdure.
Anche l’edizione del 2014 è stata significativa, Gelinaz plays Wylie Dufresne, a New York, con gli interpreti Pierangelini, Ana Ros, Kobe Desramaults, tra gli altri. Una grande festa per celebrare Dufresne”.
E poi lo Shuffle.
“Esatto. Dopo l’evento di New York ci siamo chiusi in ritiro spirituale finché non è saltata fuori l’idea fantasmagorica dello Shuffle”.
Che cosa sarebbe, esattamente?
“Hai presente lo scambio di coppie del film “Tempesta di ghiaccio” di Ang Lee? È un po’ quello che succede ai cuochi. Uno scambio di cucine, ma non solo, uno scambio di casa e di vita, per tre giorni. Gli scambi vengono estratti a sorte, quindi il cambiamento può anche essere radicale per i cuochi, che possono spostarsi anche di migliaia di chilometri. È uno scambio a livello planetario, che coinvolge 40 chef.
Lo staff del ristorante ospitante studia il menu di 8 portate con lo chef, che può anche reinventare la cucina del ristorante a seconda delle proprie capacità e sensibilità, con i prodotti che trova sul posto, nella maniera più libera e creativa possibile.
Abbiamo impiegato un anno a organizzare tutto, ci è costato tempo e denaro, ma il risultato è stato talmente al di sopra delle aspettative, talmente acclamato che abbiamo deciso di farne un altro. Quello del 10 novembre, appunto”.
E chi vi partecipa stavolta?
“Tra i 40 solisti che aderiscono, Rodolfo Guzman, José Avillez, Zaiyu Hasegawa, Virgilio Martinez, René Redzepi, Ana Ros, Anand Gaggan, Blaine Wetzel, Dominique Crenn”.
E gli italiani?
“Abbiamo 4 italiani, Massimiliano Alajmo, Massimo Bottura, Riccardo Camanini e per la prima volta Niko Romito. Ogni cuoco avrà la possibilità di scegliere un Ambassador, un giornalista che seguirà il suo shuffle, e che lo terrà informato su quello che sta accadendo al collega nella sua cucina di provenienza”.
Ma contemporaneamente a Bruxelles si svolge anche il Gelinaz.
“Sì, quest’anno Gelinaz si sdoppia. Al Bon Bon (2 Stelle Michelin) di Bruxelles cucineranno 20 cuochi storici della manifestazione, Mauro Colagreco, Yannick Alleno, Petter Nilsson tra gli altri. Gli italiani saranno Fulvio Pierangelini, Davide Scabin ed Enrico Crippa. Mai avuti tanti italiani come quest’anno”.
E come si svolgerà?
“The first ever Gelinaz! Headquarters vedrà i 20 cuochi divisi in coppie, saranno quindi 10 squadre che proporranno 40 ricette nell’arco di 12 ore, da mezzogiorno a mezzanotte. Saranno quattro turni di tre ore in cui i clienti siederanno normalmente al ristorante. I più coraggiosi potranno anche restare per tutta la durata!”
L’onda di Gelinaz prenderà il via ad Adelaide in Australia alle 12, con lo Shuffle, per concludersi alle 3 di notte dell’11 novembre, a S. Francisco, a chiusura dello Shuffle. Una piattaforma digitale collegherà i 4 angoli del pianeta, azzerando le coordinate spazio temporali, in una grande tavolata all’insegna dell’amicizia e della grande cucina.
La fotografia di copertina è di Lido Vannucchi