Un’altalena gustativa che ritorna coerente nei piatti, a raccontare il temperamento dello chef con sapori e consistenze nuovi. In una regione di cucine ambiziose come le Marche, L’Arcade di Nikita Sergeev è tappa obbligata.
L'Arcade
Il ristorante
Porto San Giorgio è un Comune di 16mila abitanti nella provincia di Fermo, siamo nelle Marche del sud, affacciati alle albe d’Italia che passano per il Mar Adriatico. Da queste parti la vita si affolla in estate e i Lungomare d’inverno sono fatti per la luce del giorno, quando tanto il sole verticale quanto il vento che increspa le onde alzandole al cielo grigio, diventano sfumature complementari di un grado di bellezza perpetuo. Così, in una ventosa serata di metà ottobre, il Ristorante L’Arcade diventa l’unica insegna luminosa nella brezza pungente di un mare al buio.
Lungomare Antonio Gramsci 315, una struttura bassa, geometricamente spigolosa ed elegantemente innestata nella natura sabbiosa della spiaggia. Piante verdi e ben tenute, un ingresso riservato sulla destra di un lungo affaccio a vetri che la cucina vanta sulla strada, un’accoglienza estetica che la struttura diffonde in maniera rassicurante e che una volta all’interno, si riflette su un personale giovane e gentile.
Gli spazi si dividono in aree razionali a vantaggio di un teatro vitreo che copre tutta la facciata esterna del ristorante, una vetrata su quattro tavoli che guardano la risacca. In quella notte, la fortuna di una Luna piena riflessa sull’acqua è oggi il consiglio sincero per prenotare una cena. Tavoli tondi, spazi ampi e guizzi d’arte a impreziosire l’agio di una luce mai invadente.
Servizio attento, 13 piatti à la carte e due percorsi degustazione più un terzo disponibile solo al pranzo. Una cucina dedicata al mare che, nell’insieme di un menu molto diretto, arriva come un gioco di attenzione adriatica dove pescare carte alterne tra sperimentazione e contaminazione. Un’altalena che proiettata nel gusto ritorna coerente nei piatti a raccontare il temperamento dello chef, a cominciare dall’amuse bouche, dove gusti pieni e spinte acide si alternano all’equilibrio di sapori delicati.
I piatti
Una cena incasellata à la carte, otto portate in due dall’antipasto al dessert. Le prime corse sono state un Dentice crudo con anatra affumicata, fragole fermentate e aspretto di rosa canina, insieme a delle Mazzancolle servite con salsa bernese e quinoa fritta. Di quest’ultima, arriva gratificante l’escalation di consistenze dal grasso al pulito, con un divertente crunch finale della quinoa. Ottima lavorazione del dentice, nell’altro piatto, dove la fragola rimane latente e le carni si mischiano senza grandi spigolature lasciando un gusto complessivo piacevolmente persistente.
A seguire arrivano uno Spaghetto ai paccasassi e salvia con bottarga e cannolicchi, di grande cremosità e di una delicatezza elegantemente rotta dalla sapidità di un’ottima bottarga, insieme a una Fettuccella con salsa asiatica a base di granchi, con gambero rosso, plancton e limone bruciato. Un piatto di grande pienezza di gusto sapientemente costruito nelle sue componenti, dall’umami all’amaro in una catena ben distinta di sapori.
Cervo e cozze è una portata dove si incontrano due sapori forti nelle aspettative e due componenti docili al palato, la consistenza della carne battuta in tartare incontra amabilmente la riduzione di cozze che le fa da fondo e la selezione di misticanza, utilizzata a cappello, diventa magistralmente co-protagonista.
La Razza in pil pil con tè nero Lapsang e insalata aromatica è un ottimo esercizio di stile nella cottura di un pesce carnoso e saporito che conserva la sua umidità, avvolto in contrasti divertenti che vanno dall’affumicato del tè alla spinta vegetale e balsamica dell’insalata. Mentre ogni piatto assaggiato fin ora si è dimostrato un’opera di appagante disegno estetico anche nelle componenti di colore, i due dessert virano su un bianco assoluto ed essenziale.
La Pavlova fa mordere delle ottime meringhe e il Trelatti è un buon gioco di consistenze e sapori, entrambi forse sono però sottotono rispetto alla tecnica e alla ricerca del resto della cucina. Servizio attento e disponibile, carta dei vini di buona ricerca sul territorio e ampiamente dedicata al resto del panorama nazionale e internazionale.
Le Marche si confermano una regione di contaminazione e di cucine ambiziose, una terra abitata da visioni gastronomiche che mescolano talento e passione. L’Arcade di Porto San Giorgio è un’esperienza che disegna il temperamento del suo chef, una marea che alterna la sapiente capacità di costruzione del gusto all’alternanza di intensità dello stesso.
Foto dei piatti: @Marco Poderi studio (aperitivo)- @Cinzia Camela (portate principali)
Indirizzo
Ristorante L’Arcade
LUNGOMARE GRAMSCI SUD, 315 – PORTO SAN GIORGIO (FM)
Tel: +39 0734 675 961
Sito Web