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Nino Settepani: il pasticcere siciliano che è diventato una star in America

di:
Alessandra Meldolesi
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copertina nino settepani

Un nome che è famiglia per gli italoamericani: da Brooklyn ad Harlem, i Settepani festeggiano trent’anni di attività fra bakery e ristorazione.

La storia di Nino Settepani

La storia


Il 23 ottobre non è una data qualsiasi per la famiglia Settepani. Cognome che è un destino, per chi esattamente trent’anni fa ha aggiunto un tassello di cultura gastronomica italiana nel grande mosaico degli States. Era il 1992 quando Antonino, detto Nino, ha portato i profumi etnici di un forno siciliano nelle strade di Williamsburg, quartiere di tendenza a Brooklyn. Oggi che insieme ai familiari ne raccoglie i frutti e le soddisfazioni, c’è da celebrare il trentennale con una grande festa.


Le radici di Nino sono a Ventimiglia di Sicilia, paesino dell’entroterra di Palermo, dove è nato. Qui metà dell’albero genealogico affondava in campagna, dove due nonni facevano i contadini; mentre gli altri due coltivavano l’ospitalità, se così si può dire, e producevano in modo casalingo delicatezze d’altri tempi, come i liquori per i matrimoni, che all’epoca si tenevano nelle case. “Era il 1973 e sono partiti con noi. È stata l’ultima ondata di emigranti”, ricorda.


A quei tempi Nino aveva ancora i calzoni corti, nonostante il calo di temperature. Poi l’high school affrontata con non pochi sacrifici, visto che la mamma era sarta e il papà, non più giovanissimo, campava di lavoretti. “Dopo l’università e qualche tentativo, mi sono ritrovato in pasticceria e mi è piaciuto lavorare con le mani. Tanto che con mio fratello Biagio e mio cugino Salvatore abbiamo deciso di aprire un ristorante di cucina siciliana” che si chiamava “Bondi” nella zona di Chelsea a Manhattan.

I lievitati di Settepani



È stata la bakery di Brooklyn, tuttavia, a segnare la svolta. “Io nel frattempo avevo frequentato qualche corso di pasticceria al French Culinary Institute e all’Università del Minnesota, anche con chef italiani, quindi mi sentivo pronto. La stessa immagine della cucina italiana stava migliorando e iniziava ad articolarsi per regioni”. La zona certo non era scontata: oggi è hipster, ma ai tempi era tutt’altro che ben frequentata, poi è cresciuta di pari passo col locale.


La bakery


Chi vi entra oggi, viene catapultato in un viaggio nel tempo dentro una pasticceria italiana anni ’80. C’è il pane casereccio a lievito madre; poi ci sono i cannoli, le cassatine, perfino specialità “etniche” come il buccellato, i sussamielli e i cantucci, tutti alle mandorle, specialità di Ventimiglia.


Senza dimenticare i panettoni, cavallo di battaglia dei Settepani. “Ci siamo specializzati tanti anni fa, quando qui arrivavano solo quelli industriali. Oggi ne facciamo tanti tipi, tutto l’anno: il classico, ma anche Nutella, melagrana, pistacchio e mela, per venire incontro al palato americano con un richiamo all’apple pie. A gennaio, febbraio e marzo edizioni a tema, ispirate per esempio ai Rainbow cookies, icona dolce degli italoamericani”.



È stato nella bakery che Nino ha conosciuto la moglie Leah, di origine Etiope. “Mio padre ogni anno ci portava in Sicilia, ma è stata lei, innamorata dell’Italia, a farmi prendere casa ad Arezzo. E ora con mia figlia Bilena abbiamo tenuto un nostalgia tour, ripercorrendo i luoghi della mia infanzia”.


Proprio Leah manda avanti il secondo locale di famiglia, un ristorante con pasticceria ad Harlem, aperto nel 2000. “Quando siamo arrivati la zona, ora molto quotata, era ancora un quartiere con tanti problemi, popolato soprattutto da afroamericani, ma prima della Seconda guerra mondiale era stata una grande Little Italy. Ricordo che il primo giorno mia moglie non voleva aprire perché i fiori non erano a posto, ma fuori c’era gente in fila. Quando ha chiesto di attendere qualche minuto, le hanno risposto: ‘Vi aspettavamo da vent’anni’”.

La famiglia Settepani



Nino e Leah avevano notato il locale mentre andavano al lavoro la mattina. “Ci piaceva soprattutto il vialone, sembravano gli Champs-Élysées, ma abbandonati. Dopo sei mesi che chiedevamo un appuntamento, finalmente ci hanno fatto visitare questo localino, che era troppo piccolo, così abbiamo chiesto anche quello accanto. Volevamo fermarli subito, ma la zona era così depressa che non c’era neppure una filiale di banca per staccare l’assegno”.


Oggi tutto è cambiato, anche grazie ai Settepani la microcriminalità è arretrata, forse si è persa un po’ di atmosfera, ma neppure in Sicilia si vedono più le galline per le strade. “La musica jazz ad Harlem sta morendo, per questo abbiamo iniziato una serie di attività volte a incoraggiare il suo revival. Per esempio, una serata settimanale con artisti locali, alla quale a sorpresa si presentano anche nomi famosi, che iniziano a suonare. Craig Harris ci ha dedicato perfino una canzone, ‘Chocolate apricot on the boulevard’”.


Nel corso degli anni sono stati davvero tanti i personaggi famosi che hanno incrociato la storia dei Settepani: dai Presidenti Clinton e Obama, alla famiglia Reale Olandese ed Etiope. Numerose anche le celebrità americane che frequentano il locale come Eartha Kitt, Jessie Norman, Maya Angelou, A$AP Ferg, Nick Cannon e Trevor Noah per citarne alcuni.


Il menu originario era più siciliano, ma le quaglie alla melagrana non incontravano i favori di tutti gli americani. Cosicché oggi la cucina è ‘panitaliana’: i piatti più venduti sono la lasagna, gli spaghetti alla bolognese, i ravioli di zucca, la trota al cartoccio e anche l’agnello al berberè, che omaggia Leah.



Settepani, tuttavia, non è solo nostalgia: oggi con Nino e Leah ci sono i figli Bilena e Seyoum, che hanno modernizzato l’azienda. Bilena in particolare ha introdotto l’e-commerce, che oggi copre tutti gli Stati Uniti, l’attenzione per social e influencer, le fortunate pasta class dove si imparano i rudimenti dei primi piatti. Sono una famiglia nella grande famiglia della comunità italoamericana, che però vizia anche la clientela high end di Brooklyn, tech-hub dove un arancino può cambiare la pausa pranzo.


Indirizzo


Settepani Bakery

602 Lorimer St, Brooklyn, NY, United States, 11211

Tel:+1 718-349-6524

Sito web

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