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Nobelhart & Schmutzig: il fine dining che vieta ai clienti di postare foto sui social

di:
Alessandra Meldolesi
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copertina nobelhart e Schmutzig

Insieme alla proposta locavore, innovativa per la gastronomia tedesca, è stata la strategia di comunicazione “no photo” a spingere Nobelhart & Schmutzig, premiato dai 50 Best per il maggiore balzo in classifica.

La notizia

In una nazione priva di confini naturali anche in cucina, da sempre esposta alle influenze francesi non meno che alla fusion, da qualche tempo il vento locavore ha portato l’energia del rinnovamento. Fra le turbine in azione c’è il berlinese Nobelhart & Schmutzig, che ha trovato nei prodotti della zona e nell’identità tedesca la chiave per uno stile dirompente. Non potevano non notarlo i 50 Best, che lo hanno premiato con il riconoscimento per il balzo più ampio in classifica: quest’anno ben 28 posizioni, fino al diciassettesimo posto.


Il merito va al patron Billy Wagner e allo chef Micha Schäfer, che fin dalla progettazione nel 2013 hanno voluto smarcarsi. “Abbiamo realizzato che perfino fra i pochi ristoranti fine dining attivi in Germania all’epoca, i più importavano prodotti di eccellenza dalla Francia o da altri paesi, anziché approvvigionarsi localmente. La cucina tedesca soffre del pregiudizio che la vuole forzatamente economica e abbondante”, perora Wagner. Non è stato facile, quindi, costruire una rete di eccellenze nella regione di Berlino, che poco più di vent’anni prima aveva vissuto cambiamenti epocali con l’assorbimento a Occidente, anche nel gusto.



“Stiamo costruendo un’identità per questa regione e la sua gente, cosicché possano essere orgogliosi di quello che stanno facendo e delle loro origini”, prosegue convinto. Ora che la stella splende e le classifiche si accorciano, è possibile festeggiare il successo. Ma non sono soli i berlinesi a sedersi a tavola, ed è un dato che sorprende, considerata la strategia di comunicazione originale dei due, che fin dall’inizio hanno adottato una policy “no photo”. Il fine dichiarato è sempre stato quello di spingere gli ospiti a un’esperienza intima e profonda, senza distrazioni da social media, in modo da cogliere fino in fondo il genius loci berlinese attraverso la musica e l’atmosfera, oltre il cibo. Con il sospetto che si cerchi una qualche forma di controllo nell’immagine del locale.


Di sicuro ha funzionato, ben oltre i muri di casa. “I riconoscimenti che riceviamo non sono solo per noi, ma vanno a tutta la regione di Berlino, dal momento che vediamo i benefici ricadere su tutto il settore”. La missione non sarebbe compiuta, senza la seconda gamba del progetto: si chiama “Die Gemeinschaft”, la comunità, e si occupa di cultura e conoscenza del cibo, oltre la bolla della gastrosfera. In pratica si tratta di mettere in relazione produttori e cuochi e di formare studenti, che diventino gastronomicamente consapevoli, anche in chiave di sostenibilità, con finanziamenti parzialmente pubblici. “Se ho aperto Nobelhart & Schmutzig, è stato per rendere accessibile il buon cibo. Ma se tu non sai di cosa sa un buon pomodoro, come puoi sceglierlo e comprarlo?”.

Fonte: theworlds50best.com

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Foto tratte dal sito web del ristorante

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