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Cambia tutto dopo trent’anni di carriera: la ripartenza di Yves Mattagne con il nuovo ristorante Villa Lorraine

di:
Gualtiero Spotti
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Yves Mattagne copertina

Novità ma anche classici intramontabili, ecco cosa succede al nuovo ristorante Villa Lorraine capitanato dallo chef Yves Mattagne

Articoli Yves Mattagne

Per quanto riguarda la cucina belga se non siamo dalle parti del mito poco ci manca, perché Yves Mattagne è uno di quei nomi che “girano” tra le eccellenze locali da ben più di un trentennio, e che ancor prima di mettere piede allo storico Sea Grill del Radisson di Bruxelles a partire dal gennaio del 1990, e fino a un paio di stagioni fa, negli anni della formazione professionale ha sempre avuto il Belgio come punto di partenza e di arrivo. 


Certo, ci sono state le brevi esperienze anglosassoni nel ristorante dell’Hotel Hilton a Gatwick, e la manciata di mesi trascorsi da Jacques Le Divellec a Parigi, in una grande cucina francese di pesce, ma la storia personale del cuoco si è svolta essenzialmente nella capitale belga, a partire dal 1990.


 

Inutile dire che il nome del suo ristorante storico, Sea Grill definisce senza possibilità di errore il campo d’azione prediletto del cuoco, ovvero la cucina del mare, al punto che uno dei suoi piatti simboli ancora oggi rimane l’Homard à la presse preparata con una storica pressa del marchio Christofle, della quale ne esistono solo tre esemplari, uno custodito nel Museo Christofle, uno da Le Divellec a Parigi e l’ultimo da Yves Mattagne che l’ha portata, ora, nel suo nuovo ristorante Villa Lorraine. Ed è proprio questa l’avventura più recente del cuoco belga, il quale in attesa a breve della probabile riconferma delle due stelle nel ristorante nella periferia di Bruxelles si è rimesso in gioco affidandosi a un team giovane e dinamico e scegliendo una grande e raffinata sala che vede anche uno spazio da lounge bar con un cucina più spigliata e agile. 

Villa Lorraine



L’ultimo biennio, nonostante le vicissitudini legate al Covid e i ritardi per l’apertura della storica Villa versione 2.0, dopo una serie di rinnovi architettonici e il passaggio a una nuova era gastronomica, sono stati piuttosto intensi per il cuoco belga che sembra ringiovanito e voglioso di intraprendere nuove strade, come ha dimostrato l’interesse recente per il mondo digital con l’apertura di profili instagram, il ruolo di coach per il suo sous-chef durante l’edizione 2020 di Top Chef in Francia, e perfino il sostegno al figlio Sebastien Mattagne nel reinventare alcuni classici come di Gaufres & Waffles, nell’omonimo negozio situato lungo la Galleria Saint-Hubert.


Ma l’impegno principale è dare nuova vita a Villa Lorraine grazie al sostegno della famiglia Litvine, proprietaria dell’immobile, e all’entusiasmo della nuova generazione rappresentata dai giovani Tatiana, Vladimir e Sasha Litvine, gli imprenditori di domani. Grazie alle intuizioni  dello studio di architettura A3 Development, tutto è stato ridisegnato per dare al luogo a un nuovo ambiente, con una decor più moderno, spazi ariosi, salotti che sembrano angoli strappati a un bosco, e spruzzate eleganti di polvere rosa e oro. 



Una miscela di materiali che vanno dal marmo all’ottone, dal feltro alla ceramica, fino al travertino. Per l'atmosfera, invece, ci sono le decorazioni vegetali di The Green Unicorn, un lampadario Gold Moon Catellani & Smith, dipinti di Stefan de Jaeger e vetri di Murano. E tra le testimonianze del passato, resiste il vecchio tetto di vetro segnato con il sigillo di Marcel Kreusch, creatore nel 1953 del ristorante di Villa Lorraine. In cucina invece l’intento è quello di svecchiare i classici offrendoli in un veste contemporanea più accattivante. 


I piatti


Nel ristorante, è possibile scegliere formule di menu (sia i piatti emblematici dello chef o i piatti ispirati ai suoi viaggi) o à la carte, mentre al bar, dove sembra di accomodarsi nell’ambiente ovattato di un albergo, ci si diverte su bites e interpretazioni più internazionali, cha passano dal sashimi e dalla Wagyu dry aged ai bao e i gyoza, passando per i mini burger con l’animella. Una serie di golosità che arrivano da molte parti del mondo, proposte con la logica della condivisione al tavolo e in versione simil-tapas.


 Al ristorante invece si passa a un livello superiore e la cucina d’impronta francese raccoglie twist divertenti che passano attraverso derivazioni orientali, alleggerimenti al palato, esotismi misurati e contaminazioni che portano verso katsuobushi, keffir, miso, sesamo e alga nori, contrapposti a mousseline, consommé e salse bernesi



L’equilibrio è il segnale inequivocabile della statura e del talento di Yves Mattagne che riesce sempre a risolvere i rebus descritti nel menù in delicate interpretazioni al palato. L’ambizione del nuovo corso, neanche troppo nascosta, è, se vogliamo, quella di solleticare la curiosità della nuova generazione di foodies, che ormai non sono più così giovani, per dirla tutta,  ma sono certamente abituati a viaggiare, a confrontarsi con diverse culture e a lasciarsi sorprendere dalle composizioni di grande eleganza del cuoco belga. Poi, per i nostalgici, c’è sempre quella storica pressa per l’Homard che campeggia all’ingresso della cucina e che, all’occorrenza, si può sempre rispolverare. In attesa che la Michelin riporti Yves Mattagne ai posti che merita nella guida.

Indirizzo


La Villa Lorraine

Avenue du Vivier d’Oie, 75 1000 Bruxelles

Tel. +32 2 3743163

Sito web

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