Lo sfogo di Marc Veyrat: "la nave affonda e siamo totalmente impotenti. Siamo bravi soldati, ma facciamo una guerra senza armi"

di:
Massimiliano Bianconcini
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veyrat covid

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La Notizia

Economia di guerra per la ristorazione francese, le cui forti perdite legate ai mancati incassi per il consumo fuori casa nel 2020 da sole si avvicinano alla cifra di 21,5 miliardi di perdite. Si tratta di un conto salatissimo pagato dal comparto del consumo alimentare fuori casa, nell’anno segnato dalla crisi sanitaria. Secondo le stime di Food Service Vision, riportate di recente da tutti i media francesi, il settore ha fatto registrare una perdita di 27,3 miliardi di euro tra gennaio e novembre. Una cifra che non include i supermercati. La ristorazione commerciale, invece, che include anche i catering, è stata l'attività più colpita, rispetto ad altre attività di ristorazione da asporto.


Ma i numeri della catastrofe sono sempre più pessimi, perché i mesi di ottobre e novembre 2020 rappresentano da soli un quarto delle perdite totali con 5 miliardi di euro su un deficit complessivo di 5,9 miliardi. L’Autunno illustra quindi bene l'effetto delle misure anti-covid prese dopo l'estate con il coprifuoco a partire dalle 21 e il confinamento che ha portato i ristoratori a non accogliere più i clienti nei loro locali. Lo smart working introdotto da numerose aziende di servizi e dagli uffici non ha aiutato, poiché i dipendenti non hanno consumato più all'aperto ma a casa con i prodotti acquistati nei supermercati.


Alla luce di questi dati, hanno un senso le parole di sconforto di Marc Veyrat, tra i più famosi chef stellati di Francia: «Mi sono fatto un'immagine, siamo tutti su un grande mercantile, ci vengono lanciate boe ma stiamo comunque andando a fondo e siamo totalmente impotenti. Siamo a conoscenza di questa epidemia. Abbiamo rispettato i protocolli sanitari. Abbiamo eseguito le direttive del Governo. Abbiamo fatto di tutto, ma stiamo morendo. Siamo andati in guerra senza armi, questo è il problema. L'industria alberghiera, la ristorazione, la vita notturna, il mondo dei bar, il mondo culturale… siamo tutti bravi soldati senza armi. Aspettiamo solo una cosa: una prospettiva di ripresa… vogliamo lavorare». 

A metà ottobre le vendite erano diminuite del 39% e a novembre di un altro 75%, quando il consumo totale fuori casa si è ridotto del 54%. Queste perdite, tuttavia, non sono paragonabili a quelle avvenute nella prima fase del lockdown, che ha visto le vendite precipitare del 91% nel solo mese di aprile. Si attendono ora le decisioni del Governo in materia di riapertura dei locali. Inizialmente era stata prevista per il 20 gennaio 2021 ma, come hanno suggerito Jean Castex, Presidente del Consiglio, e Bruno Le Maire, Ministro dell'Economia e delle Finanze, tutto dipenderà dall'evoluzione della pandemia. «Dipenderà da come abbiamo trascorso le festività natalizie che ho già detto potrebbero favorire una circolazione accelerata del virus, se non saremo collettivamente responsabili», ha dichiarato il Primo Ministro questa settimana in sede europea.

Fonte Food & Sens

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