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Chi è Olivier Nasti, lo chef francese del momento per la celebre guida Gault Millau 2021

di:
Alessandra Meldolesi
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olivier nasti

L’uomo del momento è Olivier Nasti, salito nell’empireo gastronomico a 19 punti. Lo chef va a raggiungere così altri 20 ristoranti a 5 cappelli, il massimo punteggio.

La Notizia

Quest’anno la guida Gault & Millau ha voluto mostrare il suo volto più umano: anziché promuovere e bocciare con piglio professorale primi e ultimi della gastronomia, si è adoperata per sostenere un settore in difficoltà. È stata questa la premessa dei direttori Zakari Benkhadra e Marc Esquerré durante la presentazione digitale: nessun declassamento, quindi, solo movimenti a salire. L’uomo del momento è Olivier Nasti, salito nell’empireo gastronomico a 19 punti. Lo chef va a raggiungere così altri 20 ristoranti a 5 cappelli, il massimo punteggio. “Il viaggio di Nasti è impregnato di altruismo, duro lavoro e coraggio. Ciò che è riuscito a fare a Le Chambard di Kaysersberg è assolutamente sorprendente”, commentano i due.


Con lui anche Christophe Hay di La Maison d’à Côté, Montlivault, proclamato cuoco dell’anno grazie alla cucina regionale di altissimo livello, che mette in valore il pesce di acqua dolce. Pasticciere dell’anno è Aurélien Rivoire di Le Pavillon de Yannick Alléno; sommelier dell’anno Rodolphe Pugnat di La Grenouillère; maître dell’anno Vincent Labarsouque dell’Auberge du Vieux Puits. Un riconoscimento speciale per l’impegno profuso in occasione della pandemia è andato al lionese Christian Têtedoie. Quattro infine i giovani premiati: Alexandre Baumard, Nicolas Carro, Maxime Laurenson, Fanny Rey.


Per Nasti, classe 1966, è un riconoscimento importante, dopo il tiolo di Meilleur Ouvrier de France vinto nel 2007 e la doppia stella ottenuta nel 2014 presso la Table d’Olivier Nasti, all’interno dell’hotel di proprietà Le Chambard. Un successo che giunge dopo il passo indietro compiuto qualche tempo fa, quando ha abbandonato tutte le attività collaterali acquisiste col fratello sommelier per concentrarsi sul gourmet. Da chef a ristoratore e ritorno. “Mi mancavano la cucina, la creatività, il cucinare. Così in un tempo brevissimo abbiamo venduto tutti i ristoranti registrando perdite molto ingenti. Oggi so valutare bene, cosa possediamo qui”.


Cresciuto nell’idillio campestre di Morvillars, mordendo frutta dagli alberi e smerciando argento vivo pescato con le mani, rimasto orfano in tenera età del padre italiano, Nasti ha costruito il suo curriculum come un who’s who della cucina: prima il bistellato Château Servin, poi star chef come Jean-Yves Schillinger, Olivier Roellinger e gli Haeberlin, dove è stato rispettivamente secondo, chef de partie a salse e spezie e ai pesci. Quindi il passaggio a chef patron nel 2000 con l’acquisizione del Relais et Château Le Chambard a Kaysersberg.


La sua è una cucina “spietatamente innovativa”, capace di destrutturare la nouvelle cuisine: tecnica perfetta, azzardo e orgoglio alsaziano sono le direttrici per una creatività, che è ormai punto di riferimento per la gastronomia regionale. Vedi l’ormai celebre tarte flambée in amusebouche, fake composto di cipolla ridotta e pancetta croccante. Tanto che già da tempo corre il gossip di una terza stella in arrivo…

Fonte: rollingpin

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