Attualità enogastronomica

Eleven Madison Park: è la fine di un’era? Il ristorante di Daniel Humm potrebbe chiudere per sempre

di:
Marco Colognese
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daniel humm best restaurant 2017 copertina 970

Ci vorranno milioni di dollari per riaprire uno dei migliori ristoranti del mondo nel cuore di New York. Un team da riscostruire e capire se avrà ancora un senso cucinare i migliori e più preziosi ingredienti del mondo.

La Notizia

La pandemia colpisce duro, non importa di chi si tratti e dove si trovi. Così anche un ristorante che è stato il numero uno al mondo nel 2017, l’Eleven Madison Park di New York, può rivelare la sua fragilità davanti a un futuro molto incerto. Ecco perché lo chef Daniel Humm, in un’intervista a Bloomberg Pursuits, ha affermato: “C’è un deciso punto di domanda sulla riapertura del ristorante e ci vorranno milioni di dollari. Servirà ricostituire lo staff. Lavoro con attrezzature sofisticate in grandi spazi e voglio continuare a cucinare con i migliori e più preziosi ingredienti in modo creativo; allo stesso tempo però, c’è bisogno che questo possa ancora avere senso”.



La chiusura del suo lussuoso locale da 80 posti a sedere a metà marzo è stata inaspettata:” Qui all’Eleven Madison Park a volte siamo come in una bolla, ma eravamo letteralmente pieni, proprio fino alla fine. Finché non ci è stato detto che avremmo dovuto chiudere tutto”. “All’inizio si pensava fosse soltanto per poche settimane, ma quando Danny Meyer (CEO di Union Square Hospitality Group) ha licenziato la sua squadra, mi sono reso conto di quanto brutta fosse la situazione, perché lui tenta sempre tutte le strade possibili prima di arrendersi”



Così Humm è stato costretto a lasciar andare il suo personale, il 30% di loro negli Stati Uniti con un visto: “Tutti hanno dovuto andarsene a casa senza niente. Mi si è spezzato il cuore”. Lo chef ha preso in considerazione la possibilità di fare delivery, ma poi ha rinunciato: “Pensavamo: dovremmo metterci a fare una specie di scatola da asporto? Ma l’offerta era già così densa a New York che non avevo la percezione che il mondo avesse bisogno dei piatti di Eleven Madison Park in scatole di lusso. In più, sapevo che non avremmo realizzato degli incassi soddisfacenti. E in ogni caso non volevo esporre le persone a rischi per qualcosa come il delivery che non è nelle nostre corde”. Così Humm si è messo a girare New York in bicicletta per qualche giorno e ha deciso di dare una mano a combattere il problema crescente di chi soffre la fame in città attraverso Rethink Food. Come membro del board dell’associazione non profit che usa il cibo avanzato dalle cucine aziendali e da quelle dei ristoranti per ricavarne pasti dedicati alle persone bisognose, aveva tanto la cucina quanto i contatti con i fornitori e la possibilità di raccogliere denaro. “Sono andato da American Express e ho detto loro: ho bisogno di 250.000 dollari in due giorni per partire. E sono arrivati.” All’inizio di aprile Humm ha trasformato Eleven Madison Park in una mensa, cominciando a produrre circa 3000 pasti al giorno per dar da mangiare ai non abbienti della città. Lo ha chiamato “il più grande momento di illuminazione”.


Se Eleven Madison Park dovesse riaprire, Humm continuerà a usare il suo ristorante per nutrire oltre ai più fortunati, i senza casa e i bisognosi. “Quel che serve in termini di organizzazione per combattere la fame deve uscire dai ristoranti. In qualunque modo Eleven Madison Park possa riaprire – e in questo momento è come una tela completamente bianca, perché dovremo in ogni caso ridefinire il significato di lusso – sarà anche un’opportunità per continuare a nutrire persone che non possiedono nulla. Non ho più bisogno di dar da mangiare solo all’1%”. Humm pensa che la rinascita della ristorazione in una città come New York sia destinata a portare con sé una dura realtà: “I ristoranti dovranno costare di più. Sarà un processo lento e non ci sarà lavoro per tutti. Ma io spero che potremo tornare”

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