Un collaboratore, che chiede di mantenere l’anonimato, asserisce che sarebbe già partita una campagna di massiccia riassunzione del personale.
La Notizia
Si infittisce il mistero attorno al caso Gordon Ramsay. Il grande chef britannico, fra i più stellati del mondo, si è rifugiato nel buen retiro in Cornovaglia, senza peraltro placare le ire dell’opinione pubblica, esacerbata dal licenziamento di centinaia di dipendenti e dal pericolo di propagazione del virus. Tuttavia ci sarebbe qualche novità, per quanto nulla filtri da fonti ufficiali. Un collaboratore, che chiede di mantenere l’anonimato, asserisce che sarebbe già partita una campagna di massiccia riassunzione del personale.“Lavoro in sala in uno dei ristoranti del gruppo. Era il 20 marzo quando, come tanti colleghi, ho ricevuto la comunicazione ufficiale che il mio contratto era terminato e venivo messo in ‘garden leave’, con 4 settimane di preavviso retribuito più eventuali ferie, a causa della decisione di chiudere temporaneamente i ristoranti. Il giorno prima eravamo stati riuniti all’Heddon Street Kitchen. Ci saranno state più di 100 persone. Ci avevano comunicato quello che sarebbe successo, ovvero garden leave o unpaid leave, cioè nessun pagamento e riassunzione lampo alla riapertura. Alcuni dello staff, in forma anonima, fecero trapelare la notizia sui giornali ed è scoppiato lo scandalo. Anche perché proprio il 20 marzo il premier britannico ha annunciato che lo stato avrebbe pagato l’80% dello stipendio per 3 mesi. Ma loro ancora non lo sapevano ed evidentemente hanno temuto di dover corrispondere centinaia di stipendi senza entrate.
Ecco poi che dopo 2 settimane mi telefonano e ricevo un’altra comunicazione: la compagnia intende tornare sui suoi passi e avvalersi degli strumenti messi a disposizione da Boris Johnson nel quadro del Coronavirus Job Retention Scheme. Quindi i suddetti 3 mesi di ammortizzatori, a decorrere dal 20 marzo. Sono scelte che probabilmente verranno comunicate, quando le acque si saranno calmate. In questo momento i media si stanno accanendo contro Gordon Ramsay, non c’è interesse ad alimentare le contestazioni. Non credo neppure che la decisione sia stata sua, quanto del CEO: lo conosco personalmente ed è un’ottima persona, anche se ormai il suo core business è la televisione”.