Un museo vivente in cui è possibile assaggiare tutti i piatti del Maestro della cucina italiana. Un ristorante sul Lago di Como a lui dedicato che è una splendida cornice per i suoi capolavori.
La Notizia
Sono passati quasi due anni, da quando Gualtiero Marchesi ci ha lasciato. La sua cucina però è ancora viva, e non solo nelle interpretazioni di innumerevoli allievi, che confermano ogni giorno un monoteismo tutto italiano. È al Grand Hotel Tremezzo, nella riviera delle Azalee bagnata dal lago di Como, che fra meraviglie art nouveau, colonnati e arredi patrizi si possono ancora degustare, invariati, capolavori fuori dal tempo. La scorsa primavera hanno trovato la loro cornice in un ristorante rinnovato, La Terrazza Gualtiero Marchesi, al cui servizio è una cucina anch’essa fiammante.Fu nel 2011 che il grande chef mise piede per la prima volta nella struttura, su consiglio dell’amico artista Nicola Salvatore, e ne fu folgorato. Da lì il progetto di portare la sua cucina nell’hotel storico di proprietà della famiglia De Santis, ormai giunta alla terza generazione. Seguì un lungo soggiorno, volto a mettere a punto con il resident chef Osvaldo Presazzi il menu giusto per i luoghi, fresco e stagionale. Dopo la sua dipartita, la proprietà ha voluto onorarlo con la ristrutturazione, senza badare a spese. Nell’interior design risaltano oggi marmi di Carrara e francesi, pavimenti veneziani, pareti di ceramica e rame. La cucina è stata ampliata scavando la collina, rubando spazio al back office e alla vecchia caffetteria: il risultato non ha nulla da invidiare alla Terrazza, in termini di vista panoramica e arrangiamento estetico; ma anche la funzionalità e le tecnologie sono al top. Praticamente ogni postazione affaccia sulle onde e interagisce con la sala.
Osvaldo Presazzi, che vanta esperienze all’Hôtel de Crillon di Parigi, alla Palme d’Or di Cannes e al Four Seasons di Milano, continua a omaggiare il Maestro attraverso i suoi signature intramontabili: il dripping di pesce, l’insalata di spaghetti al caviale ed erba cipollina, riso, oro e zafferano, il raviolo aperto, il rosso e il nero, il filetto alla Rossini reinterpretato e tanti altri. Formano anche un degustazione di 4 o 6 portate a 140 o 160 euro, più il pairing a 50 o 60. Tutto imbastito su materie prime locali e stagionali, elaborate secondo una tecnica e un approccio italiani. “Dal momento in cui ho incontrato Marchesi nell’autunno del 2010, il mio modo di cucinare è stato rivoluzionato”, racconta Presazzi. “Poco a poco ho iniziato ad abbracciare i suoi principi. Mi ha trasmesso un profondo rispetto verso gli ingredienti nel quadro di piatti sartoriali”.
In alternativa gli ospiti possono sedersi a tavole più informali, come L’Escale Trattoria & Wine Bar, il barbecue sulla spiaggia T Beach e il T Bar, impreziosito dalle sete di Como della famiglia Ratti. Ed è un sogno del Maestro portato a compimento. “Marchesi ha sempre ripetuto che la cucina doveva rendere più piacevoli le tante ore che il cuoco trascorre al lavoro”: il tripudio della grande bellezza italiana.