Ghezzi riparte da un’altra istituzione trentina, il Mart, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Rovereto. Qui, sotto l’insegna che porta il suo nome, sono in apertura un caffè e un ristorante, di cui si è aggiudicato il bando per 6 anni.
La Notizia
Sono stati 9 anni da favola, quelli trascorsi da Alfio Ghezzi con la famiglia Lunelli e l’enologo Ruben Larentis alla Locanda Margon: oltre le due stelle, verranno ricordati per la ricerca avanzatissima, con qualche vincolo per la creatività, sull’abbinamento cibo/vino. La consacrazione per uno chef coltissimo, dal curriculum travagliato e dalla vocazione tardiva, già braccio destro di Marchesi e Berton.
È stata un’esperienza professionale in Danimarca, con i suoi stimoli, a instillargli il desiderio di rinnovamento. Ora, dopo pochi mesi di stop, Ghezzi riparte da un’altra istituzione trentina, il Mart, Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Rovereto. Qui, sotto l’insegna che porta il suo nome, sono in apertura un caffè e un ristorante, di cui si è aggiudicato il bando per 6 anni. Gli ambienti sono già stati rinnovati da Mario Botta con lo studio Baldessari e Baldessari, in continuità con le esposizioni grazie alla ricca collezione di oggetti di design made in Italy del Novecento. Cucina e arte riuniti in un concetto di bello totale.
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Ci sono l’Alfio Ghezzi bistrot e il fine dining Senso, con degustazione itinerante: l’aperitivo nella lounge, la colazione e il pranzo nel bistrot, la cena nel gourmet. La cucina è italiana, con focus sul Trentino; celebra la verità dell’ingrediente, preferibilmente locale, comprese le conserve realizzate in proprio o con la cooperativa Mas del Gnac. Mentre salumi e formaggi fanno mostra di sé nelle vetrinette: prodotti fuoriusciti dal cliché dell’osteria, recuperati in ossequio ai valori della stagionalità e della sostenibilità, che vanno a braccetto con la tradizione.
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La Proposta Veloce con gusto prevede pizza alla pala e nel ruoto, panini, lievitati dolci e torte al trancio. Mentre per il pranzo sono presenti le 4 opzioni tipiche di Viaggio in Trentino (trota, canederli, polenta e coniglio, torta di mele) oppure classici italiani quali vitel tonné, brasato e bunet.
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Il momento clou però resta la cena con il menu degustazione servito a un massimo di 25 coperti: 4 o 6 portate fisse più un secondo a scelta, dove il territorio è protagonista. Vedi il salmerino con sedano rapa e ravanelli, lo studio sul vegetale della Carota della Val di Gresta, i Ravioli al burro acido e zafferano di montagna. Altri piatti si ispireranno alle esposizioni in corso. È il caso attualmente di The Jumpsuit Theme.
In abbinamento si mescono vini di piccole cantine, birre artigianali, miscelati e centrifugati. Menzione speciale per il caffè, personal blend messo a punto con Illy estratto con metodi diversi (kemex, V60, french press; di sera la scenografica caffettiera e leva manuale).