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Symposia fa tappa a Milano con Kris Du dello Speak Low di Shangai

di:
Martino Lapini
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symposia

Bvulgari Hotel e Resorts punta sulla massima espressione della mixologia chiamando sei tra i migliori bartender del mondo.

L'Evento

L’Italia non c’è ancora tra i World’s 50 Best Bars, ma si sta attrezzando. Intanto a Milano il 21 e il 22 giugno Kris Du, bartender dello Speak Low di Shangai, unico bar in Cina a far parte della super classifica, sarà ospite al bar del Bvlgari Hotel.


Kris è un giovane bartender cinese, classe 1993 con una solida esperienza di mixologia. È cresciuto lavorando per lo Speak Low, uno dei più rinomati bar di Shanghai famoso per la fusione creativa tra tradizione giapponese (è qui che Kris ha conosciuto il suo mentore, il maestro Shingo Gokan,) e stile newyorchese. Sarà la prima volta di Kris in Italia.


Dopo la prima tappa di Symposia a Shangai nel mese di marzo, con Nick Wu e Hidetsugu Ueno dei Bar High Five di Tokyo, la seconda a Pechino con José Luis Leon Martinez della Licoreceria Limantour di Città del Messico, ora è il turno di Milano. Seguiranno Bali, Dubai e Tokyo, rispettivamente con Jad Ballout, Luca Cinalli e il celebre Dinos Constantinides. Il format prevede che il bartender prepari e presenti 6 tra cocktail e mocktail, creati lasciandosi ispirare dalle 6 città in cui si trovano i Bvlgari Hotel. A partire dal giorno successivo all’evento il limited edition drink menù sarà disponibile in ogni Bvulgari bar per un mese.


Abbiamo intervistato Dario Schiavoni, bar director del Bvlgari di Pechino, e curatore di Symposia.

Puoi darci un'anteprima su uno o due cocktail che Kris preparerà per le date di Milano?

Insieme abbiamo creato sei cocktail, tre io e tre Kris, tutti ispirati dalle città dove Bvlgari è presente con i suoi Hotels e Resorts. Kris ha scelto Milano, per cui creerà un mix alle erbe, Tokyo, in onore del suo mentore Shingo Gokan, in cui mescolerà whisky e foglie di shiso e Shanghai, dove vive e lavora, per cui utilizzerà Cynar e Vermouth.

I miei cocktail invece saranno dedicati a Bali, per cui utilizzerò una base di Tequila e il rambutan (un frutto tipico indonesiano), Dubai, con una miscela di Matusalem Rum e datteri e Beijing, la città in cui vivo da due anni e che mi ha dato l’ispirazione per una bevanda a base di due amari, Fernet e Montenegro.


In che direzione sta andando la mixologia? Secondo la tua sensibilità quali sono le novità, i fattori positivi e negativi che vive la mixologia oggi?

L’arte del cocktail sta crescendo molto, soprattutto grazie al fatto che dietro ogni bar c’è quasi sempre un bravissimo bartender. Le novità della mixology riflettono spesso i cambiamenti che avvengono in cucina e ormai anche i bartender tendono a utilizzare metodi classici ma anche a sperimentare, come avviene per esempio con i cocktail molecolari. Il lato positivo è che ci sono molti ragazzi che studiano, si informano e fanno ricerca partendo dai grandi classici. Quello negativo è che invece alcuni di loro fanno cocktail senza avere una solida base di conoscenze, soprattutto riguardo a quelli che hanno fatto la storia.


Quali sono le città in cui si beve meglio attualmente? Milano secondo te è fra queste?

I migliori bar, in cui provare i migliori cocktails sono a New York, Singapore, Hong Kong e Tokyo.

Milano, come tutta l’Italia, si sta accorgendo ora delle grandissime possibilità che offrono il bar e il mondo della mixologia. Sono molti gli italiani a capo dei più famosi bar del mondo e questo mi fa molto piacere.


Cosa ti ha portato a Pechino? È una città vivace e curiosa dal punto di vista della mixologia di alto livello?

A Pechino naturalmente mi ha portato il Bvlgari Hotel. Dopo una lunga esperienza a Tokyo sono entrato a far parte del gruppo e ho partecipato all’apertura degli Hotel di Pechino, nel 2017 e di Shanghai, nel 2018.

Pechino è una città molto in crescita in termini di ristorazione e i cocktail bar, di riflesso, diventano sempre più “busy”. In questo modo la gente è sempre più abituata non solo a mangiare ma soprattutto a “bere bene”.


Qual è il tuo cocktail del cuore? Perché?

Il mio spirit preferito è sicuramente la Tequila, è stato il primo super alcolico che ho provato a Roma, dove ho imparato ad amare la famosa “Tequila Bum bum”.

Il mio cocktail del cuore invece è il Negroni perché rappresenta l’Italia, con il suo sapore bitter e quel retrogusto indimenticabile.

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