Un intero gotha gastronomico non c’è più: verrà ricordato come la fine di un’epoca, questo 2018, che dopo Paul Bocuse e Gualtiero Marchesi, ha portato via anche Joël Robuchon, che non ha fatto in tempo ad assistere all’apertura del suo locale milanese.
La Notizia
Joël Robuchon,
definito “il più grande cuoco del secolo” dalla guida Gault & Millau, era nato a Poitiers nel 1945. La vocazione aveva condotto Joël Robuchon presso il seminario di Mauléon, prima della conversione non meno fervente alla cucina. Dopo l’apprendistato presso il Relais de Poitiers, aveva scalato tutti i gradini dell’organigramma di cucina presso il Berkeley di Parigi.
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Meilleur Ouvrier de France nel 1976, è stato chef presso l’hotel Concorde Lafayette, poi al Nikko di Parigi, infine al Jamin, dove ha conquistato le tre stelle con uno stile che è stato definito di “classicismo rinnovato”. Si era poi ritirato all’età di 50 anni per consacrarsi alla televisione e a opere editoriali.
A una lunga pausa, è quindi seguita la sua terza vita di imprenditore, con atelier disseminati per il mondo e una formula al bancone originale, che contamina l’alta cucina e il lusso con lo stile tapas bar e sushi bar. Era lo chef più stellato del mondo, con una costellazione di 32 macaron sparsi in una dozzina di ristoranti, da Bangkok a Las Vegas, da Londra a Macau, da Monaco a New York e Tokyo, in perenne espansione.
Fotografia di copertina di Marie Etchegoyenm6