La storia di un alimento che ha sempre attirato frotte di estimatori, per il suo gusto marino e sapido, schietto e deciso. Quella rarissima di Cabras figura nella classifica dei 10 prodotti italiani di lusso più amati nel mondo.
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La bottarga: il caviale dei sardi che ha conquistato i palati di tutto il mondo
La bottarga è un alimento che ha sempre attirato frotte di estimatori, per il suo gusto marino e sapido, schietto e deciso. L’etimologia storica del termine, secondo alcuni dal greco antico, secondo altri dall’arabo medievale, è in ogni caso un indizio dell’antichità e della diffusione nel Mediterraneo di questo prodotto.
Un giurista ed erudito emiliano di fine Cinquecento, Guido Panciroli, rivolgendosi a Carlo Emanuele Duca di Savoia, dedicatario del suo libro, una raccolta delle cose più notevoli del tempo, descrive la preparazione della bottarga «La bottarga: quella si fa di ove de cefali purgate e concie col… sale; … e sono in tanta stima che in Venetia si vendono talvolta tre e quattro scudi il paro».
La bottarga soddisfa questa esigenza, perché consiste nella salagione, pressatura ed essicazione (stagionatura) delle sacche ovariche (dette baffe) del muggine (Mugil cephalus) e secondariamente del tonno.
Un documento dei Dazi della prima metà dell’Ottocento individua la bottarga sarda tra le migliori del Mediterraneo: «Ci giunge salata e in barili, [da] Santa Giusta nella Sardegna, e Macarsca in Dalmazia veneta, e più altri luoghi della Grecia… in Italia è particolarmente ricercata e la migliore viene da Alghero in Sardegna».
Gli americani vanno matti per la bottarga sarda, consacrata nel 2013 dalla famosa critica gastronomica del Los Angeles Times Irene Virbila, che la definiva a “briny Mediterranean delicacy”, una prelibatezza salata mediterranea.
A distinguere l’oro di Cabras, cittadina lagunare a pochi chilometri da Oristano, capitale medievale del Giudicato d’Arborea, sono tanti elementi, il gusto prima di tutto, sapido con retrogusto di mandorla secca, che conserva il sapore del territorio di produzione; poi il colore, che cambia secondo la durata della stagionatura, dall’ambrato al rame intenso, e ancora la forma delle baffe, perfettamente integre e con il caratteristico cappuccio (su biddiu) pezzetto di pancia che rimane attaccato alla parte iniziale della baffa. Un produttore mi spiega che “La presenza di su biddiu, parte della pancia alla quale le gonadi sono attaccate, risale ai tempi nei quali la bottarga, nelle ultime fasi della essicazione, ormai presa la forma schiacciata, veniva appesa per completare la stagionatura o per essere semplicemente conservata, per cui tornava comodo avere un lembo di pancia al quale legare lo spago senza rovinare le uova. Una caratteristica quindi che nasce come funzionale e che diventa estetica, legata al ricordo della tradizione”.
Naturalmente cambia anche il prezzo, che varia da 110 euro al kg sino a 200 euro e oltre, secondo il luogo di origine, se intera o in polvere, secondo la durata della stagionatura e anche il nome del produttore; sì, perché ogni bottarga costituisce un pezzo unico, e le tecniche di essiccazione e stagionatura differiscono lievemente, sono ricette segrete di questi artigiani del caviale del Mediterraneo.
Se acquistata intera la bottarga consente un uso più creativo in cucina, può essere tagliata a fettine più o meno sottili su crudités come carciofi, finocchi, arance, consumata semplicemente con olio evo e pane tiepido, oppure grattugiata fresca si presta ad essere un ottimo condimento per la pasta, e una rifinitura su piatti di carne e pizze d’autore.
La fotografia di copertina è di Nedo Baglioni - www.nedobaglioni.com