Secondo uno studio dell’Università del Queensland la maggior parte dei pesci e dei frutti di mare di cui ci cibiamo sono a rischio estizione. La soluzione per salvare 92 specie di pesci? Cibarsi di meduse.
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Fish and chips? Decisamente old style e poco sostenibile, il nuovo trend o meglio la nuova avanguardia sembra essere Meduse&Chips. A proporlo è uno studio dell’Università del Queensland pubblicato sulla rivista Nature Communications per salvare alcune dele 92 specie di pesci e di frutti di mare, 11 delle quali parrebbero a serio rischio di estinzione. Secondo i ricercatori australiani sono 204 i Paesi che nel mondo catturano e importano specie a rischio di estinzione. Analizzando i dati globali sulla pesca industriale, i ricercatori guidati da Leslie Roberson hanno rilevato come la pesca delle specie a rischio di estinzione sia di fatto legale e i frutti di mare non vengano catalogati come specie minacciate. "Ciò significa che il pesce che gli australiani ordinano di solito nei negozi di fish and chips potrebbero essere seriamente a rischio di scomparire."I frutti di mare non sono sostenibili come si pensa", osserva Roberson. "L'Australia è uno dei molti Paesi ricchi che importano e catturano frutti di mare a rischio, pur avendo la reputazione a livello internazionale di preservare la fauna marina. In realtà l’Australia importa circa il 75% dei frutti di mare consumati", aggiunge Carissa Klein, una delle ricercatrici. Secondo gli studiosi sarebbe sicuramente più economico e sostenibile mangiare pesci e frutti di mare locali. L'industria ittica è molto difficile da gestire da un punto di vista conservativo, perché si spazia in più acque internazionali, senza nessuno che sovrintenda. "Una situazione tipica è una nave che opera in acque australiane, con proprietà cinese ed equipaggio filippino. Ciò fa sì che non si sappia cosa stiamo mangiando, perché è molto difficile risalire alle origini della specie consumata", continua Roberson. “Dovrebbe essere illegale mangiare qualsiasi cosa sia a rischio di estinzione. Se potessimo coordinare meglio la pesca e le politiche di conservazione, potremmo evitare che ciò accada", conclude.
Per salvare i nostri mari quindi forse dovremo entrare nell’idea di addentare un bel morso delle tanto temute meduse.