Avocado toast, birre analcoliche, vini naturali, Kombucha, fermentazione...i cibi, le bevande e le tecniche che abbiamo gustato e postato sui social negli ultimi dieci anni
I Trend
Se ci fosse una vera e propria “food-fashion week” con sfilate in passerella, riflettori puntati e super top model che si spostano tra New York, Milano e Parigi sicuramente i cibi sarebbero dei globetrotter. Le collezioni che dovrebbero creare gli stilisti, nella fattispecie marketing e industria alimentare, sarebbero ben più numerosi di Primavera-Estate, Autunno-Inverno.Negli ultimi 10 anni di sfilate gastronomiche se ne sono viste molte e alcuni “capi” sono diventati dei veri e propri carry over, altri sono durati come la moda del borsello.
Come c’è la moda donna, la moda uomo, la moda bimbo, prêt-à-porter, haute couture, e tanto altro, così accade con i cibi e i food trend in generale.
Sul finire del decennio 2010-2019 trenta sono i maggiori trend.
Nella collezione bevande analcoliche troviamo:
Latte alternativo: intendendo latte di soia, latte di noci, latte di avena e tutti quei tipi di latte che non provengono dalle troppo spesso demonizzate mucca, capra o pecora. Trend dovuto a intolleranze, reali o millantate che siano, a motivi “etici” e a scelte di vita, vedi vegani e vegetariani e, se vogliamo, anche a una maggiore attenzione verso la sostenibilità dell’industria lattiero-casearia.
Kombucha: una bevanda leggermente alcolica (non raggiunge mai più dello 0,5% di grado alcolico) ottenuta dalla fermentazione del té.
Matcha: una vera e propria moda che persiste ovunque. Questo particolare tipo di té verde si è davvero insinuato in tantissime creazioni culinarie, sia per le sue proprietà benefiche, sia per il suo colore verde acceso che sicuramente risulta di ottimo impatto visivo e soprattutto fotogenico. Così il matcha lo ritroviamo in latte, torte, preparazioni dolci e salate.
Estratti di frutta e verdura: un modo semplice, veloce e gustoso di introdurre più frutta e verdura fresca nell'alimentazione quotidiana. Cavolo nero, sedano, carote, barbabietole, mele, zenzero tutti passano tra le “grinfie” dell’estrattore. Da questa tendenza sono nati anche moltissimi negozi e bar che offrono estratti espressi ad un prezzo che, spesso, è tutto tranne che contenuto.
Cold Brew Coffee: ottenuto facendo macerare per ore e ore il caffé macinato in acqua congelata tanto da ottenere una concentrazione di caffeina maggiore di quella di una normale tazza di caffé. Da Starbucks va a ruba, soprattutto nei mesi più caldi.
Birre analconiche: quelle veramente analcoliche, che di alcool ne contengono veramente lo 0,0%, come la Heineken 0,0. Bevande consumate nei “Mocktail Bars” dove socializzare senza dover per forza consumare alcolici.
Per chi all’alcool non ha voluto rinunciare in questi ultimi 10 anni i must sono stati:
Cocktail affumicati: sempre più mixologist si dilettano aggiungendo un sapore affumicato alle loro preparazioni bruciando trucioli e altri tipi di erbe in o attorno al bicchiere.
Hard Selzer: la bevanda cool dell’estate 2019. Una bevanda alcolica a bassissimo contenuto calorico per evitare la tanta temuta pancetta. Il consumo negli Stati Uniti è stato talmente alto che, “White Claw”, il più grande produttore a livello nazionale non è riuscito a stare al passo con la richiesta arrivando denunciare una carenza di prodotto.
Vini naturali: tutti quei disquisitissimi vini che quando vengono prodotti prevedono la quasi totale assenza dell’intervento degli enologi. Al centro di molte discussioni e persino di liti tra gli amanti del vino, data la classificazione e definizione troppo generica, i vini naturali hanno appassionato e avvicinato al mondo enologico soprattutto le nuove generazioni più attente al biologico e all’ambiente.
Negroni e cocktail realizzati con amari italiani: il tradizionalissimo Negroni a base di gin, vermouth e Campari è forse uno dei cocktail che non manca mai in tutti i migliori, e non solo, bar del mondo.
Birre con basso contenuto di alcool: queste birre, che spesso erroneamente vengono definite analcolice dato il bassissimo contenuto di alcool, hanno avuto una grandissima diffusione perchè se ne possono consumare di più e a svariate ore del giorno, un esempio su tutte, la “All Day IPA”.
Passando al cibo vero e proprio i trend sono stati:
Rainbow Bagel: come non poteva essere un trend, con i suoi colori vivacissimi dati da praline, topping e quant’altro, è così instagrammabile che davvero non si può non averne ordinato e postato uno in questi ultimi dieci anni.
Avocado Toast: entrato nel menu di bar, hotel, ristoranti per brunch, lunch e dinner. L’avocado toast si è insinuato davvero ovunque. Ottimo a qualsiasi ora del giorno e spesso accompagnato da uova salmone e spezie. Se ben realizzato, già al primo boccone, fa sognare di essere a gustarlo seduti a qualche tavolino all’aperto in un boulevard californiano.
Acai Bowls: questa bowls coloratissima contiene le bacche di Acai, provenienti dalle palme dell’Amazzonia, frullate con qualche frutto e del latte vegetale, è spesso accompagnata da frutta e muesli. Ottima per chi è attento al benessere, dato che queste bacche sembrano essere ricche di fibre e vitamine. È davvero molto colorata e fotogenica, altro motivo per sceglierla e aumentare i mi piace sui social. La catena Palya Bowls con queste bacche miracolose ha fatto la sua fortuna aprendo ben sessantacinque sedi.
Poke Bowls: non potevano certo mancare dato che i Poke Bar sono spuntati in tutto il mondo come le stelle al calare della notte. Un pasto tipicamente hawaiano composto di base da pesce crudo marinato con salsa di soia, olio di semi di sesamo, alghe, riso alla quale aggiungere qualunque cosa vi piaccia.
Hamburger vegetale: carne vade retro. In questo mondo, in cui sempre più numerosi sono i vegani e i vegetariani, di sicuro non potevano non rientrare nei trend dell’ultimo decennio gli hamburger vegetali, ottenuti con ceci, tofu, melanzane...insomma con tutto ciò che non è carne.
Dessert esagerati e super decorati: enormi coppe di gelato con chili di panna montata, smarties, cioccolata e cos'altro si vuole, frullati con gelato, cioccolato, frutta, strati di waffle… Questi dessert dalle proporzioni giganti e coloratissimi sono sicuramente presenti nella gallery di chiunque sia davvero social.
Macaron: nonostante questo dolce francese esista da centinaia di anni, il 2010 e gli anni successivi sono stati gli anni dei macaron. Questo biscotto, ottenuto con albume e zucchero, oltre che molto elegante per le sue fattezze e molto colorato, è perfetto per tutti, anche per chi non vuole sgarrare troppo, data la sua dimensione.
Salumi e formaggi affumicati e stagionati: il tradizionale tagliere non passa mai di moda e anche in questo decennio ha avuto la sua parte spesso accompagnato da frutta secca, marmellate e mostarde dolci.
Kale (cavolo riccio): la foglia di cavolo verde vista e mangiata in tutte le salse, in tutte le consistenze e in tutti i frullati. Tanto è ed è stata pop che pure Beyoncé, in qualche uscita pubblica, ha indossato una maglia stile “college americano” con la scritta “Kale”.
Tra le decorazioni, ingredienti, tecniche e impiattamento troviamo invece:
Carbone attivo: colora tutto di nero. Ogni ingrediente a cui venga aggiunto diventa inevitabilmente nero come la pece o meglio come il carbone attivo. Gelati, pane, pizze...tutti total black perché se è vero che il multicolor attira, come si sa, anche il nero è molto fotogenico e d’impatto. A San Francisco nell’estate 2018 si è persino tenuto il festival “50 Shades of Charcoal”.
Olio di Cocco: ottimo sia per la cottura che per la bellezza, infatti è contenuto in numerose creme per corpo e per capelli. Nonostante l’alto contenuto di grassi saturi e le calorie quasi pari all’olio di oliva viene spesso utilizzato.
”Arte del latte”: il latte e la sua schiuma usati per realizzare scritte e decorazioni su caffè, cappuccini e a tutte le bevande a cui si possa aggiungere il latte.
Foglia d’oro commestibile: si tratta di “sfilate d’haute couture” o forse luxury. Foglie d’oro utilizzate per decorare piatti raffinati e non. A New York una pizza decorata con foglie d’oro è arrivata a costare 2000 $. Famoso è anche l’hamburger australiano a 24 carati.
Fermentazione degli alimenti: i ristoranti e gli chef di tutti i tipi amano fermentare. Questa sarà una moda che ci porteremo avanti ancora per lungo tempo, il famosissimo ristorante “Noma” di Copenaghen ha dedicato persino un libro alla fermentazione “ Noma guide to Fermentation”.
Soylent e altri sostituti del pasto: in questa società sempre più frenetica i “beveroni” sostitutivi del pasto hanno trovato il loro pubblico, spesso attirando i consumatori con packaging dal design minimal e modaiolo. Una soluzione (poco gratificante) per chi è sempre di corsa e non vuole fermarsi a mangiare.
Per location invece i trend principali sono stati quattro:
Ristoranti fast casual: come le catene “Sweetgreen” e “Shake Shack” che offrono quel concept misto tra fast-food e ristorante completo, non c’è servizio al tavolo, ma la qualità del cibo è maggiore rispetto a quella dei fast-food.
Food truck: il vero trend di questo decennio. Ci sono quelli che offrono cibo gourmet come quelli più tradizionali. Ottimi per chi vuole avviare un’attività senza essere vincolato a investimenti importanti. Con i social, poi, la pubblicità è garantita ed è facile farsi raggiungere da chi vuole gustare pasta, hamburger, hot dog, panini gourmet o qualsiasi altra prelibatezza realizzata su quattro ruote.
“Ristoranti dalla fattoria alla tavola”: hanno aperto tantissimi nuovi locali che sposano la filosofia del chilometro zero, offrendo ai commensali pasti realizzati con ingredienti provenienti dal proprio orto, dalla propria fattoria o comunque davvero a pochi metri dalla location.
Ristoranti e cucine a spreco zero: l’attenzione all’impatto ambientale e alla sostenibilità è un tema davvero sempre più rovente e tantissimi sono i ristoranti che stanno attenti a non sprecare cibo, ad utilizzare materiali riciclabili e alimenti che siano confezionati con materiali diversi dalla plastica. Spesso questa attenzione si riflette anche nell’arredamento.