Clara Corso, la chef che non ha mollato: tra ostacoli e sacrifici, ha conquistato il rispetto in cucina, affermandosi come una delle migliori in Argentina. Determinazione e talento l’hanno resa inarrestabile, oggi guida il Mad Pasta, ma dopo anni di sfide sta progettando un ristorante dal profilo ricercato e sofisticato.
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La notizia
“Avete presente quando nei film le brigate fanno di tutto per mettere in difficoltà la nuova arrivata? Ecco, in verità succede anche nella vita reale: all’età di 23 anni mi trovavo in Francia, lavoravo in uno stellato, e tutti si rifiutavano di comunicare con me in inglese, appena mi giravo dall’altra parte o distoglievo lo sguardo dalla mia postazione, i miei colleghi alzavano di proposito i fornelli con lo scopo di boicottarmi”, racconta la ventisettenne argentina Clara Corso a 7Canibales. Una scena vista e rivista, che fa ripensare ad una delle prime puntate di The Bear, in cui Tina cerca ripetutamente di rovinare la novellina Sydney.

“Ero determinata, e volevo dimostrare di potercela fare, di non essere inutile. Ho addirittura iniziato ad andare prima, ma di nascosto, non consentivano l’ingresso prima dell’orario prestabilito. E una volta sono quasi stata scoperta. Il giorno in cui mi hanno fatto le congratulazioni ho deciso di dimettermi, la mia missione era stata completata”.

Clara aveva appena finito il liceo quando decise d’iscriversi all’università per studiare gastronomia, scelta condizionata e inizialmente dubbiosa. “Dopo la laurea sono partita per l’Europa, ancora poco convita sul da farsi. A Barcellona, in un tapas bar, ho davvero capito che quella era la mia strada. Da lì sono passata a Versailles, in un ambiente tossico e frustrante. Un giorno lo chef in preda alla rabbia mi ha colpito con un cucchiaio, umiliandomi: sono letteralmente impazzita. L’ho riempito di insulti urlando a squarciagola, tutti mi guardavano in silenzio, ma da quel momento in poi hanno cominciato a trattarmi meglio. Quel ritmo e quel tipo di esigenze non l’ho mai più viste altrove”.

Attualmente è responsabile della cucina del Mad Pasta, ristorante specializzato in paste fresche non convenzionali, e socia dell’attività assieme a Lucas Canga e Félix Babino, entrambi conosciuti fra le mura di Alo’s, il locale di Alejandro Feraud. “Abbiamo aperto nell’ottobre 2022, dopo un periodo di alti e bassi. Ho subito dei veri e propri abusi, la terapia mi ha aiutata, non volevo di certo crollare e rinunciare, così prima ho ristabilito l’equilibrio fisico e mentale, e poi ci ho dato dentro. Dalle 7.30 del mattino proseguivamo fino all’alba del giorno dopo. Stancante ma al tempo stesso gratificante”.

Tra i loro cavalli di battaglia spuntano lo spiedino di gnocchi di patate fritti intervallati da polpette di maiale e gamberi, oppure i cappellacci di zucca con burro e zenzero, crema al curry e salsa matcha. “Cerchiamo di mostrare al pubblico la nostra visione di cucina d’autore in un ambiente giovane e moderno. Nonostante il grande successo del format, c’è una parte di me che è ancora strettamente legata al fine dining, per questo motivo il prossimo passo sarà aprire con Lucas un posto irriverente, raffinato ed elegante. Ce la faremo, d’altronde l’esperienza non ci manca, possiamo ritenerci degli esperti”.