Koji Nakai e Roberto Salvati sono gli artefici di questo nuovo progetto, un piccolo angolo di Giappone che convince con ricette tipiche del Sol Levante, etichette di Sakè e un’atmosfera immersiva.
Il ristorante
Il Giappone ha un patrimonio gastronomico di inestimabile valore, che nel tempo abbiamo imparato a conoscere. Dall’iconico sushi da provare anche nell’esperienza omakase tutta al “bancone” – dove l’itamae, il cuoco del sushi, sorprende gli ospiti con un percorso composto da diversi assaggi – fino alla cucina kaiseki. Ma la terra del Sol Levante è famosa anche per le tavole izakaya, tipiche trattorie conviviali dove il focus è sulla condivisione e sul gustare ricette della tradizione nipponica. Su questi presupposti si articola infatti la proposta culinaria di Ie Koji, la nuova insegna izakaya inaugurata in estate da Koji Nakai (chef) e Roberto Salvati. I due proprietari si sono già fatti apprezzare nella Capitale per il loro percorso: il primo per la sua avventura da Nakai (e diverse consulenze sempre a Roma) il secondo perché da anni nel quartiere Ostiense predica un’ottima cucina giapponese con Sakana Sushi.
“Il concetto di questo ristorante è far sentire il cliente a casa, attraverso i piatti dei miei ricordi, quelli che mi cucinavo quando ero piccolo sia mia nonna che mia madre”, racconta lo chef originario di Kobe, che da Ie Koji ha costruito un menu incentrato proprio sulle ricette della sua famiglia: una cucina confortevole, così come l’atmosfera e l’arredamento del locale, affidato a Valeria Vecellio, interior designer romana premiata al David di Donatello 2024 per la sua scenografia nel film Rapito.
“Proprio per l'importanza della chiave intimista che richiedeva questo progetto ho scelto un taglio cinematografico che mantenesse intatta l'anima ricercata – spiega Valeria Vecellio –. Prendendo ispirazione dai tipici izakaya e dalle caratteristiche architettoniche degli interni giapponesi, abbiamo scelto di ricreare una scatola, quasi appunto una scenografia di interni che accoglie il cliente in un rosso vivo colorblock mitigato dalla verticalità degli inserti in legno naturale a scandire zone ed esperienze e dalle luci calde delle lanterne giapponesi. Il taglio scenografico è amplificato dai numerosi elementi decorativi giapponesi recuperati da uno dei proprietari tra Tokyo, Osaka e Kyoto”.
L’insegna è quindi tra le poche a Roma a proporre una cucina tradizionale giapponese, con una carta dove oltre al sashimi, trovano spazio preparazioni come ramen, katsu sando, frittata alla giapponese, la soba (ramen senza brodo) e un’interessante varietà di piatti vegetali a base di tofu, ingrediente preparato homemade da Koji Nakai. “Sono ancora pochi a Roma a proporre la vera cucina tradizionale nipponica. Ancora oggi quando si parla di ristorante giapponese, la maggior parte delle persone pensa immediatamente al sushi”, sottolinea lo chef. Anche la proposta enologica è interamente a base di sakè, con una decina di etichette presenti, così come la birra e i cocktail, 100% nipponici.
I piatti
Si comincia con il piatto il benvenuto dello chef: melanzane e okra (verdura natia del continente africano) infarinate nel dashi e insaporite con il katsuobushi. Un piacevole inizio che fa ricordare al commensale che le note umami saranno centrali nell’esperienza. Invitante anche il Fresh tofu, fatto in casa con latte di soia e condito con una salsa di sesamo bianco, okra e togarashi, il peperoncino tipico giapponese. Si prosegue con la Poteto sarada – ricetta della mamma di Nakai –, un’insalata di patate che sia nell’aspetto che nel gusto ricorda la classica insalata russa, servita con cetrioli, carote, bacon croccante e uovo sodo. Qui la partita si gioca tra la croccantezza del bacon e la dolcezza degli ingredienti: un viaggio in Oriente per il palato.
In un’izakaya non si può andar via senza assaggiare i gyoza, i classici ravioli giapponesi tra i trend culinari del momento. Nakai li propone sia con la carne di wagyu sia completamente vegetariani ripieni di verdure stufate, la cui attenta cottura alla griglia dona alla pasta un gradevole sentore affumicato.
In rapida sequenza assaggiamo anche la Nikuya gyu korokke – una crocchetta di patate con carne tritata di wagyu e salsa agrodolce – e il Katsu Sando con la wagyu, questa volta in versione “cotoletta” con topping di senape e cavolo rosso agrodolce. Due ricette che sottolineano come lo street food giapponese sia nelle corde dello chef. Una menzione speciale per il katsu sando, dall’ottima consistenza del pane alla nota crunch della cotoletta.
È un trionfo di sapori del Sol Levante il Ramen senza brodo con pancetta di maiale brasata, uovo sodo, spinaci e togarashi, mentre è l’esempio perfetto di “condivisione” lo Stufato di cipolle e verdure con gli straccetti di manzo cotti al momento nel brodo, serviti insieme a tofu e spinaci.
Contatti
Ie Koji
Via Marcantonio Bragadin, 13, 00136 Roma RM
https://www.instagram.com/iekoji_japaneseizakaya/
Telefono: 348 430 2368