La Grande Mela è ricca di hotel, d’altronde stiamo parlando di una delle città maggiormente popolate sul pianeta Terra, importantissimo centro finanziario, mediatico ed economico. Ci sono però degli alberghi che non potrebbero esistere in altre parti del mondo, edifici tipici della frenesia e dell’opulenza. La Guida Michelin ne ha scelti 4, i più espressivi della cultura locale.
In copertina The Carlyle, a Rosewood Hotel
Gli Hotel
The Carlyle, a Rosewood Hotel
Il Carlyle Hotel nell’Upper East Side, all’angolo fra la Madison Avenue e la settantaseiesima strada si distingue per i caratteristici mattoni color crema e per il bel vedere su Central Park e lo skyline di Manhattan. 35 piani in totale, fra camere e suite, caratterizzate da tappezzeria di classe, mobili d’epoca, opere d’arte, pavimenti in marmo. Conosciuto come “la Casa Bianca di New York” di JFK, poiché quest’ultimo vi soggiornò nel gennaio del 1961, poco prima del suo insediamento alla White House, e riservò l’appartamento al trentaquattresimo piano per gli ultimi dieci anni della sua vita. La struttura ha ospitato altri personaggi noti come Lady Diana, Michael Jackson e Steve Jobs, guadagnandosi così un’ottima reputazione. Negli anni ha sempre mantenuto lo stile Art Déco, nonostante il recente rinnovo, alcune aree sono d’ispirazione francese, altre inglese. L’ospitalità è il loro fiore all’occhiello, lo staff dotato di professionalità disarmante riesce a soddisfare qualsiasi tipo di esigenza con estrema discrezione. Il Café Carlyle rappresenta il tempio della musica jazz, molti artisti leggendari si sono esibiti dal vivo fra queste iconiche mura, mentre il Bemelmans Bar è interamente decorato dai murales dell’autore dei libri di Madeline. Inoltre, dispone di un centro benessere con annessa spa e palestra aperta 24 ore su 24.
L’Hotel Chelsea
L’immobile è uno dei più antichi della megalopoli, lo si riconosce immediatamente: la facciata è interamente marcata da mattoni rossi e balconi in ferro battuto, ciò riflette immediatamente una linea architettonica gotico vittoriana influenzata dall’Art Nouveau. Durante il ventesimo secolo fu proprio qui che Clarke scrisse Odissea nello spazio, successivamente prodotto da Stanley Kubrik; molti artisti vi pernottavano, nomi importanti, Bob Dylan, Patti Smith, Leonard Cohen, Andy Warhol, Madonna. Gli interni, da poco ristrutturati, sono intrisi di storia, soffitti alti, scale in legno, tutto richiama il passato, persino l’aria che si respira, vintage e nostalgica.
Nine Orchard
Nel quartiere di Lower East Side, dove un tempo sorgeva una maestosa banca, la Jarmulowsky Bank, oggi splende il Nine Orchard, minimal ma confortevole, sofisticato e accogliente. Meta culinaria per gli avventori gourmet, al primo piano si trova il Corner Bar, un bistrot innovativo aperto tutto il giorno, e lo Swan Room, salottino rilassante durante le ore diurne, cocktail lounge quando cala il sole. La Greenhouse invece, si estende su un intero piano, si tratta di una sorta di serra dove passare la serata, circondata da un traliccio di bambù e dalle silhouette dei grattaceli limitrofi.
The Plaza
In quanti hanno sognato di visitare almeno una volta nella vita il Plaza, dov’è ambientato il secondo capitolo di Mamma ho Perso l’aereo? Dall’aspetto austero e rinascimentale, sito a sud-est di Central Park, è il simbolo indiscusso della moda newyorkese. Alto 76 metri, e largo 120 metri, conta ben 282 stanze sontuose, palestra, spa, piscina al coperto, 152 abitazioni e una vasta area commerciale. Il Palm Court è famoso per l’afternoon tea, mentre the Rose Club e il Plaza Food Hall sono due punti dove potersi ristorare, dalle proposte svariate e intriganti. Sede richiestissima dai produttori cinematografici, fu scelto dai Beatles mentre giravano per l’America in tournée nel 1964, invece nel 1988 venne acquistato da Donald Trump per 407,5 milioni di dollari, ottenne così la nomina di National Historic Landmark, monumento nazionale ufficiale, titolo esclusivo che condivide con il Waldorf-Astoria Hotel nella Fifth avenue.