Il Chiosco Terzi costretto a chiudere per carenza di personale. Cade un’istituzione della zona universitaria bolognese, ma forse non tutto è perduto.
La notizia
A Bologna chiude il Caffè Terzi di Piazza Aldrovandi. Il motivo? Mancanza di personale disposto a lavorare con regolare contratto e uno stipendio di 1300€ al mese per 40 ore settimanali. Secondo il titolare del chiosco della zona universitaria, cui fa capo anche il noto Caffè Terzi situato in centro storico, il problema è che molte persone non hanno più fantasia e bisogno di lavorare per via dei sussidi di disoccupazione.

Manuel Terzi ha affisso fuori dalla sua attività un cartello con la scritta: “Chiuso per mancanza di personale, ma se sei barista e vuoi lavorare potremo riaprire”. I motivi del gesto sono da rinvenire, da un lato, nella volontà di attirare l’attenzione in modo chiaramente provocatorio, mentre, dall’altro, c’è la speranza che la scritta venga letta da chi cerca impiego in maniera seria e duratura nel settore.

“Noi ci atteniamo al contratto della categoria: posso tranquillamente dire di non avere mai avuto problemi, proprio perché seguiamo le regole. Purtroppo, anche degli “insospettabili” che conosciamo ci dicono che con sussidi da 800-900 euro preferiscono andare a fare qualche giorno in nero per guadagnare le stesse cifre, anche più alte”, racconta Manuel, affermando poi che se il cartello ha provocato molte polemiche, ha anche sortito l’effetto desiderato, perché in tanti hanno risposto agli annunci di ricerca personale pubblicati per il Caffè Terzi.

Lo storico chiosco del gruppo Terzi forse potrà riaprire e, nonostante difficoltà e disavventure, questa potrebbe trasformarsi in una storia a lieto fine per un’attività davvero Bolognese Doc.
Fonte: corrieredibologna.corriere.it
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