La cucina autentica e la gastronomia italiana: due passioni al centro della nuova vita di Eugeni de Diego, che oggi pubblica anche libri di successo.
La storia
Come per altri suoi colleghi, anche per lo chef Eugeni De Diego è tempo di tornare alle origini. Cresciuto nelle cucine stellate e, per lungo tempo, pupillo degli Adrià, De Diego ha deciso di dedicare il suo talento alla cucina più autentica e spontanea. La sua carriera inizia quando, ad appena 14 anni, inizia a lavorare come lavapiatti all’hotel Giverola di Tossa de Mar. “Lì ho capito che mi piaceva molto cucinare e ho pensato che avrei dovuto allenarmi se volevo dedicarmi a questo, così ho iniziato a contattare dei ristoranti a Barcellona”, racconta lo chef a La Vanguardia. Così, appena un anno dopo, viene assunto come cameriere a Ca l'Isidre, locale simbolo del quartiere Raval e della cucina catalana: "Considero Isidre e Montserrat i miei genitori in gastronomia", confida. Da Barcellona spicca, quindi, il volo e a 18 anni arriva a Bordeaux per entrare al celebre Le Chapon Fin, tre stelle Michelin.
La vera consacrazione, però, arriva due anni più tardi, quando viene chiamato da Adrià per assumere le vesti di capocuoco a elBulli. Un legame profondo quello con il grande Adrià che non si dissolve nemmeno con la chiusura del ristorante pietra miliare della gastronomia mondiale. Eugeni, infatti, continua a far parte della Fondazione elBulli e ha affiancato Albert Adrià nelle aperture di Tickets, Bodega 1900, Pacte e negli eventi di Ferran Adrià. Nonostante il suo impegno a fianco della famiglia Adrià, però, De Diego ha sempre portato avanti i suoi personalissimi progetti incentrati sulla cucina di ogni giorno; quella di casa, dove la semplicità, la convivialità e gli affetti sono gli “ingredienti segreti”.
Nel 2018, quindi, inaugura con sua moglie Apluma, locale dove offrivano polli arrosto gourmet, acquisito, poi, nel 2022 da un fondo di investimento, avvenimento che gli ha dato la possibilità di fondare Atico, società di gestione, creazione e consulenza di ristoranti. De Diego, però, non riesce a stare lontano dalla cucina, così, oggi gestisce con successo Colmado Wilmot e Lombo, locali che celebrano una cucina vera ed autentica dai sapori netti e decisi. “Mi piace la cucina di tutti i giorni in cui mi trovo a mio agio e dove lavoro per raggiungere il grande pubblico. Mi rende felice, non voglio essere una persona troppo esclusiva. Voglio essere uno chef che fa un'ottima cucina a buon prezzo”, racconta.
Così sul sito di Lombo si legge: “Da Lombo troverai una cucina senza fronzoli e di qualità dove è il prodotto a dettare legge”, mentre su quello di Colmado Wilmot: “...siamo cuochi che amano la gastronomia. Colmado WIlmot è il riflesso delle nostre dispense, dei nostri pasti a casa, con la famiglia e gli amici, sia quelli quotidiani che quelli delle grandi occasioni”. Offrire la cucina del suo cuore nei suoi locali, però, a De Diego non basta, così da poco ha pubblicato “Cocina como la mamma”, libro dedicato alla cucina italiana, dove attraverso 85 ricette viaggia lungo tutto lo Stivale. Perché ha scelto la cucina italiana è presto detto.
“Per me l'essenza della cucina italiana è come la nostra, quella delle nostre mamme e nonne. Alla fine è la cucina mediterranea, è una cucina popolare di cui condivido i valori… gli ingredienti emblematici: formaggio, pomodoro e il basilico, (giallo, rosso e verde), ma in realtà quello che non può mancare è l'illusione della mamma, quelle mani che con pazienza plasmano gli gnocchi e la pasta… l'ingrediente è il tempo, la pazienza, quello che oggi non abbiamo. Non c'è tempo, non c'è amore per la cucina e per gli altri ed è anche da questo che deriva il titolo del libro", spiega. A sancire l’autenticità del suo racconto culinario è Il prologo di Paolo Casagrande, chef del ristorante Lasarte di Barcellona, che scrive: “Pochissimi riescono a raggiungere ciò che ha fatto Eugeni de Diego, catturando la vera essenza della cucina italiana e trasmettendola con la stessa passione di uno chef del Veneto o Liguria".