Sono arrivati per una vacanza o con l’intenzione di un breve soggiorno e non se ne sono più andati. Storie di coraggio e amore incondizionato per una terra che regala possibilità, sorriso e bellezza.
Le storie
Succede che un viaggio si trasformi in punto di arrivo. E che quello che doveva essere solo ed esclusivamente rifugio momentaneo, diventi posto perfetto per passarci una vita intera. Sono tanti, tantissimi, infatti, gli chef italiani che hanno scelto la Spagna come approdo per la loro felicità lavorativa.Da Barcellona, a Formentera, ognuno ha deciso la posizione migliore per un nuovo inizio o, semplicemente, per un tratto di percorso d’esistenza. Tante storie di felicità, curiosi racconti che stanno dietro ai piatti, amori nati e mai finiti.
Molo 47- Antonio D’Angelo - Formentera
«Sono venuto in vacanza a Formentera e non me ne sono più andato. Mi sono sentito subito a casa». Un colpo di fulmine meraviglioso, quello tra lo chef Antonio D’Angelo (dal 2009 executive di Nobu Milano) e l’isola delle Baleari. Da quella folgorazione, l’idea di aprire un locale. Così nel 2016 sono iniziati i lavori e nel 2017 ha inaugurato Molo 47, il suo ristorante al Porto di Formentera. «All’inizio non è stato semplice, perché in Spagna non è facile far partire un concept diverso da quello della cucina mediterranea, ma poi i clienti hanno iniziato a conoscerci, provarci e ora si sono affezionati a noi».
Si arriva con il traghetto o in barca al porto e si ha subito un fantastico benvenuto sull’isola. Da Molo 47 la cosa migliore è farsi deliziare dal percorso degustazione così da poter assaggiare piatti differenti: dai fantasmagorici Noodles di tonno, alla sorprendente Bresaola di wagyu, fino al Raviolo di wagyu, un boccone capace di rimanere impresso a vita nella memoria.
Indirizzo: Lugar Darsena Deportiva Mar S/N Local 2Y3
Formentera, Illes Balears, Spagna
Paolo Casagrande - Ristorante Lasarte – Barcellona
Ve ne abbiamo parlato qui: ecco la storia del grande chef italiano al fianco di Martin
Marco Lecis - Bacaro - Barcellona
Marco lo dichiara subito, appena lo si conosce: «Io ai fornelli mi devo divertire». Mischia tradizione, creatività, suggestioni, partendo dalla sua Cagliari per arrivare alla Spagna che lo ha accolto nel 2010. Oggi a Barcellona sta decisamente bene, ma le sue radici gastronomiche affondano nel terreno italiano. Nel cuore, oltre alla Sardegna, c’è però anche il Veneto, regione da cui provengono la maggior parte delle ricette che propone al Bacaro, un’osteria dal classico carattere popolare.
In carta ci sono piatti come il saor, il baccalà mantecato e il fegato alla veneziana, solo con qualche piccola variante: a Venezia mettono la polenta, mentre lui le verdure di stagione. Certo, le ricette della tradizione non mancano mai, ma Marco ama anche sperimentare ai fornelli, proponendo sempre nuovi accostamenti. Ciò che preferisce cucinare sono i risotti, uno su tutti quello al sedano rapa, rafano piccante e aria di parmigiano.
Indirizzo: Carrer de Jerusalem, 6,
Barcelona, Spagna
Ristorante Xemei - Max e Stefano Colombo - Barcellona
Arrivano a Barcellona nel 2005: la città era divertente, c’era un bel fermento. Quando si dice trovarsi nel posto giusto al momento giusto. Coraggiosi, controcorrente, giovanissimi, i due gemelli decidono di fare le cose sul serio. Si rifiutano di fare i tipici piatti che ci si aspetta da un ristorante italiano all’estero. La concorrenza li dà per spacciati e invece Max e Stefano, in poco tempo, conquistano tutti.
Nel loro ristorante Xemei (appunto, “gemelli”) ieri, come oggi, propongono ricette tipiche venete, ma non solo. Dalle pregiatissime moeche alla castradina (carne di montone affumicata ndr.).La loro missione è portare prodotti di ottima qualità in tavola: dalla carne, agli ortaggi, passando anche per il vino, rigorosamente naturale. Da anni collaborano con i ragazzi del Noma di Copenaghen, girano il mondo, sono curiosissimi e affamati.
Indirizzo: Passeig de l'Exposició, 85,
Barcelona, Spagna
Agreste - Fabio Gambirasi - Barcellona
Da Agreste non ci si passa per caso, bisogna avere l’intenzione di andarci. Poco fuori dal centro di Barcellona, questo ristorante gestito da Fabio Gambirasi e da sua moglie Roser è una chicca da non perdere. Si conoscono nel 2015, durante il cammino di Santiago e subito dopo arriva la decisione di aprire un ristorante con orto. La cucina che propongono non è italiana in senso stretto, ma le radici sono sicuramente italiane.
Al centro del loro menu ci sono sempre la stagionalità e la materia prima di ottima qualità. Proprio per questo motivo il rapporto con il produttore è fondamentale. Assaggiare, per esempio, un loro sugo di pomodoro, porta dritto a quel campo della Calabria dove quei frutti sono nati e sono stati colti. Una storia di tradizione, attaccamento e cultura. I piatti cambiano, ma ci sono delle preparazioni sempre presenti: come il raviolo di zucca e la ribollita. Piatti tradizionali, gustosi, «esattamente quello che vuole la gente: la cucina italiana che fa innamorare».
Indirizzo: Carrer de Funoses-Llussà, 2,
Barcelona, Spagna
ALGRANO Bistrot - Gabriele Milani - Barcellona
Sous chef da dieci anni di Paolo Casagrande al Ristorante Lasarte (3 stelle Michelin), responsabile della cucina del Bar Galileo, ma anche titolare di Algrano Bistrot, nato per regalare anche fuori dal Belpaese un piatto di pasta come ogni italiano comanda.
«La serviamo in padelle e pirofile, sembra di essere a casa- spiega Gabriele- collaboriamo molto con gli artigiani italiani. Gli spagnoli sono letteralmente innamorati della pasta». In carta dalle classiche linguine all’uovo, ai paccheri piccanti alle pappardelle al manzo. Non mancano poi i meravigliosi spaghetti al nero e le busiate con acciughe. Da provare, senza dubbio, i ravioli all’ossobuco. Una ventata d’italianità in una città dove la cucina del nostro Paese è desiderata e amata.
Indirizzo: Carrer de Tamarit, 104,
Barcelona, Spagna
Bar Paradiso e Bar Galielo - Giacomo Giannotti - Barcellona
“A Barcellona siamo ben visti- spiega - l’italiano tendenzialmente ci sa fare, lavora con qualità”. Marina di Carrara, Londra e dopo quattro anni nel Regno Unito, Giacomo decide di rimettersi in viaggio. La meta? Barcellona. Dodici anni in Catalogna e due locali aperti: il Paradiso (dal nome della gelateria di famiglia a Marina di Carrara) e il Bar Galileo. Il primo è uno speakeasy dall’aria elegante, dove poter passare una serata indimenticabile (provare per credere), molto moderno, arredato con onde di legno che ricordano il mare di Barcellona, in stile Gaudì.
Diverso invece il Galileo. “Questo è un progetto gastronomico in cui credo molto - continua- è stato aperto a inizio 2020”. Non solo drink, ma anche un bistrot, curato dallo chef Gabriele Milani. A deliziare i clienti non ci sono i classici taglieri, ma dei veri e propri piatti con guizzo acido e piccante. «Li abbiamo pensati in modo che potessero combinarsi alla perfezione con i cocktail».
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Indirizzo Bar Paradiso: Carrer de Rera Palau, 4,
Barcelona, Spagna
Indirizzo Bar Galileo: Calle Aribau, 152
Barcellona, Spagna