Il ristorante di Iside De Cesare e Romano Gordini, sulle colline tra Lazio, Umbria e Toscana, è fuori dalle maggiori rotte turistiche ma regala un intrigante viaggio attraverso i sapori del territorio e di tutta Italia, tra golose rusticità e creatività di classe.
La Storia
La Storia di Iside de Cesare e Romano Gordini
Per arrivarci bisogna, a seconda di quale sia il punto di partenza e che strada si scelga di fare, costeggiare il bel lago di Bolsena e poi salire in collina, attraversare San Casciano o inerpicarsi tra i boschi della Riserva Naturale Monte Rufeno, lungo strade non proprio ben tenute. Ma una volta giunti a Trevinano, piccolo borgo arroccato al confine tra Lazio, Umbria e Toscana e varcata la soglia de La Parolina - è quasi impossibile resistere alla tentazione di andare a dare un’occhiata al panorama di boschi e colline dall’angolo del curato giardino prima di suonare il campanello - ci si dimentica della strada tortuosa e se ne capisce il senso: solo curve e salite possono portare fin dove ci si può godere una vista tale, incorniciata dalle grandi finestre della sala luminosa e lineare, arredata con gusto e con tanti dettagli in legno a sottolineare il legame con la natura e con il territorio circostante che va dall’Amiata a Canino, dai Monti Cimini al mar Tirreno non troppo lontano.

Non a caso ormai 12 anni fa Iside de Cesare e Romano Gordini – coppia nella vita e in cucina, dove si affiancano ai fornelli – hanno scelto di aprire qui il loro ristorante, prima in un’altra sede e poi nel bel casale che oggi ospita anche le stanze de La Letterina, la graziosa locanda che permette di cenare (e bere) in tranquillità e risvegliarsi con un panorama unico e una colazione golosa.

La cucina rispecchia il loro percorso che da cucine blasonate (con maestri come Beck, Tassa, Marchesi) li ha portati tra boschi e colline mettendo insieme un repertorio di sapori autentici, tecniche moderne e presentazioni curate ma mai eccessive, che valorizzano il piatto alla vista senza metterne in secondo piano la sostanza.
I Piatti

Così, dopo un benvenuto a base di uno squisito culatello e croccanti cialde di pecorino della Tuscia a mo’ di leccalecca, arriva in tavola una sequenza di amuse-bouche divertenti e saporiti, tra macarons e tartellette declinati in chiave salata. Poi si passa ai piatti del menu, da scegliere alla carta o tra i diversi percorsi di degustazione (Sorpresa - 7 portate secondo l'estro della cucina a 75 euro - ed Emozioni, 12 portate a 11 euro) per un bellissimo viaggio tra mare e monti ma pure lago e collina, orto e aia.

L’antipasto a base di Coregone e anguilla del Lago di Bolsena riesce a rendere eleganti e squisiti due pesci d’acqua dolce non facilissimi, l’Uovo alla carbonara gioca sulla golosità e vince facile; a conquistare è però il Carciofo con caramello di zabaione, rigoroso e goloso al tempo stesso.

Ma sono i primi piatti a colpire nel segno più di tutti: i Cappelletti di cinte senese al fumo sono essenziali alla vista e incredibilmente intensi all’assaggio (e al naso), avvolgenti come un abbraccio da cui – nonostante la porzione abbondante – non vorresti mai scioglierti.

Il Riso, rape e oro – con una sapiente aggiunta di zenzero – è un capolavoro di equilibrio ed eleganza, tra la cremosità del risotto e l’acidità perfettamente bilanciata. Tra i secondi ci dividiamo nuovamente tra fiume e terra, con l’elegante Trota scottata con crema di aglio dolce di Proceno e il saporito Agnello con vignarola e cialda di parmigiano.

La chiusura è tutta di gola e di pancia, e rende ancor più concreta l’idea del “viaggio” tra sapori e tradizioni regionali: dopo le buonissime tartellette con crema e verdure e il fantasioso dessert Rocher La Parolina – protagoniste le nocciole dei Monti Cimini – arriva in tavola un piccolo tableau con la sagoma dell’Italia suddivisa in regioni. Per ognuna di esse, il dolce tipico più rappresentativo in versione mignon: dai giandujotti ai tozzetti, dal tiramisù ai cannoli passando per sfogliatelle e amaretti sardi, è difficile dire quale sia la regione più “buona”. Ma di certo vale la pena di segnare sulla mappa del navigatore Trevinano, e La Parolina, per farvi tappa ogni volta che ci si trovi a passare da queste parti.
Indirizzo
Ristorante La Parolinavia Giacomo Leopardi n 1 - 01021 - Acquapendente (Viterbo) – fraz. Trevinano
tel. +39 0763.717130
Il sito web del ristorante