Il ristorante José a Tenuta Villa Guerra, freschezza in cucina in un'oasi nel verde a Torre del Greco.
La Storia
San Gennaro è un simbolo presente in ognuna delle ville vesuviane del Miglio d’Oro a Torre del Greco, ma qui a Tenuta Villa Guerra, contrariamente a tutte le altre centoundici distribuite sul territorio, il santo non è rivolto verso il Vesuvio per tenerlo a bada, perché guarda invece verso il mare. E questa non è che una delle eccezioni rappresentate da un luogo incantevole e luminoso, sulla punta del golfo di Napoli che si espone più verso l’esterno, con il vulcano alle spalle e tutta l’altra parte della costiera che si affaccia da Torre Annunziata a Punta Campanella, fino a lasciar vedere anche qualche scorcio di Capri. Tutto questo è stato voluto, rimesso a nuovo e reso affascinante dalla famiglia Confuorto che ha creduto in un progetto in piena controtendenza a una destinazione apparentemente inesorabile per una villa in questa zona a cui l’immaginario collettivo assegna eventi e banchetti, creando una realtà che ha preso il nome da Josè Maria Guidone, moglie di Giuseppe Confuorto.![](/upload/multimedia/1-image001.jpg)
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In meno di tre anni dall’apertura nell’aprile del 2017, grazie al lavoro di Domenico Iavarone e del suo team, è stato raggiunto un traguardo non scontato come la stella Michelin. Dice lo chef “Intendiamoci, non sono uno che i banchetti non vuole farli, ho voluto differenziare e arrivare dove siamo arrivati non è stato facile e grandi sono stati i sacrifici, miei e della famiglia che qui ha investito, così oggi posso fare una selezione tra opportunità e decidere quando ne valga la pena o meno. Ci sono stati momenti difficili, ma ricordo perfettamente quando il signor Giuseppe le sere in cui ci capitava di fare zero coperti mi diceva “dimenticherai questi momenti”. E con una sfida più nei confronti del territorio che del progetto stesso, di fatto oggi siamo arrivati a una struttura che mantiene diciotto persone per tutto l’anno e di questo vado particolarmente fiero”. E ancora “la gente al ristorante va riportata e allo stesso tempo le aziende devono funzionare, questo è il punto”. Del resto qui ci si trova sotto il vulcano e non in Costiera Amalfitana, la clientela non è quella internazionale e non c’è una stagione unica e questo vale anche per il territorio e i suoi prodotti.
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Domenico Iavarone racconta di essere “cresciuto a bottega” da Oliver Glowig e Gennaro Esposito, grandi cuochi che per lui si sono rivelati fondamentali sotto il profilo della filosofia di cucina: “il tedesco al Capri Palace ha fatto una piccola rivoluzione, valorizzando l’alta cucina in albergo, cosa che fino a prima di lui almeno in Campania proprio non c’era, con una semplificazione apparente e una tecnica notevole a riprodurre questa regione nel piatto”. Gennaro? “Lui mi ha trasmesso il sentimento verso la materia prima, è uno che con i prodotti ci parla e questo te lo attacca addosso, si tratti di un calamaro o di un pomodoro. Grandissimi ingredienti e piedi ben saldi per terra. Da Gennaro ho appreso la filosofia del ristorante e a guardar bene si tratta di realtà che si somigliano. A Vico intorno al 2002/2003 era già al massimo della sua espressione che ha portato alla formazione di cuochi importanti, come il mio amico Rocco De Santis (ora a Firenze al Santa Elisabetta, anche lui stella Michelin) per esempio. E ancora Gennaro mi ha insegnato che le persone vengono a mangiare il pensiero filosofico della nostra terra e bisogna fare qualità dando la possibilità a più gente possibile di venire al ristorante pagando il giusto”.
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Così Iavarone a Torre del Greco sta mettendo in moto quello che è destinato a diventare un polo gastronomico locale, aiutando questa terra anche fuori dal mondo dorato delle costiere. Per farlo a Tenuta Villa Guerra ha una squadra vincente “perché dietro al mio nome oltre a Giuseppe Confuorto e Josè Maria Guidone tra gli altri ci sono il sous chef Giuseppe Sposito e Andrea Marano che si occupa della pasticceria. Poi ancora Antonio Confuorto, figlio dei fondatori, il quale ha in carico la parte organizzativo-amministrativa. In sala c’è Pasquale Marzano “un grande maître: se non ce l’hai non puoi avere un grande ristorante”.
I Piatti
Ci si trova allora a gustare la cucina di Domenico Iavarone in un contesto affascinante, circondati dal verde nella bella stagione com’è capitato a noi: “io sono un territorialista e sono fiero di dirlo ad alta voce, non mi piace uscire dai canoni della Campania. I miei piatti sono apparentemente semplici e all’impatto possono sembrare molto tradizionali, questo però è quello che voglio: avvicinare gli ospiti alla nostra cultura e ai sapori di qui, senza spaventarli.” Il sessanta per cento del fabbisogno di verdura arriva dall’orto a due passi dalla cucina e se ne sente la fragranza fin da quelle che si ritrovano nei deliziosi amuse bouche.![](/upload/multimedia/6-baccala-lattedicocco.jpg)
È l’eleganza il filo conduttore dei piatti di Josè Restaurant, come nel baccalà affumicato con albicocche pellecchielle, latte di cocco e lime, in una felicissima interpretazione di un pesce troppo spesso banalizzato.
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Stessa questione per il gambero, servito con fior di latte, biscotto al pepe e limone candito in un riuscito rincorrersi di gradi di dolcezza mitigati da note sapide e lievemente amaricanti.
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Seduttive anche le linguine con sconcigli (i murici come si chiamano qui) in salsa alla puttanesca, con la giusta piccantezza che non sovrasta. Buonissimi anche i ravioli di patate arrostiti con gamberi, provola e zucchine, ancora una volta a testimoniare la fragranza dello stile di Iavarone.
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E ancora il sapore netto della triglia “in patate fritte”, avvolta dalla croccantezza e accompagnata da una fresca lattuga romana e dai ravanelli.
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Per terminare un’eccezione dolce ispirata al nord: golosissimo il tiramisù con ricotta di bufala e gelato alla fava Tonka. Tradizione a 48 euro (4 portate), Libertà a 65 (5 portate a scelta dalla carta) e Viaggio (7 portate scelte dallo chef) a 75, per i tre convenienti menu degustazione, alla carta la spesa sale sui 100 euro dall’antipasto al dolce a cui vanno aggiunti i vini da scegliere in abbinamento rispettivamente a 25, 35 o 55 euro o dall’ottima, rifornita cantina.
Indirizzo
Josè Restaurant – Tenuta Villa GuerraVia Nazionale 414 80059 Torre del Greco (NA)
Tel.+39 081 883 62 98
Mail: welcome@villaguerra.it